Roberto Valori è stato un campione di nuoto ed è l’attuale presidente della Federazione Italiana di Nuoto Paralimpico. In questa bella intervista realizzata da Giovanna Chicco negli studi di Ability Channel racconta come ha vissuto la sua disabilità, i problemi, le debolezze ma anche le grandi soddisfazioni ottenute nella vita.
“A sei anni i medici gli consigliano di fare nuoto, a 13 è il più giovane atleta della nazionale alle paralimpiadi di Toronto. Nel 1987 attraversa a nuoto lo Stretto di Messina; tre anni dopo ad Assen, in Olanda, diventa campione del mondo dei 100 mteri stile libero stabilendo il nuovo record mondiale. Nel 1996 ad Atlanta chiude la sua attività agonistica che lo ha visto conquistare oltre 20 titoli italiani. Dal 2010 è il presidente della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico: ti presento Roberto Valori!”
Roberto Valori e la scoperta del nuoto
“Roberto, tu sei nato senza le gambe e con un braccio solo…come è stato il tuo primo approccio con l’acqua e come hai fatto a diventare campione di nuoto?”
“Alla fine degli anni ’60 il medico di famiglia consigliò di farmi fare un’attività sportiva – racconta Roberto Valori – nonostante l’assenza degli arti inferiori e dell’arto superiore sinistro era consigliato fare un pò di attività sportiva perchè poi indossavo protesi fin da quando ero piccolo…si pensò subito al nuoto perchè era un’attivita propedeutica…era anche una grande sfida perchè nuotare con un braccio poteva risultare una cosa difficoltosa. Andai al Santa Lucia, che non era fondazione, non era ospedale, ma una semplice clinica e lì conobbi i precursori dell’attività sportiva praticata dalle persone disabili in Italia…c’era ancora Maglio, però io conobbi Giovanni Pische che fu poi il presidente della prima associazione che si riunì per fare attività sportiva a persone con lesioni midollari e a persone disabili, che era l’Anspi, l’associazione nazionale sport paraplegici italiani”.
“Giovanni mi mise in acqua, con tanta pazienza – prosegue Roberto Valori – nel ciclo didattico di un bambino normale ci vuole un pò per nuotare…io ci ho messo un pochino di più, però poi una volta imparato abbiamo visto che potevamo fare l’alto livello e dopo un pò di anni, di campionati che a quel tempo si chiamavano campionati per handicappati – anche nella terminologia il processo di civilizzazione ha voluto che i termini poi negli anni si cambiassero…”
La disabilità, la famiglia e gli amici
“Allontaniamoci per un attimo dallo sport…come ha vissuto la tua disabilità la tua famiglia e come hanno reagito alla medesima i tuoi compagni di scuola 40 anni fà?”
“Beh…erano altri tempi, sicuramente, quindi…le situazioni si ripetono – sottolinea Roberto Valori – però viverle nel medioevo è una cosa, viverle oggi è diverso. Quando sono nato io non era medioevo però dal punto di vista di approccio verso le persone disabili eravamo sicuramente molto più indietro… La mia famiglia, mio padre, mia madre, mi hanno voluto bene come figlio, non come un figlio…e questo ovviamente è stata una cosa importantissima. C’è stata quasi una fortissima volontà da parte dei miei, specialmente di mia madre di farmi vivere una vita normale, quasi amplificando il contrario, quindi sono uscito presto da casa, giocavo con i bambini anche senza protesi sotto casa, mia madre mi portava in giro, stavo pochissimo a casa… Era quasi fanatica di avere un figlio a cui volere bene, a cui mostrare come figlio da amare…e questo poi ha portato ad altre problematiche legate al fatto che io ero sempre al centro dell’attenzione…sicuramente una famiglia d’oro… Ho fatto le scuole normali, vita normale, lavoro, attività, ho sempre fatto tutto normalmente, non mi è stato mai fatto pesare niente…mi sono sempre trovato a vivere una vita normale…”
“Ovviamente a periodi, perchè durante l’adolescenza ho avuto i miei problemi, le mie crisi, le mie insicurezze e quant’altro legato sicuramente alla disabilità…”
“Tu sei sposato? Hai moglie e due figlie…”
“Si ho una moglie e due figlie, sono sposato con Monica e ho due ragazze, Camilla e Viola, 19 quasi e 15 anni quasi…”
Le protesi
“La tecnologia, l’elettronica e l’estetica hanno fatto oggi passi da gigante, hanno contribuito a rendere le protesi un ausilio quasi naturale. Come erano le tue prime protesi?”
“Le primissime erano…la gamba di legno! Un personaggio della Walt Disney – scherza Roberto Valori – Erano di legno…addirittura le prime erano fisse, senza disarticolazione al ginocchio; io ho una disarticolazione femorale, non ho il ginocchio, quindi le mie protesi sono sopra il ginocchio, ho delle invasature che arrivano fino all’inguine. son passati gli anni e oggi ho la fortuna di indossare delle ginocchia elettroniche quindi la qualità della vita è tanto migliorata. Anche se ho una disabilità anche grave, a 51 anni riesco anche a camminare parecchio…certo non corro ma non ho problemi a camminare. Posso girare, come è capitato, anche le capitali europee e fare il turista dalla mattina alla sera…con la stanchezza dovuta alla fine, come hanno tutti… e’ l’intelligenza artificiale applicata alla robotica, staimo parlando di protesi molto particolari, specialmente per me che me ne mancano due perchè con una è molto più facile oppure anche con un’amputazione transtibiale, quindi sotto il ginocchio, diventa molto più facile. Infatti se avessi avuto un’amputazione transtibiale sotto il ginocchio sarei stato un alpinista…l’articolazione del ginocchio è tutto…
La sfida
“Torniamo per un atimo allo sport…so che in passato hai nuotato con Luca Pancalli, c’è in programma una nuova sfida?”
“Con Luca ogni tanto, simpaticamente, quando c’è occasione rinnoviamo sempre una sfida – dichiara Roberto Valori – è un modo anche di ritornare un pò indietro, di ricordare i bei tempi. Noi eravamo atleti, competitivi, nazionali. Però ovviamente coincideva il fatto che sei competitivo in nazionale quando sei più giovane e quindi c’è anche il ricordo legato all’età e quant’altro… Ritornando a Luca, tanto lo diciamo ma poi non lo facciamo mai…magari in prossimità di qualche campionato italiano della mia federazione… E’ una persona che ha sempre avuto l’amore e la passione di nuotare anche se non compete più e questo succede anche a me…”
Roberto Valori e il rapporto con gli altri
“Entriamo nella sfera privata…come hai vissuto negli anni il tuo rapporto con l’altro sesso?”
“Che domande particolari!…Non ho avuto mai problemi di accettazione – confessa Roberto Valori – ho avuto problemi di accettazione con me stesso legati al periodo adolescenziale, però vivendo con i giovani, avendo la possibilità di confrontarmi anche con ragazzi, ho anche due figlie a casa…il periodo adolescenziale sembrerebbe non tanto legato al fatto di come sei e come non sei, disabile o meno, diciamo che è uno standard…un motivo che si ripresenta…l’esplosione ormonale…ma è legato anche alla mia disabilità quindi in alcuni casi anche un pò alla vergogna di mostrarsi senza protesi, quindi spogliarsi anche quando vai in vacanza, al mare, quindi ce l’ho avuti questi psicotraumi…poi con gli anni…anche oggi quando mi spoglio…un primo impatto, un primo fastidio ce l’ho però so quanto dura e come gestirlo, però so che c’è! Dopo cinque minuti però non lo vivo più…sai…avendo messo in fila tante soddisfazioni, avendo fatto tanto, famiglia, figli, l’attività, la federazione, non c’è niente alla fine di cui mi debba vergognare…mi faccio anche un pò forza con questo…qualcosa però, il dubbio, rimane sempre. Bisogna vedere poi in quale contesto, se sei in un gruppo dove non c’è nessun disabile lo vivi in una maniera piuttosto che un’altra…”
“Ebbi una sensazione di diversità una volta in Sud Africa e non legata alla disabilità: entrai in un semplice bar a Durban dove c’erano tutte persone di colore e notai la differenza senza nessun impaccio…però notai che ero una persona di colore per loro, ero un bianco all’interno di un gruppo di persone di colore e quindi notai questa differenza, ma non fu fastidio…e così mi succede quando mi levo le protesi…poi quando mi levo le protesi succede molto raramente che ci sia un altro senza gambe e quindi c’è un impatto un pò cos’ all’inizio…dura poco e se ne va!”
Correva l’anno 1963
“Tu sei nato nel 1963, nello stesso anno nasce il marchio DOC per i vini, so che sei un eccellente intenditore…”
“Un eccellente intenditore nel senso non un grande bevitore, sono un amatore, mi piace bere a tavola, mi piace mangiare e quindi vado sempre alla ricerca del piacere attraverso una bottiglia che può più o meno piacermi…”
“tra un buon bicchiere di vino e una bella donna…Roberto Valori per chi perde la testa?”
“Per tutte e due è possibile?”
Il sogno di Roberto Valori
“Nello stesso anno Martin Luther King dice “I have dreams” qual’è il tuo sogno Roberto?”
“Il mio sogno è continuare a fare quello che faccio…non per ricadere sempre sui soliti discorsi o sui discorsi legati a quello che faccio ma il mio sogno è veramente riuscire a vedere un’attività sportiva integrata a 360°, mi piacerebbe un giorno affacciarmi dalla finestra dello sport italiano e mondiale e dire ce l’abbiamo fatta! Adesso siamo come gli olimpici a tutti gli effetti… E questo potrebbe essere non facendo un olimpiade e una paralimpiade insieme perchè non sono un sostenitore di questo, per me devoano sempre essere due eventi separati, ma questo è un mio pensiero…però attraverso l’integrazione vera, l’integrazione dello spogliatoio…l’integrazione della paralimpiade non serve farla insieme, si rischierebbe di diventare un evento di serie B, invece la lotta dobbiamo farla negli spogliatoi e nei campi – conclude Roberto Valori – siamo in quella direzione ma ancora manca tempo…”
“Roberto…io ti trovo una persona eccezionale…Grazie Roberto…”