Il Wheelchair Billiards (o biliardo in carrozzina) è ufficialmente iscritto alla lista degli sport paralimpici italiani. La decisione è stata presa dalla Giunta nazionale del Comitato Italiano Paralimpico (CIP), che ha così formalmente riconosciuto il movimento sportivo.
Come si apprende da un comunicato stampa, infatti, la FIBIS (Federazione italiana Biliardo Sportivo) è stata riconosciuta “quale disciplina sportiva paralimpica. Un ulteriore tassello nella storia del biliardo sportivo e della Federazione che testimonia la crescita e lo sviluppo di questo sport dopo la firma del protocollo d’intesa con il Comitato Italiano Paralimpico, con il quale il mondo della disabilità entrava a pieno titolo nell’attività sportiva della federazione”.
Roberto Dell’Aquila, uno dei fondatori della disciplina assieme a Luca Bucchi, ha festeggiato il traguardo sui social: “Grazie a tutti per questa bella avventura”.
Che cos’è il Wheelchair Billiards? La nostra intervista
Il Wheelchair Biliards si pratica su tavoli regolamentari e non adattati. Fra i giocatori che oggi praticano il biliardo in carrozzina ci sono tetraplegici, paraplegici, amputati, persone con spina bifida e persone con SLA, le quali possono utilizzare stecche da biliardo riadattate in base alle loro esigenze per competere nelle gare.
Qualche mese fa abbiamo incontrato Luca Bucchi proprio per ascoltare gli aspetti positivi di evolvere il Wheelchair Billiards a disciplina sportiva paralimpica. Ai tempi Bucchi ci spiegò che “insieme a Roberto Dell’Aquila, ci chiedemmo per quale motivo il biliardo in carrozzina non fosse una specialità”. Si tratta di un valore da non sottovalutare, in quanto tale legittimazione permette “a tantissima altra gente di approcciare al biliardo come pratica sportiva” e di pensare persino all’apertura di “scuole di biliardo”.