Lo stress da pandemia da Coronavirus sta colpendo anche i bambini: è arrivato il momento di individuarlo e contrastarlo. Il Covid ha fatto risuonare il campanello d’allarme in merito alle cure psicologiche, il cui argomento è divenuto una necessità moderna da affrontare. Tutto ciò non coinvolge solo i lavoratori, ma anche studenti e bambini.
A dare alcune indicazioni su come rintracciare lo stress da pandemia nei bambini è l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che in un recente numero di “A scuola di salute” ha tracciato i sintomi principali che possono insorgere nei più giovani.
Innanzitutto bisogna saper rintracciare lo stress da pandemia, oggi come oggi identificabile con disturbi del sonno, del linguaggio e dell’alimentazione, deficit di attenzione, atti di autolesionismo e somatizzazione. In ognuna di queste sfere ci sono degli ulteriori segni da tenere sott’occhio.
Per quanto riguarda il sonno, ad esempio, i bambini possono essere colpiti da “terrore notturno” ripetuto nel tempo. Nel campo del linguaggio, invece, sono segnalati regressione o balbuzie intermittenti.
In merito al comportamento alimentare, poi, serve porre attenzione alla quantità e al tipo di cibo, oltre alle sensazioni associate dal bambino al mangiare. Inoltre, a causa della maggiore vita sedentaria dell’ultimo anno, potrebbe essere riscontrato un aumento di peso causato soprattutto da una riduzione dell’attività fisica.
In aggiunta c’è l’autolesionismo, atto con il quale il bambino manifesta dolore procurandosi ferite o lesioni sul corpo, come graffi, tagli o bruciature sulla pelle. Nell’insieme generale sono annoverati anche cambiamenti repentini dell’umore, estrema riservatezza nel mostrare alcune parti del corpo e tendenza farsi coinvolgere in situazioni di pericolo.
Con la Didattica a Distanza, invece, sono aumentati i problemi di attenzione e di apprendimento scolastico. Oltre al rischio di poca inclusione per i bambini con disabilità, l’isolamento casalingo ha generato nel tempo una perdita di interesse nello studio e un’emotività più fragile e instabile.
Tutti questi malesseri psicologici si possono tradurre anche in dolori addominali, emicranie, rabbia, aggressività e irritazione: in alcuni casi possiamo parlare di una vera e propria somatizzazione.
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La soluzione più adeguata contro lo stress da pandemia nei bambini è contattare il proprio pediatra, il quale fornirà delle soluzioni in base alla situazione clinica del paziente in questione.
Per esempio, in caso di disturbi alimentari, potrebbe essere assegnato un particolare regime alimentare adeguato a ristabilirne l’equilibrio. Oppure, se il bambino a 18 mesi non indica, non batte le mani o non fa “ciao”, è utile una visita specialistica, così come se tra i 3 e i 6 anni ha periodi lunghi di balbuzie, non parla a scuola o ha disturbi del sonno.
Il dibattito è ancora aperto, eppure c’è chi ha già sottolineato quanto la Didattica a Distanza sia stata un fattore di rischio per bambini e ragazzi. In una nostra recente intervista, per esempio, la dott.ssa Paola Medde, consigliera dell’Ordine degli Psicologi ha sottolineato che “la mancata organizzazione strutturata” della Dad ha esposto la salute psicofisica a “una situazione dannosa”, determinando “un isolamento dal contesto scolastico e domestico”.
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Ultima modifica: 06/08/2021