I test per la depressione sono strumenti utilizzati per valutare la presenza e la gravità dei sintomi depressivi. Ecco quali sono
I test per la depressione sono strumenti utilizzati per valutare la presenza e la gravità dei sintomi depressivi in una persona. Questi test sono spesso utilizzati come parte di una valutazione clinica per determinare se qualcuno soddisfa i criteri diagnostici per la depressione o se sta affrontando altri disturbi dell’umore. Ci sono diversi tipi di test per la depressione, tra cui:
Questi test possono fornire indicazioni sulla presenza di sintomi depressivi, ma non sono strumenti definitivi per una diagnosi. La diagnosi infatti è compito di un professionista della salute mentale qualificato e non bisogna mai saltare a conclusioni affrettate. Se stai vivendo sintomi depressivi o conosci qualcuno che lo fa, il consiglio è quello di rivolgersi il prima possibile al proprio medico di base.
I test per la depressione esistenti sono sempre somministrati da professionisti della salute mentale come psicologi o psichiatri. I questionari di valutazione sono un tipo comune di test utilizzato per identificare i sintomi della depressione e valutarne l’intensità. Ecco alcuni dei questionari di valutazione più comunemente utilizzati:
N.B: un test non è una diagnosi. Si tratta di questionari che forniscono informazioni sulla condizione psicologica di una persona. Queste risposte devono essere analizzate da professionisti della salute e incrociati con altre valutazioni di carattere medico. Nessun test può sostituire la presenza del medico o in generale di un professionista.
Il Manto Depression Risk Calculator è stato sviluppato specificamente per individui adulti di età pari o superiore a 55 anni che desiderano valutare il loro rischio di sviluppare la depressione nei prossimi due anni. Questo strumento si basa sui risultati dello studio Manto, che ha utilizzato i dati di 39.439 individui provenienti dal dataset europeo SHARE. Il modello Manto ha dimostrato di avere una buona capacità predittiva, con un’Area Under the Curve (AUC) pari a 0,81, un Intervallo di Confidenza (IC) del 95% compreso tra 0,79 e 0,82, una sensibilità dell’84,3% e una specificità del 58,4%.
È fondamentale sottolineare che i calcolatori di predizione del rischio online non sono strumenti diagnostici. Nel caso in cui il tuo punteggio di rischio risulti elevato, ti consigliamo di condividere i risultati con un professionista sanitario qualificato.
Ecco il link per fare il test.
Sono molti i contributi che si possono trovare sul web inerenti ai test per la depressione. Alcuni sono articoli di approfondimento, altri sono interventi di professionisti affermati che lavorano nel settore. Ecco la risposta della dottoressa Mariella Bruno, presente sul web con un sito che affronta nel profondo queste tematiche. Prima di capire quali test per la depressione cercare, è meglio indagare bene sui sintomi.
La dottoressa Bruno parla di depressione come “una alterazione dell’umore caratterizzato da un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici, affettivi e relazionali che, nell’insieme, inficiano in maniera lieve o grave il funzionamento individuale e sociale della persona. l’alterazione dell’umore può essere in senso depressivo (caduta del tono dell’umore) oppure in senso maniacale (umore esageratamente euforico), determinando così stati depressivi unipolari e bipolari. Nel seminario ho focalizzato l’attenzione sulla Depressione Unipolare e in particolare sull’Episodio Depressivo, sul Disturbo Depressivo Minore e Maggiore”.
Questi i campanelli d’allarme che potrebbero portare a fare dei test per la depressione:
Leggi anche: Qual è la differenza tra disturbo d’ansia e depressione?
Barbara Bandinelli è una psicoterapeuta individuale, di coppia e di gruppo. Lavora con preadolescenti e adolescenti, oltre che con persone adulte, che hanno disagi emotivi e psicologici con origine diversificata. Ecco un passo dal suo blog, che fa capire se ha senso procedere con i test per la depressione.
“Ecco, questo esempio paradossale proprio per dire che il dolore interno, psicologico, spesso non è meno grave e forte di quello fisico, ma viene troppo spesso misconosciuto e non percepito. Anche chi ne soffre in prima persona talvolta impiega del tempo per decidere di affrontarlo coi giusti strumenti e rischia di ricorrerere a strategie conpensatorie quali uso di sostanze stupefacenti e alcool, ritiro sociale, orari di lavoro estenuanti…. onde evitare il vuoto interno e le relative emozioni sottese che, se percepite, risuterebbero insostenibili.
Il clinico, psicologo psicoterapeuta, che accoglie la domdanda del paziente, dovrà svolgere un paio di colloqui psicologici con l’obiettivo di inquadrare la situazione specifica del paziente, la forma depressiva eventualmente in atto, le cause che l’hanno generata per poi pensare ad un progetto terapeutico necessario da mettere in atto per affrontare la richiesta del paziente, tutto ciò in un clima di ascolto professionale, rigoroso e rispettoso”.
Leggi anche: Depressione giovanile: cos’è, sintomi, cause e cura
Ultima modifica: 10/06/2023