La crescita dei contagi, le varianti Pirola ed Eris, la riapertura delle scuole e, ora, i vaccini contro il Covid anticipati rispetto alla campagna prevista qualche settimana fa. Da diversi giorni non si fa altro che parlare nuovamente del Coronavirus, vista la leggera impennata dei casi registrati da un mese a questa parte.
Tutto sotto controllo, ovviamente, vista anche l’esperienza maturata nei primi due anni della pandemia. Ora però il gioco si sposta sulla prevenzione: i vaccini sono efficaci contro lo sviluppo della forma grave della malattia, e dunque restano uno strumento utile per contrastare il virus.
“I numeri dei contagi sono aumentati – ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci a RTL 102.5 -. Dato prevedibile, in linea con quello che pensavamo”. Poi il messaggio sui vaccini: “È un presidio fondamentale. I vaccini dovrebbero essere disponibili dalla prossima settimana. Partirà una campagna per invitare la popolazione a vaccinarsi sia per il Covid che per l’influenza. Saranno gratuiti per tutti, anche per chi non rientra nelle fasce raccomandate. Stiamo verificando la distribuzione, ma nelle regioni puntiamo sulle farmacie e sui medici di medicina generale”.
Vaccini Covid aggiornati al 2023, chi può farlo?
Insomma, rispetto alla precedente comunicazione fatta dal Ministero della Salute, cambiano i tempi di somministrazione dei nuovi vaccini contro il Covid. Non più ottobre, da verosimilmente dal 25 settembre 2023, parafrasando quanto dichiarato da Schillaci.
La nuova campagna vaccinale sta per partire, e avrà a disposizione il nuovo vaccino anti-Covid aggiornato contro la variante XBB.1.5 (detta anche Kraken), attualmente in circolazione nel nostro Paese. Tra i vaccini, potrebbe essere impiegato Comirnaty.
Al momento ancora non è uscita la circolare ministeriale aggiornata in tema, ma possiamo presumere che chi può prenotarsi e fare una dose rientra in una delle categorie già ben note al Sistema Sanitario Nazionale. “È importante il vaccino per le categorie indicate come fragili e ultra 60enni, nonché per gli operatori sanitari”, ha ricordato Schillaci.
In base all’ultima circolare pubblicata dal Ministero della Salute, le categorie che potrebbero essere chiamate a vaccinarsi sono:
- Persone di età pari o superiore a 60 anni;
- Ospiti delle strutture per lungodegenti;
- Donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum”
comprese le donne in allattamento; - Operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle
strutture di lungodegenza; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano
tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione; - Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave, quali:
- Malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO, la fibrosi polmonare idiopatica, l’ipertensione polmonare, l’embolia polmonare e le malattie respiratorie che necessitino di ossigenoterapia;
- Malattie dell’apparato cardio-circolatorio (esclusa ipertensione arteriosa isolata), comprese le cardiopatie congenite e acquisite, le malattie coronariche, lo scompenso cardiaco e i pazienti post-shock cardiogeno;
- Malattie cerebrovascolari;
- Diabete/altre endocrinopatie severe quali diabete di tipo 1, diabete di tipo 2, morbo di Addison, panipopituitarismo;
- Malattie neurologiche quali sclerosi laterale amiotrofica e altre malattie del motoneurone, sclerosi multipla, distrofia muscolare, paralisi cerebrali infantili, miastenia gravis, altre malattie neuromuscolari, patologie neurologiche disimmuni e malattie neurodegerative;
- Obesità (BMI >30);
- Dialisi o insufficienza renale cronica;
- Malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, quali talassemia major, anemia a cellule falciformi e altre anemie croniche gravi;
- Patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi, in attesa di trattamento o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;
- Trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
- Trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);
- Attesa di trapianto d’organo;
- Terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART);
- Immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);
- Immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);
- Asplenia anatomica o funzionale Pregressa splenectomia o soggetti con indicazione alla splenectomia in elezione;
- Infezione da HIV con sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), o con conta dei linfociti T CD4+ <200 cellule/μl o sulla base di giudizio clinico;
- Malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
- Sindrome di Down;
- Cirrosi epatica o epatopatia cronica grave;
- Disabili gravi ai sensi della legge 104/1992 art. 3 comma 3.
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Ultima modifica: 19/09/2023