Sport estremi e disabilità, come si potrebbe pensare in maniera ingenua, sembrano due termini in ossimoro. Molti infatti si potrebbero chiedere quale sia il nesso logico fra uno sport estremo (dove si rischia la vita) e la condizione di disabilità, che nell’immaginario collettivo preclude una serie di azioni. Niente di più sbagliato: la disabilità non preclude l’attività sportiva più intensa. A nessuno è precluso praticare un’attività sportiva a livello agonistico e gli atleti paralimpici ne sono la dimostrazione.
Uno dei personaggi che meglio rappresenta questo attaccamento alla vita e allo sport è Alex Zanardi. Da normodotato, era un grande pilota di Formula 1. A causa di un incidente, gli vengono amputate le gambe ma non si abbatte e diventa un grande campione di handbike (fino all’incidente contro il camion di qualche anno fa da cui non si è ancora ripreso). Sull’esempio di Zanardi, andiamo a vedere 5 sport estremi per disabili che raccontano come non esistano barriere per chi non perde la voglia di sognare.
Sport estremi per disabili: il rugby
Fra gli sport estremi per disabili spicca senza dubbio il rugby, uno sport “classico” che appartiene comunque alla categoria degli sport estremi. Il rugby in carrozzina è regolamentato in maniera precisa e si fonda su tre regole: le carrozzine devono essere spinte a mano, gli atleti non si possono toccare tra di loro (anche se le carrozzine si possono scontrare) e le squadre possono essere miste di donne e uomini.
Per poter partecipare bisogna soddisfare dei requisiti minimi, avere una disabilità che colpisce gambe e braccia ad esempio: alcuni giocatori hanno lesioni al midollo spinale con conseguente paralisi totale o parziale degli arti inferiori e spesso paralisi parziale delle braccia. Possono praticare questo sport soggetti tetraplegici, tri-amputati, poliomielitici, con sindrome di Guillain-Barré, paralisi cerebrale, dismelia e alcune forme di distrofia muscolare.
Lo sport fa parte del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e della FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali), ed è gestito dalla IWRF International Wheelchair Rugby Federation fondata nel 1993.
L’arrampicata
Fra gli sport estremi per disabili, ce n’è uno che sta prendendo piede in modo sorprendente: l’arrampicata. A livello concettuale, sembra uno sport distante anni luce dal concetto di disabilità e invece non è così: è almeno una decina d’anni che il Paraclimbing cresce in tutto il mondo, tanto che alcune Federazioni Nazionali come Russia, Giappone e Spagna hanno costituito strutture dedicate.
Il kit essenziale per l’arrampicata Indoor è composto da: corda, scarpette, imbragatura, freno per l’assicurazione del moschettone, rinvii e porta magnesite. Esistono due tipi di arrampicata sportiva per disabili: la lead (classica salita con la corda dal basso, dal basso su pareti lunghe tra 15 e 25 metri) e la speed (specialità dove conta il tempo di salita su una parete di 10 o 15 metri seguendo un tracciato convalidato dalla Federazione Internazionale).
Paracadutismo: il re degli sport estremi per disabili
Per una scarica di adrenalina veramente forte, c’è uno sport che la fa da padrone: il paracadutismo. L’attività deve essere svolta con l’ausilio di un istruttore. Fra le figure di riferimento in questo sport c’è Laura Rampini, la paracadutista paraplegica (non più in attività) che si è resa protagonista di più di 150 lanci.
Adesso il nome di riferimento per il paracadutismo per paraplegici è Andrea Pacini, responsabile del progetto Aero Gravity Disability Project. Aero Gravity è la seconda più grande galleria verticale del vento al mondo situata a Milano e ha una missione ben precisa: rendere il volo indoor una disciplina sportiva accessibile a tutti. Grazie al progetto Disability, ad oggi l’associazione è riuscita a far volare oltre 500 persone con vari tipi di disabilità.
In Italia attualmente ci sono almeno 3 paracadutisti con disabilita in attività: un paracadutista con una lesione al plesso brachiale, un paracadutista con un’amputazione trans tibiale e il già citato Andrea Pacini, recordman italiano con oltre 250 lanci all’attivo. Se guardiamo invece oltre i nostri confini, in Europa ci sono altri paracadutisti paraplegici con all’attivo centinaia di lanci.
Con il progetto Disability, nel 2019, l’associazione ha realizzato un evento internazionale di paracadutismo che ha visto la partecipazione di 5 skydivers con disabilità, provenienti da Grecia, Emirati Arabi, Germania e Italia.
Tutti i disabili possono volare
Nel 2021 Aero Gravity ha aderito al progetto europeo #Windtunnelhandifly Project (#WH), cofinanziato da Erasmus+Sports e capitanato dalla Fédération Française de Parachutism (F.F.P.). Il progetto prevede il reclutamento di 89 persone con disabilità che potranno beneficiare di una sessione gratuita di volo di 6 minuti presso la struttura per provare la sensazionale esperienza del volo indoor.
L’obiettivo è quello di selezionare, tra di loro, 5 partecipanti che avranno a disposizione ulteriori sessioni di allenamento per migliorare le loro capacità di volo e prepararsi al meglio alla competizione. Questi atleti rappresenteranno Aero Gravity e l’Italia, nella prima competizione internazionale Handifly Race di indoor skydiving, che si terrà dal 18 al 22 maggio 2022 in Francia presso la galleria del vento verticale iFly di Aix-Marseille.
Sport estremi per disabili: ecco il WCMX (Wheelchair Motocross)
Se pensi di averle viste tutte in termini di sport estremi per disabili, forse non conosci il Wheelchair Motocross. Sono evoluzioni e salti all’interno di uno skatepark sopra una carrozzina. A tutti gli effetti potrebbe sembrare una follia, ma in realtà è una disciplina davvero incredibile e “pazza”. Gli atleti in carrozzina, proprio come quelli normodotati, si lanciano in evoluzioni e salti che mettono ulteriormente a rischio la propria incolumità.
Una sfida continua, un’esplosione unica di movimenti, salti e acrobazie al limite dell’inverosimile. Il più famoso tra i WCMX riders è sicuramente Aaron Fotheringham, un americano nato affetto da spina bifida. Da piccolo si spostava usando le stampelle, poi ha deciso di usare la sedia a rotelle che gli permetteva di muoversi più agilmente e liberamente.
Da bambino accompagnava suo fratello, che faceva bmx sullo skatepark e quando a 8 anni provò anche lui con la carrozzina, si innamorò di quelle rampe. quelle rampe, se ne innamorò. Il 13 luglio 2006 è stato il prima atleta paralimpico a fare un backflip in carrozzina.
Sci alpino per disabili
Un altro sport estremo è lo sci alpino per disabili, variante del tradizionale sci alpino praticata da atleti con problemi fisici o visivi. L’attrezzatura utilizzata varia a seconda delle abilità funzionali dello sportivo, le possibilità comprendono sci normali, slitta montata su motosci, stabilizzatori e protesi ortopediche.
L’attività agonistica internazionale è organizzata dal CIP Comitato Paralimpico Internazionale; per le principali competizioni vale il regolamento della FIS Federazione Internazionale Sci e dalla FISIP Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici.
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