Tra la SLA e l’alimentazione vi è un’importante correlazione. Infatti, l’assunzione di determinati cibi e l’eliminazione di altri nel proprio piano alimentare può essere d’aiuto per rallentare la progressione di questa malattia. Di seguito, l’elenco di quelli consigliati e sconsigliati.
Che cos’è la SLA?
La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) – nota anche come Morbo di Lou Gehrig – è una malattia rara di origine multifattoriale che, generalmente, si sviluppa nelle persone di età superiore ai 40 anni e con maggiore frequenza nei maschi rispetto alle femmine.
La SLA è una malattia rara degenerativa ereditaria che colpisce le cellule cerebrali deputate al controllo dei muscoli, compromettendo progressivamente la capacità della muscolatura volontaria. Questa malattia si sviluppa con un decorso variabile da soggetto a soggetto, ma i comuni denominatori sono il carattere invalidante e la prognosi spesso negativa.
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I sintomi della SLA
Tra i principali sintomi della SLA, ai quali spesso non si presta molta attenzione perché piuttosto ambigui, vi sono:
- brevi contrazioni muscolari (mioclonie), crampi, rigidità o debolezza muscolare che influiscono sul funzionamento dell’arto colpito;
- dimagrimento muscolare o atrofia;
- voce indistinta o tono nasale;
- prime difficoltà nella pronuncia delle parole, in particolare quelle che contengono la lettera “R”.
La progressiva debolezza muscolare porta ad avere difficoltà anche nel compiere attività semplici e ordinarie e quando la malattia avanza aumentano anche i muscoli compromessi, come quelli della deglutizione o della respirazione che causano affanno continuo.
SLA: quali sono le sue cause?
La SLA è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni gruppo di cellule cerebrali e del midollo spinale responsabili del trasferimento dei segnali che favoriscono la contrazione dei muscoli in tutto il corpo permettendo i movimenti della muscolatura volontaria. Vi sono due gruppi di motoneuroni e la SLA è caratterizzata dal fatto che entrambi vanno incontro a degenerazione e poi a morte, che avviene in modo graduale.
I primi segni della malattia compaiono quando i motoneuroni superstiti non sono più in grado di compensare la perdita progressiva degli altri, arrivando così ad una perdita progressiva di forza muscolare con risparmio delle funzioni cognitive, sensoriali, sessuali e sfinteriali (intestinali e vescicali). Diverse ricerche scientifiche al riguardo hanno individuato alcuni fattori che concorrerebbero allo sviluppo della patologia, quali:
- predisposizione genetica. Sono stati individuati oltre 20 geni la cui mutazione è coinvolta nello sviluppo della SLA. Dal momento che queste mutazioni sono state riscontrate anche in soggetti che nel corso della loro vita non hanno mai sviluppato la SLA (fenomeno della “penetranza incompleta”), si ritiene che tali mutazioni geniche contribuiscano alla genesi della malattia piuttosto che determinarla;
- fattori tossico-ambientali come la contaminazione da alluminio, piombo, mercurio e pesticidi;
- tasso molto elevato di glutammato, un aminoacido usato dalle cellule nervose per la trasmissione dei loro segnali: quando il suo tasso è elevato ne determina un’iperattività che può risultare nociva;
- formazione di aggregati proteici anomali all’interno della cellula. L’accumulo di proteine alterate all’interno del motoneurone contribuirebbe a portare la cellula a morte;
- carenza di nutrienti per le cellule del sistema nervoso. Si tratta di sostanze, dette fattori di crescita, che sono prodotte naturalmente dal nostro organismo e che aiutano la crescita dei nervi facilitando la comunicazione tra motoneuroni e cellule muscolari.
Le cure contro la SLA
Attualmente, non è stata individuata una particolare e specifica cura contro la SLA. L’unico farmaco che viene utilizzato è il Riluzolo, in grado di rallentare lo sviluppo della malattia intervenendo sul metabolismo del glutammato. Gli altri farmaci adottati sono finalizzati ad attenuare le manifestazioni più dolorose e evidenti della malattia, rispetto alle quali l’intervento di fisiatra e fisioterapista cerca di salvaguardare il più a lungo possibile la mobilità articolare.
Con un particolare riferimento all’Italia, nel 2017 il paese è stato il primo nel contesto europeo ad aver autorizzato l’uso del Radicut, farmaco i cui benefici sarebbero funzionali in pazienti con determinate caratteristiche, quali la comparsa della malattia da non più di due anni, una buona funzionalità respiratoria e disabilità moderata.
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SLA e alimentazione: qualche raccomandazione da seguire a tavola
Prima ancora di indicare quali cibi sono consigliati e quali non da inserire nel piano alimentare nel caso della SLA, è opportuno illustrare delle indicazioni generali sulle abitudini comportamentali nella propria alimentazione:
- modificare la consistenza del cibo e dei liquidi, prestando attenzione alle caratteristiche fisiche degli alimenti quali coesione, omogeneità, viscosità e dimensione del boccone. Tutti gli alimenti dovrebbero essere sufficientemente morbidi da poter essere assunti col cucchiaio;
- la consistenza semisolida deve essere ottenuta per tutti gli alimenti, realizzando così diete varie, appetibili e complete che forniscano l’energia e i nutrienti necessari per l’organismo. Se questa indicazione non viene seguita correttamente, la dieta rischia di diventare monotona e possono svilupparsi delle carenze;
- frazionare l’alimentazione nel corso della giornata in tanti pasti poco abbondanti per prevenire un’immediata sensazione di sazietà e quindi evitare che il paziente non raggiunga il suo fabbisogno nutrizionale.
SLA: gli alimenti consigliati
Si anticipa che quanto scritto di seguito è solo un’indicazione generale volta a dare consigli sulla possibile dieta da seguire se si è affette da questa patologia. Ogni persona necessita di un trattamento diverso da un’altra, ed è quindi opportuno consultare il proprio medico specialista per sapere quale percorso sia più adatto alla singola esigenza. Da uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Neurology dalla Columbia University (USA), risulta che vi sono alimenti responsabili di un miglioramento della sintomatologia della SLA.
In particolare, è emerso che cibi che contengono un’alta quantità di antiossidanti, fibre, omega 3, licopene, betacarotene, vitamina E, F e B12 e grassi polinsaturi contribuiscono ad alleviare i sintomi della SLA dagli esordi. Queste sostanze giocano un ruolo fondamentale sia nell’insorgenza che nella progressione della malattia dal momento che sono in grado di rallentare l’ossidazione cellulare, una delle cause dell’insorgenza della SLA.
Inoltre, alimenti che contengono sostanze utili quali il betacarotene e la luteina aiutano a prevenire o ritardare la manifestazione della SLA: queste esercitano un’azione protettiva e antiossidante di betacarotene e luteina contro le malattie neuro degenerative. Dunque, al fine di prevenire e combattere naturalmente questa malattia è opportuno privilegiare una dieta perlopiù vegetale. Alla luce di ciò, di seguito una lista di cibi che posseggono queste qualità e si consiglia di assumere se affetti da SLA:
- semolino;
- crema di riso;
- purè o patate lesse;
- pollame;
- pesce morbido;
- verdure non filamentose ben cotte o in passato di verdura;
- frutta frullata o in mousse;
- yogurt senza pezzi di frutta;
- budini, semifreddi e gelati;
- olio d’oliva;
- cereali integrali.
Quali sono gli alimenti da evitare con la SLA?
Al contrario dei cibi appena descritti, cereali raffinati, grassi saturi e carboidrati impediscono l’assorbimento di vitamine come la B12, E ed F che hanno un’azione protettiva ed antiossidante, nei confronti dei tessuti cerebrali. Di seguito, un elenco degli alimenti sconsigliati da assumere con la SLA:
- verdure filamentose come finocchio, carciofo, fagiolini con filo;
- buccia della frutta;
- uva;
- alimenti fibrosi;
- Frutta secca e caramelle se dure e compatte.
- polveri come cannella e cacao;
- alimenti speziati, pepati o piccanti;
- carne rossa;
- uova;
- formaggi;
- salame;
- salumi;
- latte intero;
- ketchup;
- carboidrati.
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