Simone Baldini è diventato un simbolo della lotta contro le conseguenze dell'alluvione in Emilia-Romagna. Ma cosa ne pensal'interessato?
L’alluvione in Emilia Romagna ha trovato una foto simbolo, quella di Simone Baldini, immortalato mentre aiuta i cittadini di Forlì a spalare il fango che nell’ultima settimana ha invaso la cittadina. Prima la foto di schiena, poi una breve apparizione a Domenica In (come vi abbiamo raccontato nel nostro Fact-Checking) sono bastati per attirare l’attenzione del web, rendendo immediatamente l’immagine virale.
Solo nelle ultime ore la sua identità è venuta allo scoperto: Simone Baldini, conosciuto con il soprannome di IronBaldo, è un ex atleta paralimpico nato il 25 ottobre 1981, originario di Fiano Romano. Attualmente abita a San Marino ma lavora a Pesaro. A 16 anni il suo midollo spinale è stato colpito da un virus feroce con conseguente paralisi agli arti inferiori.
La carriera di Baldini è caratterizzata da diverse imprese sportive, come il Challenge Roth in Germania e un passato nella Nazionale italiana di Handbike. Oggi però Simone è noto per il suo recente impegno di volontario alla Cava, un quartiere di Forlì. Ma cosa ne pensa lui dei commenti che ne sono scaturiti?
Tra interviste e commenti online, molti descrivono l’ex atleta paralimpico come un angelo su carrozzina che, nonostante la disabilità, è andato a spalare fango dopo l’alluvione in Emilia-Romagna. Una narrazione particolarmente abilista.
“Si, sicuramente sì – ha dichiarato nella nostra video-intervista – è anche vero il fatto che è difficile fare il contrario. In quei momenti, quando c’è tanta disperazione, nei momenti di bisogno siamo tutti uguali, a prescindere dalla carrozzina, dalle gambe o da qualsiasi altra problematica. Siamo lì tutti per fare la stessa cosa. È stato un caso probabilmente isolatissimo immagino: ero lì in sedia a rotelle rispetto a tanta gente che non lo era, quindi sicuramente attiri un po’ il focus su quel fatto lì. Ero uno come tanti, io sono andato lì nel più anonimato possibile, neanche i miei genitori lo sapevano che andavo lì”.
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Ultima modifica: 31/05/2023