Per la nostra inchiesta sull'accessibilità del trasporto pubblico romano, stavolta, parliamo con il Comitato pendolari Roma-Lido
Il Comitato Pendolari Roma-Lido, come tanti altri organi nati a livello locale, gioca un ruolo fondamentale per garantire i diritti dei viaggiatori del trasporto pubblico di Roma. A tal proposito, per la nostra quarta puntata sulla ricerca della Disabilità Positiva in merito, abbiamo parlato con Roberto Spigai, membro proprio del comitato.
“No. I viaggiatori con disabilità – principalmente con grave handicap motorio, che vanno in giro con carrozzelle – sono la punta dell’iceberg di un sistema che comunque mette tutti in difficoltà. Anche persone anziane, signore con la carrozzina della spesa e mamme coi passeggini. Tutte queste persone vanno in crisi sul trasporto romano”.
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“Perché, in ogni servizio pubblico, la differenza tra ciò che è detto e promesso negli annunci è sempre grande”.
“Guardiamo ai dati. Sulle stazioni della ferrovia regionale Roma-Lido, gestita da sempre da Atac, sono presenti delle dotazioni da Cristoforo Colombo a Vitinia, cioè ci sono ascensori o scale mobili. Al momento, escludiamo Magliana e Basilica San Polo, in quanto sono in comune con la Linea B, e Tor di Valle, in quanto è un cantiere abbandonato privo di qualsiasi ascensore. Nel totale, ammontano a 30 mezzi di traslazione che sono necessari a tutti, non solo alla persona disabile. Stamattina (4 settembre 2019, ndr) su 30 ne sono fuori uso 6, quindi abbiamo un 20% di disservizio. Se io dico che stamattina, in teoria, sul resto della rete della metropolitana, il 91% degli impianti è funzionante, vuol dire che la Roma-Lido è un disastro totale.
La realtà, però, è anche peggiore: la Roma-Lido ha impianti veri che non funzionano, con delle punte di 30/35% di disservizio. Abbiamo lavorato pesantemente sulla Regione Lazio che dovrebbe controllare lo stato del servizio. E abbiamo ottenuto, tra maggio e giugno 2019, la diminuzione della percentuale dei guasti. In una quindicina di giorni, Atac era riuscita a far funzionare tutti gli impianti tranne 2, che è un risultato eccezionale per noi. Sulle altre linee della metro (A, B e C) ci sono solo chiacchiere oppure dati falsi e insufficienti. Quel 91%, ad esempio, è falso. Ci sono stazioni affollate, come Cipro e Valle Aurelia, che da mesi hanno tutti gli impianti bloccati. In alcune delle stazioni, inoltre, non si può uscire se arrivi con una carrozzella o un passeggino”.
“Perché non c’è un Contratto dei Servizi scritto bene. Sembra quasi che ci si accontenti che i treni viaggino. Se il mezzo viaggia, la ditta viene pagata (che sia Atac, Roma Tpl, Trenitalia o Ferrovie dello Stato). Si paga a treno-chilometro, in base a un prezzo prefissato. Ma se il treno arriva a una stazione dove non c’è una scala mobile, e hai difficoltà a uscire, non è pagata nessuna penale, e quindi il gestore se ne frega. Così facendo sembra che la colpa sia, ad esempio, della ditta di manutenzione delle scale mobili. Tra l’altro ditta non scelta dal Comune di Roma, ma dalla dirigenza Atac. E quindi ne dovrebbero rispondere”.
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“Due anni fa le ditte che sviluppano tali cantieri hanno fermato i lavori per difficoltà di pagamento da parte di Atac – ricevendo soldi in una situazione appaltante, anche se erano soldi dalla Regione, in qualità di soggetto finanziatore di tale opere. C’è stato un blocco con la scusa delle difficoltà economica di Atac, poi si è impantanato con la scusa del concordato: il risultato è stata la sospensione dei cantieri.
Da notizie che stiamo raccogliendo, dovrebbero ripartire entro settembre 2019. Saranno costruite scale mobili e accessibilità varie. Accessibilità pensata, però, che rende ancora più grave il comportamento del gestore. Facciamo un esempio. La stazione di Castel Fusano ha una coppia di ascensori da circa 15 anni, furono realizzati con dei fondi regionali. Ma da 3/4 anni non hanno mai funzionato. Spendiamo e troviamo dei fondi pubblici per dei progetti, facciamo un appalto, facciamo fare felice qualche ditta che costruisce – magari male – un impianto di sollevamento, e poi, dopo qualche mese, Atac non riesce a far funzionare”.
“Che il gestore del trasporto pubblico sia, appunto, pubblico o privato, comunale o statale, è irrilevante ai fini del risultato. Solo se è un vero ente politico, che sia la Regione o il Comune, nell’affidare un contratto per l’esercizio pubblico e nel controllare che qualsiasi cosa scritta nel contratto stesso sia garantita. E, prima ancora, ciò che viene redatto nel contratto: servono clausole chiare, scrivere che una stazione è compresa nell’insieme dei servizi e che nella stessa ci devono essere sale d’attesa, scale mobili e ascensori che funzionino. Se subentrerà Cotral, e l’ente pubblico proprietario attuale – la Regione Lazio – non farà il suo mestiere di controllore, sarà irrilevante ai fini dei servizi. Ciò che non ha funzionato in questi anni è il rapporto tra controllore e controllato”.
“Purtroppo non si riesce ad avere un rapporto serio con gli uffici di Roma Servizi per la Mobilità. Quando, in qualità di Comitato Pendolari della Roma-Lido, avanziamo proposte o elaboriamo progetti, come ad esempio posizionare meglio una fermata o il capolinea di un autobus per assicurare l’interscambio gomma-ferro, dall’altra parte c’è un muro. È più facile parlare con la Presidenza del Consiglio che non con queste società pubbliche che stanno nella grazie di Roma Capitale, che si sentono esentate da qualsiasi confronto con le realtà locali, come quartieri e comitati”.
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“Non ho un’esperienza diretta, su questo mi permetto di non fare osservazioni puntuali. Come Comitato Pendolari Roma-Lido, non ci va di parlare di cose che non conosciamo bene. L’esperienza indiretta che abbiamo è di presidi, guide tattili e avvisatori sonori come spot occasionali e sporadici. Alcune stazioni ce l’hanno, altre no. A Termini, ad esempio, il lato della Linea B in direzione Laurentina non ha un avvisatore sonoro. Inoltre per assurdo – e lo dico come banale viaggiatore -, in prossimità delle stazioni, le parti più scivolose e con piastrelle messe male sono proprio i percorsi per non vedenti”.
“Misurare la qualità del trasporto di chi ha questi problemi è automaticamente il sistema per avere una cartina di tornasole su quanto sia buona per tutti. Se è buona per i disabili, è buona per tutti. Se non li consideriamo, sarà una schifezza anche per noi”.
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Il Comitato Pendolari Roma-Lido è un fulgido esempio di come la coesione sociale tra cittadini possa realizzarsi in opere di attivismo molto importante. Sicuramente, Roberto Spigai spiega (indirettamente) un concetto della Disabilità Positiva: pensare a un pezzo di società significa pensare a tutti. Di seguito, intanto, l’elenco di chi abbiamo già intervistato e chi presto interverrà:
Ultima modifica: 26/10/2020