È il 24 marzo 2024 quando in Nuova Zelanda appaiono delle suggestive aurore polari provocate da una pioggia di raggi cosmici, a sua volta causata da una tempesta geomagnetica di classe G4, considerata severe.
Nonostante il risultato di questo processo abbia determinato la nascita di un incredibile fenomeno naturale, questa particolare tempesta può generare particolari danni e conseguenze sui satelliti artificiali in orbita attorno la Terra, ai GPS oppure scenari ben peggiori.
In questo approfondimento, studiamo per bene cos’è una tempesta geomagnetica e se ci sono rischi particolari e pericolosi per l’uomo e per l’ecosistema del nostro pianeta.
Cosa fa e cosa provoca una tempesta geomagnetica?
Come spiega la ricercatrice dell’INGV Roberta Tozzi, le tempeste geomagnetiche sono il risultato di una particolare attività che avviene sul Sole. Può accadere che la stella del nostro sistema solare abbia fasi di grande attività ed espella massa coronale, causando delle vere e proprie esplosioni, le cui particelle vengono rilasciate nello spazio a grande velocità grazie all’aiuto del vento solare. Può poi capitare che queste particelle arrivino sulla Terra.
In alcuni casi queste particelle penetrano nella magnetosfera del nostro pianeta. Questo perché sia il Sole che la Terra hanno un proprio campo magnetico che, se si incontrano, annullano l’effetto “schermante” della nostra magnetosfera, permettendo quindi alle particelle solari di entrare e producendo così variazioni del campo magnetico.
Una tempesta geomagnetica può avvenire ogni 11 anni, e possiamo riconoscere l’andamento dell’attività solare in base alle macchie solari: il ciclo ha inizio quando il numero di macchie solari è al minimo, mentre quando raggiunge il suo massimo sarà a metà, per poi diminuire di nuovo il numero per iniziarne uno nuovo. Per cui, più alto è il numero di macchie solari, più alte sono le probabilità che si verifichino queste tempeste, note anche come tempeste solari.
Queste correnti elettriche indotte geomagneticamente possono avere conseguenze negative sui sistemi di distribuzione dell’energia, degli oleodotti, dei gasdotti e delle reti ferroviarie, pregiudicandone il loro funzionamento. Si possono quindi manifestare dei black-out, come accaduto nel marzo 1989 in Quebec (Canada).
Inoltre, possiamo assistere anche ad altri tipi di complicazioni, come la perdita delle comunicazioni GPS, dei segnali televisivi, dei voli aerei e di altre forme di comunicazione basate sui satelliti artificiali in orbita attorno alla Terra, visto che quest’ultimi verrebbero compromessi dalla tempesta. Esiste un rischio anche per gli astronauti che si trovano in missione nello spazio.
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Cos’è successo con la tempesta geomagnetica del marzo 2024
Come scrive Space weather, il 23 marzo il telescopio del National Solar Observatory in Australia ha registrato un doppio flare solare di classe X scatenato dall’esplosione di due macchie solari (AR3614 e AR3615), che ha innescato una tempesta geomagnetica.
Il 24 marzo 2024 questa tempesta di classe G4, la più forte mai registrata dal settembre 2017, ha colpito il campo magnetico terrestre, creando una crepa nella magnetosfera del nostro pianeta. Finora non sono stati riscontrati danni particolari, ma solo il fascino dell’aurora boreale.
“Mi sono svegliato presto e, quando ho visto che era in corso una tempesta, sono saltato giù dal letto e sono corso verso il mio punto di osservazione preferito a Hoopers Inlet – ha affermato il fotografo Ian Griffin, che ha documentato il fenomeno su Instagram -. La bellissima aurora australis era facilmente visibile nonostante le nuvole e la brillante luce della luna.”
Nonostante la situazione sia tornata alla normalità, questa calma potrebbe essere apparente, in quanto la macchia solare gigante AR3615 che cambia forma rappresenta una minaccia costante per i brillamenti solari che viaggiano verso la Terra. Tanto che le aurore potrebbero apparire ancora in Europa e negli Stati Uniti d’America per tutta la settimana.
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