La questione riguardante il voto utile, tornato in auge con le Elezioni Politiche 2022, dipende fortemente dalla legge elettorale Rosatellum
Si avvicina il 25 settembre, giorno nel quale i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per le Elezioni Politiche 2022, che daranno il via alla nuova legislatura a seguito della fine anticipata del Governo Draghi. Sarà la prima tornata elettorale nella quale avrà applicazione la legge sul taglio dei parlamentari, perciò si voterà per eleggere 400 deputati e 200 senatori, circa un terzo in meno di quanto avveniva in passato.
E, a proposito di votare (qui la guida sul diritto al voto per le persone con disabilità), durante questa rapida campagna elettorale è stato spesso invocato il tema del “voto utile“. Oggi scopriremo che cos’è e perché si lega profondamente alla legge elettorale nota come Rosatellum.
Prima di spiegare precisamente cos’è il voto utile, dobbiamo ricordarci come si vota in Italia. Viviamo in una Repubblica Parlamentare, dunque i cittadini non eleggono direttamente il Capo dello Stato o il Presidente del Consiglio, ma i parlamentari di Camera e Senato (in quest’ultimo caso c’è anche un’importante novità).
Con le elezioni politiche 2022, sarà la seconda volta che i cittadini italiani avranno a che fare con il Rosatellum, una legge elettorale che si basa su un sistema “mix” tra maggioritario e proporzionale: nel primo caso, viene eletto il candidato più votato, mentre nel secondo bisogna superare determinate soglie di sbarramento (3% per un singolo partito, 10% per una coalizione). Come si inserisce il voto utile in questo discorso?
Il voto utile si lega alla questione delle soglie di sbarramento. Così com’è scritto infatti, il Rosatellum premierebbe i partiti mediaticamente più noti, a discapito di chi non può permettersi di investire in campagne elettorali faraoniche o nella possibilità di presenziare costantemente in salotti televisivi o radiofonici. Insomma, le liste definite “minori” partono comunque con un certo svantaggio.
Per questo motivo, ci sono realtà che invocano il voto utile, cioè suggeriscono ai cittadini di dare la propria preferenza a chi ha più certezze di superare le soglie di sbarramento previste dalla legge elettorale, promuovendo l’idea che dare il proprio voto a chi non riuscirà a superare certi limiti sia sostanzialmente inutile. Un discorso speso soprattutto da chi ha la certezza di superare la soglia di sbarramento, e che viene giustificato con l’idea di evitare di far vincere la controparte politica.
In sostanza, chi invoca il voto utile comunica all’elettore che, a suo avviso, esiste un voto più o meno giusto a seconda di determinate circostanze. Questa dinamica produce un cambiamento di rotta nell’orientamento al voto, in quanto non si chiede più all’elettore di votare per ideologia o per le promesse programmatiche (come quelle per le persone con disabilità, come evidenziato nella guida di Ability Channel), ma più per utilità politica.
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Ultima modifica: 16/09/2022