L'aumento dei conflitti nel mondo alimenta il timore dello scoppio della Terza Guerra Mondiale, anche se per alcuni ci siamo già dentro
Le crescenti tensioni geopolitiche in Europa e nel Medio Oriente degli ultimi anni hanno fatto crescere la paura del possibile scoppio della Terza Guerra Mondiale. Si tratta di un’ipotesi storica emersa spesso negli anni in più occasioni, e su cui giornalisti, politici e scienziati hanno spesso dibattuto. Ma oggi quant’è probabile un nuovo conflitto di portata globale?
Al momento la Terza Guerra Mondiale è meramente un’ipotesi di conflitto di scala globale che, soprattutto negli ultimi anni, è emersa con sempre più apprensione, viste le numerose e rapide escalation di conflitti in alcune zone del mondo che stanno alterando le relazioni internazionali tra vari Stati.
Una dei timori più profondi è nella natura della Terza Guerra Mondiale, che potrebbe coinvolgere armi di distruzioni di massa, come armi chimiche, biologiche o nucleari. Ciò fa temere che questo capitolo bellico potrebbe portare alla distruzione di gran parte della vita sulla Terra, o comunque all’estinzione della specie umana, con il conseguente collasso della società così come la conosciamo.
Già durante il Secondo Dopoguerra serpeggiava la paura di un possibile terzo atto del conflitto, principalmente a causa della guerra fredda tra Stati Uniti d’America e l’allora Unione Sovietica. Questo perché, anni fa, il conflitto mondiale veniva inteso come uno scontro tra due superpotenze. Oggi però le caratteristiche sono totalmente differenti.
Se per alcuni la Terza Guerra Mondiale è una mera ipotesi, per altri invece siamo già dentro al conflitto mondiale. Ad esempio nel 2014 Papa Francesco aveva parlato di una guerra mondiale a pezzi, concetto riportato anche in anni successivi.
È molto difficile dargli torto, visto che attualmente sulla Terra esistono diverse guerre, più o meno note. Secondo il Crisis Group, come riporta Affari Internazionali, “il numero dei conflitti in corso o potenziali ha raggiunto la preoccupante soglia di 55, di cui almeno dieci sono già definibili come guerra o scontro armato”. Oltretutto si calcola che il 90% delle vittime è caratterizzato da civili.
Dalla guerra del Donbass, a quella islamista in Iraq e in Africa, passando per la crisi della Crimea nel 2014 alla guerra civile siriana, per arrivare alla grave crisi economica, al cambiamento climatico, all’influenza della Cina nell’Oceano Pacifico e alla questione di Taiwan, oltre ai più recenti conflitti in Ucraina e tra Israele e Hamas, e infine all’operazione militare dell’Iran: insomma, la guerra mondiale sembra già in atto, seppure a pezzi.
A mancare è l’escalation diretta tra NATO e Russia, che porterebbe a un conflitto più ampio e unitario. “Il mondo sarà ad un passo dalla Terza Guerra Mondiale”, secondo il leader russo Vladimir Putin, parlando di una potenziale guerra tra le due fazioni sopracitate. “Penso che tutto sia possibile nel mondo moderno, ma ho già detto, ed è chiaro a tutti, che porterà a un passo da una terza guerra mondiale. Penso che quasi nessuno sia interessato a questo”.
E anche le dichiarazioni del premier polacco Donald Tusk parlano di conflitto bellico mondiale già in atto: “Non voglio spaventare nessuno, ma la guerra non è più un concetto del passato, è reale, è già iniziata più di due anni fa: la cosa più preoccupante è che ogni scenario è possibile e che è la prima volta, dal 1945, che ci troviamo in una situazione del genere. […] Dobbiamo spendere il più possibile per acquistare attrezzature e munizioni per l’Ucraina, perché […] se non riusciremo a sostenere l’Ucraina con attrezzature e munizioni sufficienti, se l’Ucraina perderà, nessuno in Europa potrà sentirsi al sicuro”.
E le caratteristiche di questo conflitto a pezzi sono diverse. Ad esempio la guerra russo-ucraina, che doveva essere di breve durata, si è trasformato in una logorante battaglia di posizione. Più in generale, i conflitti sono sempre più localizzati e globalizzati allo stesso tempo: la guerra si fa in un determinato luogo, ma intreccia fili molto spessi tra varie nazioni. Ad esempio il conflitto tra Israele e Hamas è anche tra Israele e Iran, che richiama poi anche l’attenzione degli Stati Uniti e degli alleati europei. Tutto ciò spaventosamente vicino alle porte d’Europa.
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Nel 2001 la caduta delle Torri Gemelle e le conseguente azioni degli Stati Uniti d’America in Afghanistan sono state le micce che, molto probabilmente, hanno aperto la strada verso l’attuale situazione geopolitica, enfatizzata anche dalle primavere arabe nel 2011, con le rivoluzioni civili in Egitto, Siria, Yemen e Libia.
Da quel momento la geopolitica internazionale è stata caratterizzata da crisi su crisi che hanno portato a un vero e proprio scontro di civiltà. Già nel febbraio 2017 il politologo Roberto Kagan aveva spiegato che tale scenario sarebbe stato influenzato da due fattori: insoddisfazione dell’attuale ordine internazionale da parte di nazioni come la Russia e la Cina; debolezza e lassismo delle democrazie occidentali.
Tuttavia la situazione geopolitica internazionale è complessa e intricata, definirne una causa risulta pressocché impossibile. Di base ci sono svariati fattori che hanno portato l’ordine mondiale a essere così incrinato. Alcuni studiosi giudicato “fallito” l’operato delle Nazioni Unite, che non sarebbero state in grado di imporre le proprie decisioni e di fungere da mediatore per evitare conflitti su vasca scala. Oltre a questa critica, si sentenzia sul fatto che a oggi molte nazioni stanno sempre più emergendo con desideri di forte personalismo: Arabia Saudita, Iran, Turchia, Sud Africa e India per citarne alcune.
Tutte crisi internazionali cha hanno comunque un riflesso sull’equilibrio geopolitico, e che quindi potrebbero avere effetti devastanti sotto vari punti di vista. Al momento il timore centrale è che il potenziale scoppio della Terza Guerra Mondiale avvenga nel momento in cui Stati Uniti d’America, Russia o Cina interverranno militarmente e direttamente tra di loro.
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Ultima modifica: 15/04/2024