Sestriere, la casa della famiglia Nasi da generazioni, la culla degli sport invernali per disabili…Tiziana Nasi, presidente della FISIP si racconta in questa inedita ed esclusiva intervista.
“La montagna è un luogo straordinario e magico, ha fatto parte della mia vita da sempre perchè mi sono occupata per 24 anni della Sestriere spa ed è proprio qui che è cominciata la mia storia con gli sport degli atleti con disabilità con l’allora FISD...risaliamo nella notte dei tempi…”
“Dicembre 1990 una telefonata da Paola Magliola che non conoscevo e che io definisco l’inventrice degli sport disabili in Piemonte mi disse veniamo al Sestriere per fare i campionati italiani open alle nazioni limitrofe…Io avevo un amministratore delegato piuttosto severo e un direttore anche, andai a chiedere loro col timore che mi mandassero a quel paese invece mi risposero educatamente facciamoli venire perchè tanto non c’è neve! Non era una risposta. otto congrua…”
“Il 6 di gennaio, appena finite le vacanze natalizie, cominciarono ad arrivare gli atleti da tutta Italia ma anche dall’Austria, Svizzera, Slovenia e Francia e insieme a loro arrivò la neve…Da quel momento lì gli atleti con disabilità a Sestriere furono molto ben visti! Ho guardato recentemente le fotografie…è veramente un’altra storia, dall’attrezzatura a tutto, ma il carattere degli atleti, la loro simpatia, perchè io dico sempre che si parla di tutto, di determinazione, di coraggio, di belle cose, ma è la simpatia che loro hanno e che per fortuna hanno adesso tutti i nostri atleti”.
“La stazione di Sestriere fu fondata dal mio bisnonno – racconta Tiziana Nasi – che non voleva che i suoi nipoti andassero a sciare in Austria o in Svizzera come invece succedeva, con le belle montagne che avevamo a disposizione, mio padre è stato sindaco per 30 anni di Sestriere, ed ad un certo punto, ahimè, per una tragedia in famiglia, mi hanno chiesto di sostituire mio cugino alla presidenza della Sestriere spa. Ho lavorato molto affinché la stazione diventasse amichevole e accogliesse favorevolmente gli atleti con disabilità cosa che avviene ancora adesso anche se io non ci sono più…”
“Seguire una gara è veramente una cosa emozionante, però mi piace moltissimo, soffro ancora oggi quando vedo il video dell’ultima gara di Alessandro Daldoss a Sochi dove cadde all’ultima porta…questo mi fa soffrire…ma non bisogna pensare al passato ma guardare al futuro… Prima ancora di diventare presidente della Fisip ero abituata, avendo organizzato le paralimpiadi di Torino 2006, e quindi ero abituata, come lo erano tutti, come lo era il Comitato Paralimpico, a veder arrivare un bel numero di medaglie: mi ricordo le prime medaglie di Florian Planker, per esempio, nello sci alpino a Salt Lake, ricordo le innumerevoli medaglie che hanno fatto battere il cuore di tutti noi a Torino nello sci alpino…tornare senza una medaglia al collo da Sochi è stato sicuramente un grosso trauma. Chiesi a Pancalli di accettare le mie dimissioni ma Pancalli, devo dire per mio fortuna perchè sono felice di essere ancora qua, non le accettò e mi disse che non era colpa nostra. Era necessario un cambio generazionale dei nostri atleti che abbiamo fatto, abbiamo azzerato lo sci nordico, abbiamo degli atleti nuovi che non ci daranno ancora delle soddisfazioni dal punto di vista altamente agonistico a PyeongChang. Abbiamo una bellissima e numerosa squadra nello sci alpino, stanno lavorando molto bene e nello snowboard devo dire che abbiano già avuto dei grandi risultati ai campionati del mondo di due anni fa”.
“Io ho sciato sempre tantissimo amandolo moltissimo…ho smesso l’anno scorso…non mi divertivo più! Ho fatto gare a bassissimo livello e l’unica disciplina nella quale me la cavavo un pochino era il gigante. Tutta la mia famiglia è molto tifosa, siamo tutti molto sportivi, mio padre è stato presidente della Federazione Italiana Sport invernali nell’immediato dopoguerra. Mio figlio e i miei nipoti sono molto tifosi e credo di avere veramente un ottimo staff in federazione che mi aiuta e mi supporta tantissimo”.
Il mio pregio? Ho la fortuna di amare tantissimo quello che faccio, che non è per tutti, forse il mio pregio mi viene da quel bisnonno che fondò Sestriere che diceva che la cosa più importante è trovarsi dei buoni collaboratori e credo anche che sia opportuno copiare bene invece che inventarsi male e cerchiamo di farlo in federazione sempre…
Sono un pò superficiale e pigra mentalmente, non sono pigra fisicamente ma mentalmente lo sono…
Fuori dallo sci sono una persona c he ama molto la campagna, ho la fortuna di non viverre in città qui a Torino, amo moltissimo i cani, ne ho sempre avuti parecchi, mi piace il mio giardino, il mio orto, sono nonna di due nipotini molto sportivi che pensano agli atleti disabili come ad atleti normodotati, non fanno nessuna distinzione…mio figlio è stato un pilota di motociclismo che negli ultimi anni ha gareggiato con un logo del Comitato Paralimpico della Fisip sulla tuta da gara…
Domani, domani…dopo PyeongChang io compio 70 anni, mi piacerebbe fare ancora qualche cosa…deciderò sul da farsi dopodomani…
Ultima modifica: 17/02/2020