Il disability manager di Roma Andrea Venuto ha risposto a qualche nostra domanda in merito all'accessibilità del trasporto pubblico capitolino
La nostra inchiesta dedicata al trasporto pubblico romano per le persone con disabilità si arricchisce di una nuova intervista. Stavolta il nostro ospite è una personalità molto vicina al Comune di Roma: si tratta di Andrea Venuto, disability manager della giunta Raggi in Campidoglio e giornalista pubblicista. Ogni giorno la sua esperienza è messa al servizio della comunità, un importante punto di raccordo tra cittadini e politica locale. Anche a lui abbiamo chiesto pareri e informazioni sulla tematica che stiamo affrontando da inizio settembre.
“Bella domanda [ride, ndr]. Non è delineato in maniera univoca e nazionale, ogni amministrazione decide cosa significa gestire la disabilità. Se tu vai a ridurre alla parola, significa ‘gestore della disabilità’. In realtà si tratta di gestire tutti quegli aspetti che riguardano le persone, nello specifico quelle con disabilità. A Roma l’abbiamo declinato nella maniera più ampia possibile. Infatti stiamo facendo un po’ da guida per le altre pubbliche amministrazioni. Riguarda azioni su tutte le deleghe: e si parla di lavori pubblici, cultura, trasporti ed eccetera. E si è cercato di inserire questa accezione in ogni attività del Comune di Roma. Dunque, ogni atto che fa il Comune deve tener conto dei cittadini con disabilità”.
“Assolutamente sì, abbiamo iniziato proprio da un anno e mezzo l’attività serrata sulla mobilità individuale e pubblica. Noi abbiamo aperto un tavolo insieme ad associazioni e Atac, che ha portato vari miglioramenti e prese di coscienza del problema. Ad esempio, abbiamo elevato il numero delle linee la cui accessibilità è garantita: sono ben 21, su cui ci sono autobus con pedana. Al netto dei guasti, sapendo che Atac ha un tasso di autobus molto vecchi che stiamo svecchiando. Può succedere quindi che, in una di queste linee dedicate, venga messo un autobus senza pedana. Tuttavia, su queste 21 linee, gli autobus senza pedana costituiscono l’1%. Poi è ovvio che, alla vigilia della nuova flotta di autobus, questa situazione sta andando a migliorare su tutto il parco mezzi di Atac. Ormai siamo vicini a oltre il 70% di accessibilità. Quando tutti i nuovi 227 autobus entreranno a pieno regime, supereremo l’85%.
In aggiunta abbiamo fatto una mappatura delle metropolitane, altro punto dolente dell’accessibilità di Roma Capitale. Essendo una rete relativamente vecchia, porta numerosi problemi di accessibilità. Inoltre ci siamo dedicati alla mobilità individuale: abbiamo destinato oltre 21 milioni di euro in 3 anni, quindi 7 milioni all’anno. Adesso le persone ci possono chiedere di avere un trasporto personalizzato per studiare, andare al lavoro o al cinema. Tutte le normali attività potranno essere coperte con un trasporto dedicato e pagato da Roma Capitale”.
“Con realtà come Mercurio Viaggiatore abbiamo instaurato un bel rapporto, perché loro sono una sentinella molto attenta sul trasporto pubblico locale. Abbiamo avviato una collaborazione via social, ci venivano segnalati i disservizi e io mi attivavo per cercare di colmare questo gap. Sulle 21 linee è ciò che ti ho detto prima: noi garantiamo la massima accessibilità. Succede, però, che uno degli autobus si rompe e, per non far saltare la corsa, come da contratto di servizio, Atac deve subito mettere in moto un altro autobus, magari levandolo da un’altra linea e che potrebbe non avere la pedana. Questo potrebbe essere il problema maggiore.
Tuttavia abbiamo fatto un monitoraggio negli ultimi 3 mesi, e ce ne hanno dato atto anche le persone: il servizio sta migliorando. Questi tipi di disservizi, come detto prima, viaggiano all’1%. Inoltre, stiamo allargando queste linee. Ad esempio il nuovo corridoio laurentino è totalmente accessibile. La situazione potrà migliorare con l’entrata in servizio dei nuovi mezzi. Quando li avremo a regime tutti quanti, il servizio migliorerà sensibilmente”.
“Assolutamente sì, ma siamo andati oltre. Lo sapranno tutti che l’acquisto di questi mezzi è stato fatto su Consip, quindi un acquisto sul mercato della pubblica amministrazione. Proprio per questo, siamo andati a verificare l’accessibilità, ci siamo spinti fino al limite possibile, verificandola non solo per le persone con disabilità motoria e per le mamme col passeggino, ma abbiamo controllato che ci fossero annunci locali e display visibili ad un’altezza congrua. C’è stata un’attenta valutazione”.
“Più che ad Atac, il problema è chi ha costruito. Atac è un gestore. Noi abbiamo avviato un tavolo per capire qual è la situazione. È ovvio che paghiamo lo scotto di un’anzianità di servizio che va dagli anni Sessanta in poi, questo è chiaro. Abbiamo ricevuto molte segnalazioni in questo periodo perché stiamo in fase di risistemazione, ad esempio, di tutti gli ascensori. Stiamo cercando di ripararli tutti quanti, questo è il minimo che possiamo fare. Inoltre, abbiamo avviato un’importante unità di sistemazioni dello snodo di San Giovanni tra Metro A e C. Pensa, fu progettato senza ascensore. Ora noi di Roma Capitale, nonostante non sia di nostra competenza, siamo riusciti a ottenere i permessi per installare questi ascensori. La nostra attenzione è assolutamente massima”.
“La prima fase riguarda lavori urgenti, un primo stralcio importante su cose come le porte anti-incendio. Sono soluzioni urgenti che altrimenti avrebbero portato alla difficoltà di utilizzare queste tratte, ma non riguardano l’accessibilità. Però ci stiamo concentrando anche su un secondo stralcio che dovrà essere fatto che, invece, potrà riguardare l’accessibilità di queste fermate della metro. Ma non è Atac che si occupa di questo, è solo un gestore. Per quanto riguarda le navette sostitutive, assolutamente, quest’anno ci siamo assicurati che fossero accessibili. Abbiamo fatto realizzare delle circolari interne nelle quali si chiede ad Atac di garantire mezzi accessibili. Rimane però il problema di cui ti ho parlato prima: se un mezzo si guasta, potrebbe essere sostituto da uno non accessibile per garantire la corsa”.
“Anche quella è importante. Quando affronteremo i lavori dal punto di vista dell’accessibilità, stazione per stazione, a livello infrastrutturale, terremo conto anche di questo. Con percorsi sensoriali e annunci dedicati. Noi abbiamo collaborato con l’Unione Italiana Ciechi e Non Vedenti per segnalare una mancanza di annunci per una persona non vedente. Basti pensare a una cosa: se non funziona l’annuncio sonoro, viene meno l’accessibilità”.
“Se l’azione di attività viene mantenuta con questo stato di vigilanza, sicuramente sì. Come detto prima, l’attenzione dedicata ma trasversale di un ufficio che si sta occupando di questi aspetti, adesso, sta dando i suoi frutti, dopo due anni di lavoro. Lo hai detto tu, partiamo da una base veramente azzerata, dove non c’è mai stata attenzione, se non in maniera estemporanea. Ora, finalmente, possiamo programmare a medio termine, cosa che precedentemente non era possibile. Prima dei 227 nuovi bus, subito dopo il Giubileo, in merito all’ultimo acquisto di Atac, furono presi mezzi senza accessibilità alle persone con disabilità, e questo non è accettabile”.
Con Andrea Venuto, abbiamo compreso l’interesse delle istituzioni per un tema quanto mai delicato, come il rispetto del diritto universale delle persone con disabilità. Molto c’è ancora da fare, ma le premesse per un futuro migliore ci sono tutte. Si conclude così la quarta puntata della nostra inchiesta. Ecco chi abbiamo già intervistato, chi presto interverrà e le altre pubblicazioni:
Ultima modifica: 01/06/2020