Turismo accessibile in tempo di Covid, il commento di Riccarda Ambrosi

Redazione:

Di turismo accessibile per le persone disabili se ne parla sempre tanto negli ultimi anni e sicuramente tante cose sono migliorate, ma il cammino è lungo e tortuoso per arrivare ad un risultato più completo ed incoraggiante.

Quante volte ci siamo sentiti dire la frase di scrivere una mail di reclamo se non troviamo l’hotel accessibile per le nostre esigenze come invece ci avevano promesso, un percorso per passeggiate adeguato, un bagno per persone disabili, un ristorante o bar senza scalini, una mostra culturale dove puoi vedere solo due stanze anziché dieci perché ci sono le scale e l’ascensore non funziona? Quante volte è andata così?

Tantissime volte che ti rendono ancora più disabile, incavolata e rancorosa, una persona che pretende cose impossibili…ma non è così. Si pretende di vivere i posti, i luoghi belli da vedere, ma non solo da dietro il finestrino della propria auto, come spesso succede. Ti viene negato quando vai a sbattere contro un’accessibilità reale, non quella dichiarata dai Comuni, dalle città, dai gestori degli hotel, dai servizi turistici, dalle agenzie di viaggio, etc.

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Il turismo accessibile e il Covid-19

A tutto questo ora si è aggiunto un’altra complicazione che si chiama Covid-19, un soggetto nuovo, pericoloso per la vita di tutti, che ci ha allontanato, che ci ha reso invisibili ancora più di prima, che ci ha tolto gli affetti da abbracciare, che ci ha isolati nelle nostre case, che ci ha tolto quella poca autonomia che tutti i giorni lottavamo per avere.

Insomma, un personaggio che ci ha complicato la vita anche per quel che riguarda il benedetto turismo accessibile. Ora è tutto più difficile, ora dobbiamo mantenere delle distanze che non ci consentono di poterci far aiutare anche solo per entrare a fare un bagno al mare o in piscina, ancora più difficile chiedere aiuto se non siamo schermati e così irrimediabilmente isolati da chi ci accompagna e non è nostro congiunto.

Come facciamo a far le cose che già faticavamo a fare prima quando eravamo in libertà? A noi serve il contatto con le altre persone, a noi serve interagire, a noi serve un aiuto concreto, vicino, senza contare le disabilità più gravi dove davvero queste cose sono fondamentali per vivere.

Difficile rimediare a tutto questo, alla nostra lotta quotidiana per poter gustare dei luoghi di vacanza meravigliosi, dove poter sentire gli odori, mescolarsi con la gente, sentirsi tutti uguali anche se affetti da disabilità, anzi… Dimenticarsi in questo modo della propria disabilità perché puoi fare le cose come le fanno gli altri.

Spero di sbagliarmi ma credo che il turismo di quest’anno sarà un turismo selezionato per le persone più abbienti e probabilmente mancante per le persone disabili.

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Riccarda Ambrosi
Volto storico di Abilitychannel è autrice di articoli scientifici sulle patologie neurodegenerative e neuromuscolari, di articoli sui problemi dell'accessibilità e sugli sport paralimpici. Segue la Nazionale Calcio Amputati nel settore di avviamento al calcio per i bambini amputati o con difficoltà motorie. E' Consigliere di Anchio, Onlus di Milano che favorisce l'inclusione al contrario di bambini disabili verso bambini normodotati. E' Presidente dell'Associazione "Tutti in acqua Onlus", creata a Iseo per promuovere lo sport e l'integrazione tra le persone con difficoltà motorie e relazionali e le persone normodotate, scopo sociale che favorisce anche il turismo accessibile e la gestione di eventi dedicati. Per la Fispes, Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali del Comitato Italiano Paralimpico, è Referente Scuola per i rapporti con le famiglie per l'Academy Calcio di bambini amputati e cerebrolesi. Membro della Commissione Paralimpica della Federazione Italiana Bocce, che si occupa di atleti normodotati e di atleti paralimpici e con difficoltà motorie e cognitive.

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