Le Elezioni Europee 2024 sono ufficialmente concluse e i risultati definitivi hanno sancito i vincitori e gli sconfitti di questa tornata elettorale, contraddistinta comunque da un forte astensionismo. Che valore hanno questi risultati per l’equilibrio interno della politica italiana e come potrebbero influire sulle forze di Governo e i loro oppositori?
A 2 giorni dalla chiusura delle urne, possiamo affermare che le proiezioni generali registrate poco prima del voto hanno avuto conferma nei risultati: alle Elezioni Europee 2024, Fratelli d’Italia resta il primo partito d’Italia, così come avvenuto alle Elezioni Politiche 2022. Stavolta però la percentuale ottenuta è del 28,8%, migliorando di poco il risultato del 26% raccolto 2 anni fa alle Politiche, sebbene siano calati i voti in valori assoluti (-600mila voti in meno). Decisamente aumentato invece il risultato rispetto alle Europee del 2019, che si era fissato al 6,5%,
Anche il Partito Democratico può ritenersi soddisfatto, visto che con il 24,1% dei consensi è riuscito a incrementare il risultato delle Elezioni Europee 2019 dell’allora PD a guida Zingaretti e delle Politiche 2022 a guida Letta. Migliora anche il dato relativo ai voti assoluti, con 200mila voti in più.
Vera sorpresa di questa tornata elettorale è Alleanza Verdi-Sinistra, che porta a casa un ottimo 6,7%, un risultato decisamente sorprendente visto che i sondaggi ipotizzavano un dato poco sopra il 4%, utile a superare la soglia di sbarramento. Buona prova anche per Forza Italia, che con il 9,6% dei voti batte la Lega, ferma al 9%: sicuramente un dato leggermente diverso rispetto alle Politiche 2022 (+0,2%), ma il Carroccio registra un crollo vertiginoso rispetto al 34,2% delle europee del 2019.
Tanti dubbi e poche certezze invece per il Movimento 5 Stelle, che ancora una volta non riesce a essere protagonista delle elezioni: il partito di Giuseppe Conte ha racimolato un 10% dei consensi che non sa di vittoria, visto che alle elezioni europee del 2019 prese il 17,1% e alle politiche 2022 il 15%.
Male, anzi malissimo, la prova di Stati Uniti d’Europa e Azione, che non riescono a superare nemmeno la soglia di sbarramento: pesa, forse, la rottura del rapporto tra Renzi e Calenda, che inevitabilmente ha portato a una dispersione di voti tale da non permette a uno di prevalere sull’altro.
In base a questi risultati, l’equilibrio dei poteri politici a livello nazionale non cambia. Anzi, Giorgia Meloni ne esce rafforzata, mentre il Partito Democratico si conferma l’unica forza d’opposizione in grado di restare dietro la scia di Fratelli d’Italia. Crisi d’identità per il Movimento 5 Stelle, che non trova la via per tornare ai fasti di un tempo, così come la Lega, salvata probabilmente solo dalla figura di Vannacci. Exploit invece di AVS, che può dirsi soddisfatta della percentuale di voti raccolta.
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Nonostante le analisi dei dati riguardanti i voti raccolti, la realtà dei fatti ci dice che tutti i partiti escono sconfitti dalle Elezioni Europee 2024. Come mai? Semplice, il partito più votato a questa tornata elettorale è quello del non voto. Di fatto l’astensionismo non solo è di nuovo protagonista della cronaca politica, ma è riuscito a migliorarsi: con un’affluenza pari al 49,7% degli aventi diritto al voto, il partito del non voto segna il secondo peggiore dopo quello delle Elezioni Europee 2009.
La questione resta profondamente preoccupante, e nessun partito può dirsi totalmente soddisfatto dell’andazzo generale, considerando che, in base alle percentuali diffuse, meno di un italiano su due è andato a votare. Un dato che fa riflettere pesantemente sullo stato di salute delle istituzioni politiche, che ancora una volta non riescono a invertire un trend che ha contagiato qualsiasi tipologia di elezioni: amministrativa, regionale, politica ed europea.
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Ultima modifica: 11/06/2024