La Sindrome di Prader-Willi è una malattia genetica rara che colpisce 1 nato vivo su 25 mila: scopriamo tutti i dettagli della patologia
La Sindrome di Prader-Willi è una malattia genetica rara che ha un’incidenza di un nato vivo su 25 mila. Colpisce in egual misura sia maschi che femmine. In linea generale, inficia sull’ippotalamo del cervello, causando principalmente non sazietà e disturbi del comportamento (attenzione incontrollata sul cibo e atteggiamento ossessivo/compulsivo). L’individuazione è possibile grazie a una diagnosi precoce. Ad oggi non esiste una terapia che debelli completamente la malattia.
La Sindrome di Prader Willi è caratterizzata da anomalie ipotalamico-pituitarie associate a seria ipotonia (periodo neonatale e nei 2 anni di vita). Quest’ultima può causare complicanze alla deglutizione e all’allattamento, oltre a un ritardo dello sviluppo psicomotorio.
Ad essa è legata anche l’insorgere dell’iperfagia, che può conseguire in obesità patologica sia nell’età infantile che in quella adulta. Di fatto, tale patologia è nota per essere la causa genetica più comune di obesità e più alta di mortalità di questi pazienti. Come se non bastasse, possiamo riscontrare anche difficoltà di apprendimento o problemi psichiatrici gravi.
Altre anomalie endocrine sono riconoscibili nella bassa statura, nel deficit dell’ormone e nello sviluppo puberale incompleto. Infine, tra i segni presenti, sono state spesso segnalate anche caratteristiche facciali come la fronte stretta, gli occhi a mandorla, il labbro superiore sottile e la bocca rivolta verso il basso. Nell’insieme ci sono anche mani e piedi molto piccoli.
Vista l’alto numero di sintomi riguardanti la Sindrome di Prader Willi, urge un riepilogo. Sostanzialmente, tale patologia colpisce:
Va comunque sottolineato che siamo di fronte a una sindrome multiforme, soprattutto per l’evoluzione dell’appetito (che nell’età adulta può divenire non più insaziabile) e l’ipotonia muscolare (il cui andamento è bifasico, in quanto può migliorare nel tempo).
Questa patologia dipende da anomalie della regione critica del cromosoma 15 (15q11.2-15q13). Tale irregolarità si manifesta a causa della mancanza di un contributo paterno. Questa assenza può essere dovuto a diverse cause, in varie percentuali:
Tali percentuali ci spiegano anche i possibili caratteri ereditari della sindrome. Bisogna però tenere a mente che il rischio di generare un figlio con Prader Willi da parte di due genitori con un figlio con la stessa malattia dipende dai risultati del test genetico di conferma della diagnosi clinica. In percentuali:
Nel caso della Sindrome di Prader Willi, la diagnosi precoce gioca un ruolo rilevante. Inoltre, gli addetti ai lavori concordano sul fatto che la diagnosi debba basarsi su criteri clinici e poi confermata da analisi genetiche. Secondo alcuni dati della Federazione Italiana Prader Willi, aggiornati al 2016, in Italia esistono 63 centri accreditati nei quali la malattia è riconosciuta grazie a un prelievo di sangue.
Come dicevamo poc’anzi, la diagnosi precoce svolge un ruolo importante per il riconoscimento della patologia. Ad essa, è associata anche la terapia multidisciplinare precoce e la terapia dell’ormone della crescita. Tuttavia, riguardo quest’ultima, ad oggi, non esistono dati riguardanti gli effetti a lungo termine negli adulti.
Le persone con questa malattia rara possono raggiungere al massimo la mezza età, sebbene in alcune parti del mondo sono stati registrati pochissimi casi di vite un poco più longeve. La componente più importante da combattere è l’obesità, per cui è necessario un controllo continuativo della condizione.
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Ultima modifica: 08/04/2021