Cosa sappiamo su ciò che accadrà nei prossimi mesi? L'autunno 2020 vedrà il ritorno del virus? Scopriamolo
Chiedersi se la seconda ondata del Coronavirus ci sarà è lecito, ma oggi una risposta univoca non esiste. Innanzitutto perché ancora non è ufficiale che, grazie al caldo estivo, il virus subirà una regressione. E poi, come spesso abbiamo detto anche nel nostro sito, non conosciamo perfettamente come si comporta e come si comporterà la SARS-CoV-2, e dunque è difficile fare qualsiasi proiezione fondata.
Perciò, anche il timore di una seconda ondata del Coronavirus è lecita. Basti pensare che, verso la fine di aprile 2020, Singapore registrò nuovi casi (circa 2500) in 48 ore. Una situazione che, negli ultimi giorni, ha colpito anche Cina, Bangladesh, Pakistan, Iran, Giappone e India, nazioni in cui il pericolo di nuovi e intensi focolai sembra caldissimo.
Tecnicamente, tra settembre e ottobre abbiamo vissuto un incremento di contagi molto importante, che possono confermare che attualmente stiamo vivendo la seconda ondata del Coronavirus. In passato alcuni esperti avevano temporalmente localizzato il periodo proprio nell’autunno 2020.
Vale la pena sottolineare comunque che la situazione è leggermente diversa rispetto ai primi di marzo 2020. Oggi abbiamo un sistema più efficace di contact tracing dei contagi, gli ospedali hanno strumenti e conoscenze idonei per tentare di battere il virus e nuove pratiche di vita per difenderci dal Covid-19 fanno ormai parte della nostra vita quotidiana.
Ultimamente, però, la curva dei contagi ha subito un drastico incremento, causando anche un aumento delle terapie intensive e dei morti. In questo momento la situazione non è ancora esponenzialmente critica come nel caso del primo lockdown, ma va comunque predicata cautela e attenzione – visto che alcuni ospedali hanno lanciato l’allarme di mancanza di posti letto Covid, oltre a un contact tracing che in alcune città non riesce a reggere un aumento così corposo dei contagiati.
Come capita sovente in queste occasioni, anche sulla seconda ondata del Coronavirus c’è stata molta incertezza. In particolare, sono nacquero due fronti opposti che cercarono di capire quale fosse la risposta definitiva: da una parte, chi pensava che questa ondata di ritorno ci sarebbe stata; dall’altra, chi credeva che il peggio fosse passato.
La base dei problemi sul prevedere cosa accadrà da qui alla fine dell’anno era puramente matematico-statistica. Infatti, ogni tipo di previsione non è affidabile al 100% in quanto si baserebbe su dati e statistiche incompleti: le informazioni raccolte finora sul Coronavirus sono ancora esigue, e non ci permettono di conoscere pienamente il comportamento del virus. Inizialmente, dunque, solo teorie, ipotesi e supposizioni – che oggi inficiano anche sulla possibilità o meno di passare il Natale in serenità.
Leggi anche: App Immuni, lo strumento della Fase 2 Coronavirus
Tra la primavera e l’estate 2020, la seconda ondata di Coronavirus è stata considerata plausibile. Sono diverse le personalità autorevoli che ritenevano possibile un ritorno di fiamma da parte del virus.
Come Tarik Jašarević, portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ad Adnkronos Salute ha parlato di “ondate epidemiche ricorrenti intervallate da periodi di trasmissione di basso livello”. Perciò, già qualche mese fa sembrava inopportuno pensare che la curva di contagi sarebbe calata in maniera uniforme.
Anzi, future infezioni sono comunque inevitabili, come aveva specificato il direttore dell’Istituto Nazionale per le Malattie infettive degli Stati Uniti Anthony Fauci in un’intervista a La Stampa. Tuttavia, secondo lo stesso Fauci, la partita si continuerà a giocare su “personale, test e risorse per identificare i casi, isolarsi e tracciare i contatti”, nonché sull’arrivo di un vaccino, giudicata come “la soluzione vera”.
Sempre dall’OMS, fecero eco le parole di Walter Ricciardi, rappresentante del governo italiano nell’Agenzia delle Nazioni Unite. Secondo quanto riportava Ansa, infatti, per Ricciardi era “improbabile” che il virus sarebbe sparito nel prossimo autunno, ma sarebbe tornato insieme all’influenza.
Ci sono comunque state previsione più ottimistiche – anche se vanno fatte alcune precisazioni. Ad esempio, come riporta il Messaggero, il premio Nobel per la Medicina 2011 Bruce Beutler era fiducioso per il futuro, in quanto “il tasso di nuovi casi e il tasso di mortalità” erano in graduale diminuzione.
Per Beutler, “la popolazione non è così vulnerabile come all’inizio”. Comunque, non dobbiamo farci trovare impreparati: anzi, bisogna seguire sempre tutte le misure atte a prevenire il contagio (come l’uso delle mascherine). Anche perché, “la vita quotidiana per tutti rimarrà certamente più scomoda di prima”. Almeno fino al momento in cui arriverà un vaccino.
Secondo Matteo Bassetti, ordinario di Malattie Infettive dell’Università di Genova e direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, una seconda ondata di Coronavirus simile a quella di marzo non ci sarà (Adnkronos). Tuttavia, nel prossimo autunno si registreranno nuovi casi.
Infine, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri si era detto particolarmente fiducioso: “La paura di una seconda ondata del virus non sembrerebbe esserci” (Tiscali Notizie). Anche Sileri, però, ha predicato cautela, e ha rammentato l’importanza delle misure di contenimento, dal distanziamento fisico alla costante igiene delle mani.
Leggi anche: L’immunità di gregge non ci salverà dal Coronavirus: ecco perché
Ultima modifica: 28/10/2020