Il 17 febbraio 2023 alle 20:30 al Teatro Ghione di Roma andrà in scena “Tango Alieno“, uno spettacolo di Tangoterapia organizzato da L’Oltre Tango A.S.D. con il patrocinio di UNICEF e da un’idea di Roberto Nicchiotti, maestro di Tango Argentino, operatore di Tangoterapia ed Educatore socio-pedagogico, nonché promotore della stessa Associazione l’Oltre Tango.
Come si legge dal comunicato stampa inviato in redazione, “Tango alieno” è ambientato “in un mondo avverso, distante, intollerante”, dove “una ragazza si addormenta su un baule di vecchi sogni, abiti rosso tango e mantelli di un argento scintillante”. Qui “una folla di alieni che vagano smarriti in uno spazio di numeri vuoti, desiderano atterrare sulla terra, salvo poi comprendere che ‘non sono poi tanto diversi da noi, questi terrestri’; perché in fondo, ‘ognuno di noi è diverso’“.
Così, grazie a “un susseguirsi di gioia pura, emozioni prorompenti che scaturiscono dal ballo, accompagnati dalla musica travolgente e calda, un gruppo di ragazzi di altri mondi raccontano la loro storia. Un Tango che avvicina e accoglie in un unico abbraccio tutti questi esseri che sorridono, con il candore di chi sa quello che è ed è felice di esserlo”.
La Tangoterapia
la Tangoterapia nasce in Argentina come metodo di cura che accompagna la medicina tradizionale, come strumento di conoscenza dell’altro, ma soprattutto conoscenza e consapevolezza di sé. L’Associazione L’Oltre Tango, nata a Latina nel 2015, è una realtà specializzata proprio nella Tangoterapia per le disabilità fisiche e cognitivo-comportamentali, e si pone l’obiettivo di promuovere l’inclusione scolastica dei ragazzi con disabilità fisica e/o psichica nelle scuole secondarie e primo e secondo grado.
Il lavoro di questa realtà è mostrare come il metodo “L’Oltre tango” sia un’attività fisica, sportiva e riabilitativa applicabile alla disabilità cognitiva, fisica e motoria. Un progetto che viene portato avanti attraverso il tango argentino, una danza che trae le proprie origini dall’incontro di persone con origini e cultura diverse: in questo caso quindi, assume una valenza sociale fondamentale, puntando all’inclusione delle persone con disabilità.
Il metodo punta a scuotere l’individuo con disabilità a ottenere il massimo per sé, oltre i limiti autoimposti o che la società gli costruisce attorno, puntando anche a intervenire su determinate aree di funzionamento: dall’asse cognitivo a quello affettivo-relazionale, da quello comunicazione e linguistico a quello neurologico e dell’autonomia.
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