Non è un segreto che la settimana lavorativa di 4 giorni sia vista come un’occasione d’oro per conciliare vita professionale e vita privata, ma al momento l’Italia è ancora ferma a discutere sulle possibili applicazioni o meno. Di fatto questo tema rappresenta uno degli argomenti più discussi nel panorama lavorativo contemporaneo.
Tuttavia nel Bel paese esistono diverse proposte di legge che stanno guadagnando terreno, anche a fronte di aziende italiane che hanno già adottato la settimana corta. In questo approfondimento facciamo il punto della situazione, scopriamo le proposte in campo e quali sono le aziende che hanno già sposato questo nuovo modo di vivere il lavoro.
Che cos’è la settimana lavorativa di 4 giorni?
La settimana lavorativa di 4 giorni, nota anche come settimana corta, prevede una riduzione del numero di giorni lavorativi a livello settimanale, riducendo le ore di lavoro e i giorni senza però intaccare la produttività. Il modello esistenziale da adottare non è univoco, ma dipende dalla tipologia di proposta e dal progetto che si vuole attuare. Attualmente in Italia la settimana lavorativa è di 5 giorni per 40 ore.
Cosa dice la legge in Italia sulla settimana lavorativa di 4 giorni?
In Italia non esiste una legge dedicata alla settimana corta, ma nel corso degli anni sono state avanzate tre proposte di legge che potrebbero finire in discussione alla Camera dei Deputati.
Ad esempio c’è una proposta di legge, a prima firma di Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra, che punta a ridurre l’orario di lavoro a 34 ore effettive a parità di salario, senza compromettere la produttività. Al fine di agevolare questa settimana corta, è prevista l’istituzione di un Fondo di incentivazione alla riduzione dell’orario di lavoro destinato ai datori, che ha l’obiettivo di ridurre almeno il 10% dell’orario settimanale.
Un’altra nota proposta di legge è quella firmata da Giuseppe Conte del Movimento 5 stelle e prevede una riduzione del totale delle ore lavorate a parità di retribuzione, senza che vi sia una compromissione della produttività. In che modo? Stipulando contratti specifici con la settimana corta minima di 32 ore, che può riguardare sia l’orario giornaliero sia il numero delle giornate lavorative settimanali. Inoltre, per agevolarne l’introduzione, si prevede un triennio di sperimentazione caratterizzato dall’esonero del versamento dei contributi previdenziali e assicurativi da parte dei datori di lavoro (massimo 8mila euro annui).
L’ultima proposta di legge sulla settimana lavorativa di 4 giorni vede come primo firmatario Arturo Scotto del Partito Democratico, e punta a promuovere un provvedimento di sostegno alla contrattazione collettiva per incentivare soluzioni che consentano riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione, evitando che la produttività cali. Inoltre la misura prevede l’esonero del 30% dei contributi previdenziali dovuti per tutta la durata della sperimentazione, che può diventare del 40% nel caso di lavori usuranti o gravosi.
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Quali aziende italiane hanno già adottato la settimana lavorativa di 4 giorni?
Nonostante in Italia il dibattito abbia rallentato moltissimo la possibile introduzione della settimana corta, ci sono aziende che hanno deciso di muoversi autonomamente.
Ad esempio, Luxottica ha avviato una sperimentazione di una settimana lavorativa di 4 giorni su base volontaria per i lavoratori di alcuni dei propri stabilimenti, coinvolgendo circa 10mila lavoratori. Nel dettaglio, 5 dei 20 venerdì saranno liberi dai permessi retribuiti, mentre gli altri 15 saranno a carico del datore di lavoro. La conclusione di questo test, partito il 1° aprile, è previsto per il 31 dicembre.
Prima ancora però, dal gennaio 2023, Intesa San Paolo aveva già avviato la sperimentazione della settimana corta, prevedendo la possibilità di lavorare fino a 120 giorni l’anno senza limiti mensili oppure la settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative, sempre a parità di retribuzione.
Sempre nel 2023, anche Lavazza aveva introdotto una piccola rivoluzione, permettendo ai propri dipendenti di uscire il venerdì pomeriggio dai propri uffici. Così come Plasmon, che però ha scelto di eliminare direttamente il venerdì come giornata lavorativa.
Sperimentazione avviata anche da Lamborghini, che ha previsto un’alternanza tra una settimana di 5 giorni lavorativi e una da 4, per una riduzione complessiva di 31 giorni di lavoro all’anno. Un progetto molto simile, ma di più ampio respiro, è stato avviato anche da Sace, con l’eliminazione dei controlli sulle timbrature, lo smart working illimitato e la sperimentazione della settimana lavorativa di 4 giorni.
Ancora prima, nel 2022, Thun aveva lanciato la settimana lavorativa a 4 giorni: lunedì e giovedì per progetti e riunioni trasversali, martedì le verifiche sulle performance della settimana, il mercoledì il giorno in cui ci si incontra in ufficio e il venerdì libero.
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