Insieme al tecnico della nazionale Gianluca Vignali, cerchiamo di conoscere meglio il Tennis in Carrozzina e le sue regole.
“L’unica differenza tra le due attività è che il giocatore in carrozzina ha la possibilità di colpire la palla anche dopo il secondo rimbalzo, per il resto valgono le regole internazionali del tennis internazionale dei normodotati”.
“Possono partecipare tutti coloro che hanno una disabilità certificata agli arti inferiori (paraplegici o amputati) che vada da un minimo del 30 percento ad un massimo inesprimibile data appunto da poter giocare a tennis, non ci sono differenziazioni di livello di handicap, si gioca praticamente tutti contro tutti, tranne la categoria dei Quod che deriva dal termine anglosassone, quadriplegic che è riservata ad una categoria che non solo hanno problemi agli arti inferiori ma hanno problemi anche agli arti superiori e quindi hanno molta più difficoltà a spingere una carrozzina”.
“Se si parla di Tennis ad alto livello ormai i tennisti sono molto vicini a i normo dotati, credo si possa affermare che un giocatore ad alto livello si allena tutti i giorni fa preparazione atletica con un preparatore atletico, molto spesso sono seguiti dagli psicologi sportivi, dunque una preparazione a 360°”.
“Per un principiante che vuole imparare a giocare, iniziare a gettare le basi per una carriere sicura, si va da un minino di due volte la settimana ad un massimo di quattro volte la settimana”.
“E’ una carrozzina particolare, diversa da quella da passeggio, in quanto la carrozzina deve avere la necessità di essere stabile sul terreno, specialmente nella rotazione sia interna che esterna che deve avere per un movimento continuo e fluido, sono carrozzine molto simili a quelle che si usano nel basket in carrozzina, molto più leggere, molto più personalizzate, anche dovuto dal fatto che per giocare a Tennis serve una preparazione atletica molto forte, una partita di tennis non si può sapere quanto può durare, da un ora a cinque ore, dunque il mezzo in certe situazioni ha una forte incidenza”.
“Per un disabile giocare a tennis offre degli indubbi vantaggi, alcuni sono facilmente capibili, si gioca nelle stesse strutture nelle quali giocano i normo dotati, dunque non ci sono differenze sostanziali, tra il tennis in piedi e il tennis in carrozzina, si può giocare con persone in piedi, non ha necessità di strutture particolari che possano permettere di svolgere l’attività, è uno sport molto simile a quello dei normo dotati, specialmente se uno ha già giocato in precedenza, è un prolungamento dell’attività che svolgeva prima”.
“Ci sono varie realtà a cui e possibile rivolgere le nostre attenzioni, in primis il comitato paralimpico, che è il promotore dello sport disabile in Italia, per l’attività di base, per l’associazionismo, sono i più immersi in questo mondo, il nostro settore è stato demandato alla federazione tennis per quanto riguarda l’attività sportiva sul campo, basta informasi presso i comitati regionali, presso la FIT ci sono tutte le informazioni possibili per iniziare l’attività”.
Ultima modifica: 18/06/2020