Nella maggior parte dei casi le infezioni da meningococco possono causare la meningite (infezione dei tessuti che riguardano le meningi) e la sepsi meningococcica (infezione del sangue, dove tessuti e organi non ricevono abbastanza ossigeno e sostanze nutritive, provocando conseguenze permanenti e morte). Le persone che vengono più comunemente colpite sono bambini tra i 6 mesi e i 3 anni d’età.
I sintomi della sepsi meningococcica
In genere, la condizione di sepsi è di difficile diagnosi, in quanto può essere accomunata all’insorgere di altre malattie. Nelle prime 4/6 ore di presenza dei sintomi, infatti, i primi segni sono abbastanza comuni (come la febbre lieve, la nausea e la stanchezza). Nell’elenco dei sintomi più noti troviamo:
- febbre;
- pressione bassa;
- dolore alle articolazioni o agli arti;
- eruzione cutanea;
- pelle a macchie e pallida;
- shock;
- diarrea e vomito;
- sonnolenza e stato confusionale;
- ipoperfusione;
- coagulazione intravasale disseminata;
- papule;
- acidosi lattica;
- cefalea.
La spesi menigococcica può avere alcune evoluzioni significative. Di fatto possiamo trovare:
- spesi grave da menigococco fulminante;
- pochi segni di alterazione meningea;
- Sindrome di Waterhouse-Friderichsen (o porpora fulminante).
Come si trasmette la sepsi meningococcica
Come nel caso della meningite, la sepsi data da infezione da meningococco si trasmette per via respiratoria, tramite goccioline di saliva o secrezione nasali, che possono essere disperse con starnuti, tosse o mentre si parla. Il contagio può avvenire anche in altri modi, come la condivisione dello stesso ambiente, di un fazzoletto, di una tazza o di un asciugamano utilizzati da una persona infetta.
Esiste una cura?
La terapia più indicata è quella farmacologica, sebbene non sempre è assicurata un’ottima prognosi. Nei casi più gravi, i pazienti devono essere sottoposti a un controllo medico giornaliero, e per questo si può ricorrere al ricovero in terapia intensiva.