La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), o Morbo di Lou Gehrig, è una malattia inguaribile che purtroppo colpisce milioni di persone al mondo e di cui ci sono numerosi studi che la collegano (non strettamente e unicamente) agli atleti che praticano il calcio. Visto che ha un esordio subdolo, i sintomi iniziali della SLA spesso sono ignorati.
Si tratta di una patologia degenerativa molto grave ed irreversibile, di cui si ignora la genesi, e per la quale, a tutt’oggi, ancora non si è trovato una cura che la possa contrastare o debellare. Si caratterizza con la progressiva paralisi di tutta la struttura muscolare del nostro corpo. Una malattia che si conclude con la completa paralisi, escludendo da questa forma di degenerazione le funzionalità cerebrali. Le aspettative di vita della SLA possono variare dai 3 ai 10 anni dal manifestarsi dei primi sintomi.
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Quali sono i primi sintomi della SLA? Come riconoscerli?
I primi sintomi della SLA si manifestano impercettibilmente e gradualmente con un generale indebolimento nelle attività fisiche. È l’inizio della lenta distruzione dei motoneuroni, quelle cellule che presidiano al movimento degli arti.
Spesso le persone che ne sono colpite cominciano a percepire delle difficoltà nella deambulazione. Ma i sintomi precoci, che possono caratterizzare anche altre patologie meno gravi e devastanti come la SLA, vengono avvertite nelle persone colpite nell’inizio della incapacità di adempiere a funzioni elementari come lo scrivere o allacciarsi i bottoni di una camicia, oltre ad iniziali difficoltà nella pronuncia di alcune parole.
In generale, circa il 75% delle persone con sclerosi laterale amiotrofica sperimenta la malattia con un “esordio ad un arto”, in particolare sulle gambe, con cadute e inciampi improvvisi. Nel caso invece in cui colpisca un braccio, vengono evidenziate difficoltà nell’eseguire i compiti più semplici.
Perciò tra i primi sintomi della SLA riconosciamo:
- brevi contrazioni muscolari (mioclonie), crampi, rigidità o debolezza muscolare che influiscono sul funzionamento dell’arto colpito;
- dimagrimento muscolare o atrofia;
- voce indistinta o tono nasale;
- prime difficoltà nella pronuncia delle parole, in particolare quelle che contengono la lettera “R”.
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Come fare diagnosi di SLA?
La progressione della sclerosi laterale amiotrofica è lenta ma inesorabile. Dopo circa 4 o 5 anni dall’esordio dei primi sintomi di questa patologia invalidante, i pazienti cominciano a percepire le prime difficoltà nella respirazione.
I muscoli della parete toracica e il controllo del diaframma vengono compromessi. Rimangono inalterate le capacità cognitive, l’intelligenza, la memoria oltre alla vista, l’olfatto, il gusto, l’udito, come in genere vengono mantenute la funzionalità dell’intestino e quella della vescica.
È il neurologo che, una volta in possesso di una serie di esami e test, diagnostica la presenza di una sclerosi laterale amiotrofica conclamata. Tuttavia, nessun test o indagine è in grado di diagnosticare definitivamente la sclerosi laterale amiotrofica. Per questo motivo, la diagnosi si basa principalmente sui sintomi che lo specialista osserva nel paziente. Ci sono comunque dei test che vengono fatti, come:
- esami neurofisiologici tra cui l’elettromiografia e l’esame della velocità di conduzione nervosa;
- risonanza magnetica nucleare dell’encefalo e del midollo spinale;
- puntura lombare per l’esame diretto del liquido;
- biopsia del tessuto muscolare.
Recentemente però un gruppo di ricercatori italiani ha dimostrato come diagnosticare la SLA con largo anticipo grazie all’esame di tomografia ad emissione di positroni, la PET, utilizzando un tracciante al glucosio.
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