Il virus B delle scimmie è molto pericoloso per l'uomo, ma i contagi sono molto rari in tutto il mondo. Scopriamo cause, segni e trattamenti
Il virus B delle scimmie, conosciuto anche come Herpesvirus Simiae, è presente prevalentemente nei macachi, i quali però sembrano riportare solo sintomi lievi di questa infezione, che invece può uccidere specie come scimpanzé e cebi. Si tratta di un’infezione molto pericolosa per l’uomo, in quanto se non viene trattata ne causa la morte. Tuttavia i contagi tra macachi ed esseri umani sono molto rari.
La prima documentazione ufficiale circa la sua esistenza risale al 1932, quando 50 persone contrassero il virus, di cui 21 morirono. In questo approfondimento, spieghiamo di cosa si tratta, come si trasmette, che sintomi dà e come si cura.
In linea generale i sintomi iniziali dell’infezione da virus B delle scimmie sono simil-influenzali, e includono dolori muscolari, stanchezza e malessere generale, brividi e febbre. Possono poi comparire mal di testa, vesciche sulla ferita, fiato corto, nausea, vomito, singhiozzo e dolore addominale.
La diagnosi di questo virus richiede una combinazione di tecniche molecolari, sierologiche e virologiche. Le conseguenze invece possono essere diverse, alcune delle quali complesse o letali: dolore, prurito e intorpidimento vicino la ferita; problemi con la coordinazione muscolare; danni cerebrali; danni gravi al sistema nervoso; morte.
Come riporta il Centers for Disease Control and Prevention, l’infezione di questi virus avviene principalmente se un essere umano viene graffiato o morso da un macaco infetto o se viene in contatto con occhi, naso o bocca della scimmia. Dunque questo rende molto raro la trasmissione da scimmia e uomo, ma è ancora più rara la trasmissione da persona a persona (finora è stato documentato un solo caso in tutto il mondo).
Come detto poc’anzi, la causa principale del virus B nelle scimmie è dovuta ai macachi infetti, che però hanno un’alta resistenza e dunque difficilmente questa infezione gli è fatale. Altre tipologie di scimmie invece, come scimpanzé e cebi, ne possono addirittura morire. La trasmissione negli essere umani però è molto rara.
L’attenzione nei confronti di questa infezione è nata quando è scoppiata la notizia del contagio di un uomo di Hong Kong, ricoverato in terapia intensiva, venuto a contatto proprio con un macaco. Le autorità spiegano che, al fine di evitare qualsiasi contagio, è necessario non avvicinarsi a queste scimmie.
Se invece si entra in contatto con questa specie, e si viene morsi o graffiati, è necessario lavarsi immediatamente la ferita e consultare immediatamente il medico, l’unica figura preposta a suggerire un tempestivo trattamento terapeutico per evitare conseguenze gravi. Attualmente non esiste un vaccino contro questa infezione.
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Ultima modifica: 15/04/2024