Ci siamo, la terza dose di vaccino contro il Covid è ufficialmente realtà. Anche l’Italia ha iniziato un nuovo ciclo di somministrazione della vaccinazione contro l’attuale pandemia. Prima di capire a chi spetta e quando può essere richiesta, bisogna fare una precisazione. Strategicamente parlando, questa nuova dose si differenzia in:
- dose addizionale: dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria;
- dose “booster”: dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria.
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Terza dose di vaccino Covid: a chi spetta e quando somministrarla
Insomma, per spiegare a chi andrà e quando la terza dose di vaccino contro il Covid bisogna tenere in considerazione il distinguo fatto precedentemente, come specificato dalla circolare del Ministero della Salute del 14 settembre 2021.
Dose addizionale
Per accedere alla dose addizionale bisogna almeno aver ricevuto due dosi di vaccino a m-RNA (o anche quelle a vettore virale), e sarà possibile ricevere un qualsiasi vaccino di questo tipo autorizzato in Italia (Pfizer in soggetti con età maggiore ai 12 anni, Moderna in soggetti con età maggiore ai 18 anni). Tale dose – il cui iter considerato prioritario è già iniziato dal 20 settembre scorso – va somministrata dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose, e riguarda persone nelle seguenti condizioni:
- trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
- trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);
- attesa di trapianto d’organo;
- terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART);
- patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi,
mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure; - immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);
- immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea
ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con
rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.); - dialisi e insufficienza renale cronica grave;
- pregressa splenectomia;
- sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+< 200cellule/µl o sulla base di giudizio clinico.
Inoltre l’AIFA ha pubblicato un documento specificando la lista dei farmaci a maggior attività immunosoppressiva o immunomodulante, “da considerare ai fini della selezione dei soggetti per i quali può essere indicata la dose addizionale di vaccino anti Covid-19”.
Dose “booster”
La terza dose contro il Covid è detta anche “booster” quando viene somministrata in persone ad alto rischio a causa di proprie fragilità che può essere associata allo sviluppo di una malattia grave o fatale oppure per “esposizione professionale”. Va somministrata almeno sei mesi dopo l’ultima dose (cioè dal completamento del primo ciclo vaccinale). Anche in questo caso la strategia prevede di utilizzare solamente i vaccini a m-RNA.
E proprio il 27 settembre 2021 il Ministero della Salute ha pubblicato una nuova circolare con la quale avvia la somministrazione della terza dose “booster” contro il Covid, in base al seguente ordine:
- soggetti di età ≥ 80;
- personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani;
- in un momento successivo, agli esercenti le professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario (che svolgono le loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali) a partire dai soggetti di età ≥60 anni o con patologia concomitante tale da renderli vulnerabili a forme di COVID-19 grave o con elevato livello di esposizione all’infezione.
Successivamente una nuova circolare ha allargato la platea di beneficiari a:
- persone con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti di età uguale
o maggiore di 18 anni; - soggetti di età ≥ 60.
Oltretutto, si legge ancora, “la strategia di offerta vaccinale a favore di ulteriori gruppi target o della popolazione generale verrà invece decisa sulla base dell’acquisizione di nuove evidenze scientifiche e dell’andamento epidemiologico”. Si tratta comunque di un calendario particolarmente poco chiaro, in quanto non sono state specificate delle date certe per tutte le categorie interessate.
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