Suicidio assistito, il codice deontologico dell'ordine dei medici viene aggiornato dopo la sentenza su Dj Fabo. Ecco quali sono le novità
Il suicidio assistito è stato aggiornato nel codice deontologico dei medici per effetto della sentenza su Dj Fabo della Corte costituzionale. Di fatto, il Consiglio della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) ha stabilito che “non sarà punibile dal punto di vista disciplinare il medico che liberamente sceglie di agevolare il suicidio”. Così facendo, l’ordine dei medici fa una passo in avanti riguardo all’eutanasia e si adegua a quanto pronunciato dalla Corte.
Il suicidio assistito non sarà più punibile in base alla pronuncia della Consulta (242/2019), a patto che vengano rispettati i seguenti requisiti:
“La libera scelta del medico – si legge in una nota di Fnomceo – di agevolare, sulla base del principio di autodeterminazione dell’individuo, il proposito di suicidio autonomamente e liberamente formatosi da parte di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili, che sia pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, va sempre valutata caso per caso”.
Ciò “comporta la non punibilità del medico da un punto di vista disciplinare”. Ciò si applica all’articolo 17 del Codice di Deontologia medica. Il 6 febbraio 2020 il Consiglio nazionale della Fnomceo ha approvato all’unanimità l’aggiornamento a Roma.
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Il suicidio medicalmente assistito risiede nella decisione della persona di porre fine alla propria vita. A differenza dell’eutanasia, tale soluzione medica si basa sulla decisione autonoma del paziente, mentre il medico è una figura di presenza che consegna gli strumenti necessari per raggiungere lo scopo. In Italia non esiste una legge che disciplini tale contesto, ma tutto si basa appunto sulla sentenza Dj Fabo.
Ultima modifica: 08/11/2023