Tamponi molecolari, tamponi rapidi, test antigenici, campioni di saliva e altro: i test per Coronavirus sono tanti, capiamo l'affidabilità
Con la pandemia da Covid-19 abbiamo imparato a conosce sulla nostra pelle cos’è il tampone naso-faringeo. Ad oggi, si tratta dell’unico test per Coronavirus con un valore di diagnosi clinica, cioè l’unico che può dirci effettivamente se abbiamo un’infezione da Sars-Cov-2. Nel corso degli ultimi mesi però si sono aggiunti altri tipi di test. Cerchiamo di capire quali sono, quanti sono, come si fanno e qual è il loro valore clinico.
Il tampone molecolare è noto anche come tampone, tampone nasofaringeo e tampone oro-faringeo. È il più affidabile di tutti i test per Coronavirus attualmente in circolazione, ed è quello consigliato peculiarmente nel caso in cui si sospetta che una persona abbia i sintomi del Covid oppure sia entrata in contatto con un individuo confermato positivo.
Oltretutto è utile anche come screening per gli operatori sanitari ed è consigliato alle persone fragili a rischio infezione grave. Di norma, la necessità del tampone molecolare è valutata dal proprio medico di famiglia o dalla ASL territoriale di riferimento. I risultati sono eseguiti dai laboratori del Servizio Sanitario Nazionale.
Il tampone nasofaringeo cerca frammenti del materiale genetico (Rna) del virus, per questo motivo si tende a raccogliere un campione delle vie respiratorie anche nelle cavità nasali. In generale, quindi, si preleva il muco della mucosa rinofaringea e dell’orofaringe: nel caso in cui vengano rilevati questi frammenti, allora la persona è positiva al Covid.
È un test poco invasivo e poco doloroso: la persona potrà accusare semplicemente un leggero fastidio a contatto con il tampone, soprattutto con il campione nasale.
Il dato più importante del test molecolare è il fatto che ci conferma se l’infezione da Sars-Cov-2 è in corso, cioè ci dice la situazione del nostro organismo in tempo reale. Ecco perché si tratta dell’unico test per Coronavirus con una diagnosi clinica certificata.
Il limite invece è la lentezza: come abbiamo visto durante la seconda ondata, più i contagi crescono, più è complesso operare un tracciamento il più possibile affidabile in tempo reale. Questo perché i risultati richiedono molto più tempo per essere analizzati e confermati, e dunque alcune persone rischiano di attendere l’esito del test anche per giorni.
In alcuni casi, comunque, è possibile eseguire i test rapidi, ma è bene ricordare che non possono sostituire completamente gli esiti del dal test molecolare, in quanto non hanno la stessa valenza diagnostica.
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Alcune strutture danno la possibilità di richiedere dei tamponi rapidi che, a differenza di quelli molecolari, hanno un valore prettamente di screening (e dunque non sono affidabili per una diagnosi clinica efficace).
L’obiettivo dei test rapidi per Coronavirus è ricercare le proteine virali in grado di legarsi agli anticorpi, note come antigeni. Per farlo, basta un campione di saliva oppure un tampone niro-faringeo, ed è possibile ottenere i risultati anche senza strumenti di laboratorio. Tra i loro punti di forza, ci sono i costi notevolmente contenuti e la rapidità dei risultati (alle volte basta anche mezz’ora).
Tuttavia, come detto precedentemente, non bastano a confermare una diagnosi certificata di Covid, ed è sempre consigliato fare un test molecolare. Questi strumenti, infatti, possono creare casi di falsi negativi e falsi positivi, cioè individui che non sanno precisamente di avere o meno contratto la malattia.
Come mai accade ciò? Nei casi di falsi negativi, ad esempio, potrebbe dipendere molto dalla bassa carica virale del virus oppure dal fatto che la persona in questione è nelle fasi conclusive delle patologia. I tamponi rapidi hanno una minore sensibilità di ricerca del virus rispetto al molecolare, e dunque l’incertezza della diagnosi è molto alta.
All’inizio i tamponi rapidi venivano utilizzati negli aeroporti, nei porti e nelle scuole, in quanto comunque sono strumenti utili come screening di massa, cioè per capire la diffusione dell’epidemia e intercettare velocemente il maggior numero di veri positivi. Con una nota diffusa dal Ministero della Salute, i test rapidi sono stati equiparati ai tamponi molecolari, ma solo in alcune circostanze.
Conosciuti anche con il nome di test immunologici, i test sierologici sono utili per setacciare gli anticorpi diretti che si producono una volta che la Sars-Cov-2 è entrata nel nostro organismo. Se vengono scoperti questi anticorpi, significa allora che siamo entrati a contatto con il virus.
Gli anticorpi che principalmente vengono ricercati sono le immunoglobuline IgM e IgG nel sangue: le prime sono prodotte a seguito dell’entrata del virus nel nostro organismo; le seconde, invece, riguardano la “memoria” del nostro organismo, cioè se è stato immagazzinato il ricordo dell’infezione, e quindi ci aiutano a capire se l’infezione da Coronavirus è avvenuta da tempo.
Da ciò capiamo che i test sierologici non sono come i tamponi molecolari, in quanto non scannerizzano la situazione del nostro organismo in tempo reale, ma cercano memorie di una passata infezione (ed è il più grande limite di questi test per Coronavirus, in quanto non confermano se l’infezione è ancora in atto, perciò non possono sostituire il molecolare).
Esistono 2 tipologie di test seriologici:
Nel corso del tempo si sono avvicendate numerose notizie che confermerebbero l’acquisizione dell’immunità grazie alla produzione degli anticorpi IgG a infezione avvenuta. In realtà questo dato non è stato mai ufficialmente confermato dalla comunità scientifica internazionale, che ha anche abdicato l’ipotesi dell’immunità di gregge come soluzione alla pandemia (mentre si punta alla produzione di un vaccino).
I test molecolari rapidi non sono ancora stati validati in Italia, ma recentemente hanno acquisito notorietà per aver ottenuto dei risultati importanti in alcune ricerche che sottolineerebbero l’importanza di questi test nel lavoro di screening.
Secondo alcuni studi, infatti, basterebbe un campione di saliva per poter trovare tracce del virus, e non servirebbe neanche un operatore sanitario per la raccolta del campione.
Va detto però che al momento stiamo parlando di test non perfettamente affidabili, e quindi non sostituiscono i tamponi nasofaringei. Da una parte sono a basso costo e consegnano risultati rapidi, dall’altra non hanno un valore diagnostico clinico ufficiale.
Al momento ne esistono di 2 tipi:
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Ultima modifica: 12/01/2021