Le Paralimpiadi di Tokyo 2020 hanno certificato, secondo Roberto Valori, che il nuoto paralimpico italiano ha raggiunto un risultato “stratosferico”. Ed è difficile dargli torto, visto che il Coordinatore Tecnico della Nazionale di nuoto paralimpico ha saputo costruire una squadra da 39 medaglie su 69 totali ottenute alla scorsa edizione dei Giochi paralimpici estivi.
Insomma, non proprio un risultato di bassa lega, anche considerando quanto di ottimo fatto negli anni precedenti (vittoria dei Mondiali di Londra e del Medagliere Open agli Europei di Funchal). Lo abbiamo intervistato.
Nuoto paralimpico, Riccardo Vernole: “Sapevamo di avere una squadra molto competitiva”
“Certo, 39 medaglie su 69 è un segnale importante per il nuoto paralimpico, ma io dico sempre che è anche un dovere da parte di quelle discipline che hanno tante gare in un evento come le Paralimpiadi portare un buon contributo nel medagliere generale“. Queste alcune delle parole rilasciate dal CT nel video di Ability Channel: “Sono passati 12 anni di costruzione per raggiungere un risultato non eccezionale ma stratosferico”.
Dichiarazioni che, confrontate con quelle rilasciate nel 2019 ad Ability Channel, dimostrano la costanza del movimento del nuoto paralimpico italiano: “Il mio obiettivo – ci svelò Vernole poco dopo la vittoria di Londra – è mantenere questo standard qualitativo. Da un lato dobbiamo migliorarci ancora dal punto di vista atletico e della preparazione, così a Tokyo cercheremo tempi migliori rispetto quelli di Londra. Dall’altro, far classificare atleti che abbiamo ancora nei box”.
Lo stesso presidente della FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) Roberto Valori, poco prima dell’inizio delle Paralimpiadi di Tokyo 2020, ci aveva spiegato che questa crescita esponenziale della disciplina non nasce da miracoli, bensì da “un sacrificio enorme di tutti questi anni”.