Nei giorni scorsi in alcune parti del mondo sono state registrate alcune reazioni allergiche sviluppate dopo la somministrazione del vaccino Covid di Pfizer. Fatti che hanno scatenato nuovi dibattiti sulla sicurezza del siero per l’organismo umano. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo e se vale la pena preoccuparsi.
Covid e reazioni allergiche: cronistoria del Regno Unito e dell’Alaska
Tra l’8 e il 9 dicembre 2020 in Gran Bretagna sono stati segnalati 2 casi di reazioni allergiche a seguito della somministrazione del vaccino anti-Covid. Gli episodi riguardano 2 operatori sanitari di circa 40 anni che lavorano nelle case di cura dell’NHS (National Health Service). I due lavoratori rientrano nel quadro delle categorie a cui per prime va fornito il vaccino.
Le cause di queste reazioni allergiche non sono completamente note, ma gli esperti concordano che i pazienti hanno sviluppato dei sintomi di reazione anafilattoide, come riporta la CNN. Ciò ha convinto l’Agenzia del farmaco britannica (MHRA) a sconsigliare la somministrazione del vaccino Pfizer alle persone con una storia clinica caratterizzata da gravi reazioni allergiche (a medicinali, alimenti o vaccini) e anafilassi.
“Entrambi (i due operatori, ndr) si stanno riprendendo bene”, ha detto Stephen Powis, il direttore medico nazionale dell’NHS.
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Tra il 16 e il 17 dicembre 2020 è accaduto qualcosa di simile in Alaska, dove 2 operatori sanitari vaccinati (su 144 dosi somministrate alla sera del 16 dicembre) del Bartlett Regional Hospital di Juneau hanno sviluppato delle reazioni allergiche al vaccino anti-Covid.
Anche in questo caso, spiega il New York Times, si parla di reazione anafilattica iniziata circa “10 minuti dopo aver ricevuto il vaccino”. Uno dei due lavoratori, una donna di mezza età che non aveva una storia di allergie, ha sviluppato erezione cutanea sul viso e sul busto, mancanza di respiro e battito cardiaco elevato. Dopo aver ricevuto una dose di adrenalina, i sintomi sono riemersi, ed è stata necessaria così un’iniezione endovenosa di epinefrina, un trattamento con gli steroidi e, infine, il ricovero in terapia intensiva.
Anche sull’altro operatore sono stati notati particolari reazioni 10 minuti dopo la somministrazione. In particolare, sono stati segnalati gonfiore agli occhi, vertigini e mal di gola, trattati con epinefrina e alcuni farmaci (Pepcid e Benadryl). Dopo un’ora è tornato stabile ed è stato rilasciato. Tuttavia, il caso non è stato considerato come reazione anafilassi.
In seguito a ciò, la FDA (Food and Drug Administration) ha stabilito un “warning” solo per le persone che in passato abbiano segnalato gravi reazioni allergiche ai vaccini e ai loro componenti.
Che cosa dice l’opuscolo del vaccino anti-Covid?
Prima di comprendere il livello di gravità della situazione, facciamo chiarezza. Un’operazione di fact-checking di Open ci aiuta a a capire cosa dice l’opuscolo del vaccino Pfizer, il quale elenca le possibili avversioni, che sono note anche per altri vaccini:
- dolore nel punto dell’iniezione;
- affaticamento;
- mal di testa;
- dolore muscolare;
- brividi;
- dolore alle articolazioni;
- febbre;
- gonfiore nel punto dell’iniezione;
- arrossamento nel punto dell’iniezione;
- nausea;
- sensazione di disagio;
- linfonodi gonfi.
Siamo di fronte a reazioni abbastanza note e che possono essere immediatamente trattate, anche perché appunto si verificano durante la somministrazione di vaccini più noti, come quello antinfluenzale annuale.
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Che cos’è l’anafilassi?
Torniamo in Gran Bretagna per leggere la dichiarazione dell’MHRA successiva alle reazioni allergiche note: “Any person with a history of anaphylaxis to a vaccine, medicine or food should not receive the Pfizer/BioNTech vaccine. A second dose should not be given to anyone who has experienced anaphylaxis following administration of the first dose of this vaccine”.
Il termine medico anafilassi indica una reazione acuta che si scatena nell’organismo a seguito di un allergene o antigene. In questa casistica, dunque, possono rientrare tutti i vaccini, in quanto si tratta di una sostanza esterna al nostro corpo con cui veniamo in contatto, e che inducono delle reazioni allergiche. Generalmente, viene trattata con l’adrenalina.
Le reazioni allergiche col vaccino anti-Covid non sono una novità
Insomma, queste reazioni allergiche non sono nuove nel panorama scientifico internazionale, e per questo motivo ai neo-vaccinati per qualsiasi condizione (non solo Covid) viene richiesto di rimanere per 15 minuti in più all’interno della struttura ospedaliera per controllare eventuali reazioni allergiche (Il Post).
La particolare avversione a questi vaccini, quindi, risulta essere una notizia nota sotto diversi punti di vista. Innanzitutto, bisogna tener conto che il passaggio da sperimentazione a distribuzione del vaccino anti-Covid è abbastanza compresso – seppur ovviamente fatto in sicurezza. Basti pensare che, in media, per un vaccino di qualsiasi entità ci vorrebbero dai 6 agli 8 anni. La pandemia ha richiesto di accelerare i tempi.
Come detto, però, si trattano di reazioni allergiche note. L’azienda Pfizer ha spiegato ad Adnkronos Salute che, dalla fase 3 di sperimentazione, sono stati esclusi eventuali partecipanti che “avevano una storia di grave reazione avversa associata a un vaccino o di grave reazione allergica (ad esempio, anafilassi) a qualsiasi componente del vaccino sperimentale”. Insomma, era previsto.
In aggiunta, in base a un documento rilascio il 10 dicembre 2020 dalla FDA, dal titolo “Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee Meeting“, durante i test clinici sono state riscontrate reazioni allergiche sullo 0,63% dei partecipanti che hanno ricevuto il vaccino, percentuale che scende allo 0,51 per il gruppo placebo (cioè che aveva ricevuto una sostanza ‘indolore’). Inoltre, era già stata individuata una reazione anafilattica su quasi 19 mila vaccinati.
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Covid e reazioni allergiche: dobbiamo preoccuparci?
È ancora prematuro affermare che le reazioni allergiche comparse con il vaccino anti-Covid sono così importanti da bloccare l’intera filiera di distruzione del siero. Ovviamente, serviranno ulteriori approfondimenti per evitare il complicarsi della situazione. Anche perché, ad esempio, è stata ipotizzata come causa scatenante delle reazioni allergiche anche il glicole polietilenico, molecola che stabilizza il vaccino (Il Post).
“Secondo la letteratura scientifica disponibile, le reazioni allergiche ai vaccini sono eventi estremamente rari che si possono potenzialmente verificare con tutte le tipologie di vaccino”, ha confermato anche l’Aaiito (Associazione Allergologi ed Immunologi Italiani Territoriali ed Ospedalieri).
Infine, in un’intervista a La Stampa, Guido Forni, accademico dei Lincei ed ex ordinario di Immunologia, ha spiegato che le reazioni allergiche al vaccino Covid più spiacevoli riguardano “rari casi”, e che comunque i luoghi di vaccinazioni sono “molto attrezzati” per combatterle.
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