Malattie

Virus Oropouche: che cos’è, sintomi, cause, come si cura e se è pericolosa

Il virus Oropouche è diffuso nelle zone del Sud America e spesso viene confuso con la Dengue. Scopriamo cause, trasmissione e se si cura

Il virus Oropouche, noto con la sigla OROV, è un’arbovirosi, cioè un agente virale la cui trasmissione avviene attraverso gli artropodi. È un virus diffuso principalmente nelle America Centrale e Meridionale, ma nel luglio 2024 sono stati registrati 4 casi in Italia, sebbene siano tutti importanti e non autoctoni.

Spesso viene confusa con la Dengue per via della comorbidità dei sintomi, mentre le cause sono molto particolari, in quanto la febbre da virus Oropouche viene causata dalla puntura di alcuni insetti, principalmente moscerini e zanzare.

All’interno di questa guida, scopriamo cosa sappiamo su questo virus, se è pericoloso e come mai nel 2024 se ne parla così tanto.

Virus Oropouche: quali sono i sintomi e le cause?

Il virus Oropouche è un’infezione tropicale e un virus RNA a singolo filamento segmentato che fa parte del genere Orthobunyavirus della famiglia Peribunyaviridae. Questo virus causa la malattia, nota anche come la febbre, da virus Oropouche.

Attualmente non è stato dimostrato che tale virus si trasmetta da uomo a uomo, mentre le cause sono state individuate nella puntura del moscerino Culicoides paraensis (si trova principalmente in ruscelli, stagni e paludi) o di alcune zanzare Culex quinquefasciatus.

Questo virus circola principalmente in America Centrale e Meridionale e nei Caraibi. La prima volta fu identificata 1955 a Trinidad e Tobago, un Paese nei Caraibi, e il suo nome deriva proprio dal fiume locale Oropouche. A oggi invece non risulta presente alcun caso autoctono in Europa.

I sintomi sono molto simili alla Febbre Dengue ed emergono tra i 4 e gli 8 giorni dopo la puntura. La loro durata invece è fissata per un massimo di 5/7 giorni. Nella lista dei segni troviamo:

  • febbre
  • mal di testa
  • rigidità articolare
  • dolore
  • brividi
  • talvolta nausea e vomito
  • fotofobia
  • rush
  • diplopia (visione doppia)

Virus Oropouche: come si trasmette e come si diagnostica?

Come detto precedentemente, questo virus non si trasmette da uomo a uomo, ma esistono due cicli: selvatico, cioè primati, bradipi e forse uccelli possono diventare ospiti dell’OROV; epidemico, cioè l’uomo può diventare l’ospite dell’OROV, principalmente a causa della puntura del moscerino Culicoides paraensis.

Essendo un virus fortemente localizzato, il rischio di infezione aumenta se si viaggia nei Paesi dov’è presente. Inoltre, c’è il rischio di importare nel proprio Paese d’origine il virus. Questo virus può essere diagnosticato attraverso una diagnosi molecolare e una virologia classica.

Come prevenire il Virus Oropouche?

In base alle informazioni diffuse dall’Istituto Superiore di Sanità, al fine di prevenire il contatto con il virus è necessario seguire alcune di queste manovre di prevenzione:

  • usare repellenti chimici
  • indossare vestiti che coprano braccia e gambe
  • soggiornare in case dotate di zanzariere
  • cercare di ridurre le attività all’aperto nei periodi di maggiore attività vettoriale (all’alba e al crepuscolo).

Come curare il Virus Oropouche?

È raro che questo virus possa causare malattie gravi, ma quanto accade ci possiamo trovare di fronte a una meningite asettica. Generalmente un paziente si riprende in 7 giorni, ma alle volte la convalescenza può durare settimane.

Attualmente non esiste un vaccino contro questo virus, né un trattamento specifico. Tuttavia nel luglio 2024 alcuni decessi registrati in Brasile stanno facendo supporre che l’infezione può essere mortale.

Perché nel 2024 si parla del virus?

Nel 2024 il ministero della Salute brasiliana ha registrato due morti causate dal virus: due donne di 21 e 24 anni sono morte dopo esser entrate in contatto con il virus. Inoltre, come riporta il The Guardian, tra la fine di luglio e agosto sono stati individuati anche aborti spontanei e malformazioni congenite.

Tutte queste condizioni hanno catturato l’attenzione degli esperti in quanto mai nella storia erano state collegate al virus. Attualmente comunque ancora non sono state confermate scientificamente le correlazioni tra il virus e l’aborto spontaneo e la microcefalia, ma l’attenzione resta comunque alta, vista l’enorme diffusione dei casi.

In base ai dati diffusi dalla Pan American Health Organization, l’Ufficio Regionale per le Americhe dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono stati segnalati 8.078 casi complessivi di febbre di Oropouche, in particolare in Bolivia (356), Brasile (7.284, inclusi 2 decessi), Colombia (74), Cuba (74) e Perù (290).

In base al professore di virologia alla Liverpool School of Tropical Medicine (LSTM), Alain Kohl, decessi e aborti spontanei sono “cose davvero eccezionali che non associamo realmente a questo virus”.

Felipe Naveca, della Fondazione Oswaldo Cruz, un istituto di ricerca sanitaria collegato al Ministero della Salute brasiliano, ha scoperto cambiamenti genetici nella forma dell’Oropouche, spiegando che “ha causato epidemie in passato, ma nulla della portata di ciò che sta accadendo ora”.

Per professor Sir Andrew Pollard, dell’Università di Oxford, questa situazione è causata anche dalla crisi climatica: “Se il clima continua a cambiare, dovremmo aspettarci un aumento della diffusione degli insetti che possono trasmettere malattie agli esseri umani”.

La stessa Pan American Health Organization spiega che questo contesto anomalo è fortemente influenzato non solo dal cambiamento climatico, ma anche dalla deforestazione e dall’urbanizzazione non pianificata: ciò ha permesso al virus di diffondersi nelle zone non amazzoniche del Brasile e nei paesi in cui finora non era mai stata identificata (come la Bolivia).

Tutte questi elementi hanno convinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a emettere un avviso epidemiologico di alto rischio per gli Stati coinvolti nella diffusione di questo virus. Al momento in Italia la situazione è sotto controllo, visto che sono stati registrati solo 4 casi di virus Oropouche, tutti importati da Paesi del Sud America.

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Ultima modifica: 06/08/2024

Angelo Andrea Vegliante

Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.