Tania Bocchino ci riceve nella sua casa di Feletto, nella zona del Canavese vicino Torino. Tania Bocchino è un’artista disabile recente vincitrice dell’ importante premio Luca Pron con la sua “L’Opera al Nero”.
“io sono convinta che nessuna libertà è concessa all’uomo… – comincia Tania Bocchino – siamo vittime dei nostri globuli rossi e della nostra natura biologica il nostro dramma supremo non è l’idea della morte ma l’idea di dover dipendere dal nostro corpo quindi soltanto immaginando di essere liberi possiamo afframcarci da questa pesante subordinazione” questo è il messaggio che Tania Bocchino vuole lanciare con la sua “L’Opera al Nero” .
Tania Bocchino non è una fotografa professionista, non ha grandi conoscenze tecniche “mi sono avvicinata – continua Tania Bocchino – alla fotografia perchè mi permetteva di creare, volevo cercare di concretizzare le immagini che io sentivo dentro di me…così è nato per caso…con una mia amica che ha deciso di spogliarsi per me e farmi fare qualche scatto di prova…che poi ho rielaborato con delle tecniche di disegno digitale”.
“Noi ci identifichiamo con il nostro corpo – prosegue Tania Bocchino – però noi siamo tante persone, io non solo soltanto Tania, sono innumerevoli Tania…e quindi mi avvicino al libro che ha scritto Camille Paglia “Sexual Personae” dove sostiene che noi siamo innumerevoli persone…in tutto questo c’entra tantissimo l’erotismo, la sessualità, il fatto che la natura si identifica con il sesso, la natura è il sesso…Camille Paglia dice che il sesso non può essere compreso perchè la natura non può essere compresa”
“Il sesso è una cosa meravigliosa e pericolosa, è bella perchè terribile e tremenda, è la forza che spinge ed utilizza la natura per la perpetuazione della specie – continua Tania Bocchino, noi ne abbiamo bisogno, mentre gli animali rispondono ad un istinto puro…noi abiamo bisogno dell’eccitazione che ci consenta di portare avanti la missione che ci ha affidato la natura, madre natura…che in realtà è una madre infida, non una madre amorevole…” Tania Bocchino sostiene che la madre non è soltanto colei che nutre un grande affetto per il proprio figlio, la madre ama il figlio con un amore morboso, è esiziale, lo da alla luce e quindi lo condanna alla morte, un bersaglio che prima o poi tutti gli uomini raggiungeranno.
“La donna è stata vista come un nemico – dichiara Tania Bocchino – la donna è identificabile con la natura…di conseguenza è pericolosa…la bellezza è la nostra arma per cercare di esorcizzare la natura – sottolinea Tania Bocchino – se non ci fosse la bellezza rappresentata dai lineamenti di un corpo particolarmente piacevoli, dalle fattezze di un individuo, probabilmente non ci sarbbe più la prosecuzione della specie, probabilmente non riusciremmo più a fare sesso con un’altra persona…”
“Già per il fatto di essere donna io ho potere sull’universo maschile e poi anche perchè sono carina e…disabile”.
“Il corpo siamo noi, la nostra identità, è tutto ciò che abbiamo, anche i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre emozioni originano dal corpo – afferma Tania Bocchino – e il corpo può essere al tempo stesso molteplici cose, può essere merce, giocattolo, vettore per la conoscenza e la consapevolezza, deve diventare tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ma questo non sempre è possibile nella vita, per questo abbiamo bisogno dell’immaginazione, serve la fantasia, serve cercare di uscire dal corpo…”.
“Il corpo ci permette di sentire delle sensazioni che arrivano dall’esterno…il mio corpo può essere un ricettacolo di piacere come di dolore, è fondamentale avere un buon rapporto con il proprio corpo…” Nel caso delle persone disabili il corpo viene martoriato, diventa vittima della forza di gravità, vittima della pesantezza, che rende difficile svolgere una vita normale, in molti casi rende impossibile condurre una vita dignitosa.
“Tutti noi siamo prigionieri, non solo io per via della mia disabilità…quando ho realizzato – Dolls ho cercato di rappresentare un episodio religioso pur essendo agnostica…ho voluto utilizzare la passione del Cristo, dalla sua morte alla sua deposizione, mettendo insieme diversi scenari di vita…”
“Vorrei soffermarmi sulla Pietà…su questa madre che tiene in braccio il figlio con i suoi lineamenti così delicati e aristocratici…io ho utilizzato delle donne, anzi una donna soltanto che grazie alle tecniche di disegno digitale ho potuto duplicare e clonare…ho utilizzato una donna al posto di un uomo perchè ho voluto riallacciarmi alla corrente agnostica secondo la quale accanto al Cristo c’era la figura del Cristosofia, cioè dell’amore e della sapienza…”
La Vita Indipendente è un movimento che nasce in America negli anni 60 per consentire alle persone con gravi disabilità di poter assumere del personale di assistenza per far vivere loro una vita più autonoma possibile. Prima dell’avvento di questo movimento erano soltanto i genitori ad aiutare i figli disabili che in alternativa potevano finire rinchiusi dentro degli istituti, spesso con degli anziani.
A Tania non piace svelarsi, preferisce che siano le persone a scoprirla un poco alla volta, quindi sta a voi conoscerla e svelarla…
Ultima modifica: 13/07/2020