Il dibattito sul possibile vaccino Covid obbligatorio ha chiamato molti esponenti del governo ed esperti a dire la loro: ecco cosa sappiamo
Mentre la corsa ai vaccini contro il Coronavirus si fa sempre più intensa, da qualche settimana aleggia un domanda ricorrente: il vaccino contro il Covid sarà obbligatorio per tutti? Cerchiamo di capire quali sono attualmente le ipotesi sul tavolo di ministri e quali sono le posizioni degli esperti.
Domenica 22 novembre 2020 il ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto alla trasmissione televisiva Che tempo che fa su Rai 3 parlando, tra le altre cose, anche della possibile obbligatorietà del vaccino contro il Coronavirus: “Partirei con la non obbligatorietà, ma valuteremo”.
Una posizione quindi non troppo sbilanciata, che lascia comunque la porta aperta a diverse soluzioni: “Penso che con una campagna vera possiamo provare a raggiungere l’immunità di gregge senza partire dalla obbligatorietà, ma è una valutazione che faremo nel corso dei mesi”.
Qualche giorno prima, invece, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri aveva ipotizzato una vaccinazione obbligatoria per fasce d’età, con una campagna di vaccinazione che servirà per tutto il 2021.
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Durante il weekend è intervenuto sulla questione anche il direttore dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) Nicola Magrini.
In occasione dell’incontro “Un vaccino per tutti”, realizzato dalla rivista Internazionale a Ferrara (Emilia-Romagna), Magrini ha spiegato che “l’obbligatorietà è un meccanismo delicato che va riservato solo in casi estremi, come al personale sanitario e al personale delle Rsa, ma deve essere usato con molta cautela perché occorre stimolare invece la responsabilità e la fiducia individuale fornendo informazioni adeguate”.
Inoltre, il direttore ha annunciato che la stessa AIFA ha in cantiere un’idea precisa per monitorare in quanti si vaccineranno contro il Covid: “Stimoleremo ulteriori studi per una farmacovigilanza attiva anche con mezzi innovativi, come un’app” (forse simile a Immuni?).
Oltre a una nuova applicazione per smartphone dedicata all’emergenza pandemia, potrebbe arrivare anche il patentino del vaccino contro il Coronavirus.
L’idea è stata annunciata dal commissario all’emergenza (da qualche tempo anche responsabile del piano vaccini Covid in Italia) Domenico Arcuri, il quale ha dichiarato che è in cantiere una “una piattaforma informatica che consentirà di gestire la verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto” (Sole24Ore).
Le sue parole hanno destato molto scalpore, tant’è che il microbiologo Andrea Crisanti è dovuto intervenire a Buongiorno su Sky TG24 per specificare meglio alcune sue dichiarazioni in merito al vaccino per il Covid.
Inizialmente, infatti, il microbiologo aveva affermato che non si sarebbe sottoposto al vaccino contro il Coronavirus, ma al programma di Sky TG24 ha chiarito meglio la sua posizione: “Ribadisco che sulle basi delle conoscenze che abbiamo oggi non mi farei il vaccino. Se dovessero rendere pubblici i dati e la comunità scientifica ne validasse la bontà me lo farei, non ho alcun dubbio su questo”.
Crisanti ha anche precisato che non è contrario alla vaccinazione, ma chiede prima dati precisi: “Io sono a favore del vaccino, soltanto chiedo la massima trasparenza e non penso che il vaccino sia un oggetto sacro, tutto qui. […] Non esiste che per un vaccino approvato con una procedura affrettata debba essere prevista l’obbligatorietà”.
Una delle ultime persone che avrà sicuramente l’ultima parola sarà Walter Ricciardi, professore di Igiene dell’Università Cattolica e consulente scientifico del ministero della Salute.
Ad Agorà, trasmissione su Rai 3, il professor Ricciardi non ha escluso nessuna possibilità: “Per il momento ho consigliato al ministro di prevedere la volontarietà per gli adulti, ma se capissimo che serve il 90-95% di copertura per ottenere l’immunità di gregge, senza la quale ci troveremmo di fronte alla necessità di dover bloccare la produttività e la mobilità per il Paese, si potrebbe, per cause di forza maggiore, valutare anche l’obbligo”.
Si tratterebbe strutturalmente dell’opzione da ultima spiaggia. Ma, oltre all’eventuale obbligatorietà, Ricciardi ritiene che andrebbe anche fatta una campagna di sensibilizzazione: “Credo che se viene adeguatamente spiegato che questo vaccino è sicuro e che è l’unico modo per tornare alla normalità, la gente si convinca”.
Il 1° dicembre 2020 anche il Comitato nazionale di bioetica (CNB) ha dato la sua opinione sul dibattito attraverso il report “I vaccini e Covid-19: aspetti etici per la ricerca, il costo e la distribuzione”. Il CNB sottolinea di “non escludere l’obbligatorietà del vaccino anti-Covid in casi di emergenza, soprattutto per i gruppi professionali maggiormente esposti all’infezione e alla sua trasmissione”.
Altresì andrebbe revocato nel caso in cui il virus “non sussista più un pericolo importante per la società e sia privilegiata e incoraggiata l’adesione spontanea da parte della popolazione”. Secondo il Comitato, bisogna attivare tutti gli sforzi necessari “per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale”.
Al momento rispondere a questa domanda è abbastanza complicato, visto che il dibattito oggi è ancora apertissimo e infuocato. Le prime dosi di un vaccino (in Italia il primo ad arrivare dovrebbe essere quello di Pfizer) saranno rese disponibili sicuramente a operatori sanitari, persone fragili e individui a serio rischio Covid, ma c’è anche l’ipotesi (non confermata da fonti ufficiali, sono più voci di corridoio) che tale pianificazione venga estesa anche agli insegnanti.
Ultima modifica: 01/12/2020