Il significato di resilienza risiede nella capacità di saper affrontare le avversità che la vita impone. Come? Grazie all’aiuto di una gigantesca forza interiore. Metaforicamente, rammenta l’immagine della fenice: dalle sue ceneri, rinasce sempre più forte. La parola deriva dal verbo latino resilire, formatosi dall’aggiunta del prefisso re- al verbo salire, con il significato di “rimbalzare” o “contrarsi”. In pratica, la resilienza è la capacità di sostenere gli urti senza spezzarsi.
Negli studi di ingegneria, l’etimologia di resilienza indica la capacità di un metallo di resistere alle forze impulsive che gli vengono applicate. Sul lato umano, invece, riguarda l’attitudine a reagire a urti o eventi traumatici che la persona deve affrontare. Pensiamo, ad esempio, ai cambiamenti che avvengono nel nostro corpo a fronte di un trauma esterno oppure ai momenti di ansia e di depressione che ci possono condizionare. Ecco, la resilienza ci aiuta ad affrontare tutto ciò nella maniera più pragmatica possibile.
Così nella vita, così nello sport: addestra la resilienza
La vita semplice non esiste, ognuno di noi deve fare i conti con svariate difficoltà. La resilienza entra in gioco nel momento in cui, all’apice dello stress, la nostra mente è chiamata a non cedere. Ovviamente, limiti fisici e mentali permettendo, a seconda della propria “finestra di tolleranza”. Ad ogni modo, raggiungere obiettivi insieme a questa facoltà, aumenta la propria autostima.
Questi aspetti non valgono solo per la quotidianità, ma anche per lo sport. Di fatto, si tratta di un aspetto psicologico molto importante nell’ambito sportivo. Pensiamo agli atleti più conosciuti al mondo che, dopo un grave infortunio, si rialzano e continuano a sorprenderci con traguardi impressionanti. Ecco, in quel caso la resilienza ha funzionato, è affiorata in tutto il suo splendore.
Non si tratta prettamente di una dote riservata a pochi, in quanto la resilienza può essere allenata. Sostanzialmente, bisogna puntare su tre obiettivi per rendere concreta questa capacità:
- identificare e modificare le valutazioni erronee che la nostra mente crea in momenti di difficoltà;
- aumentare il self-control;
- Migliorare la connessione tra mente e corpo.
Tre pratici suggerimenti volti all’affermazione della resilienza, tenendo sempre in considerazione i limiti umani ai quali ognuno di noi risponde.
Conosciamo persone resilienti nello sport
Nel mondo della disabilità sportiva esistono fulgidi esempi di resilienza. Pensiamo, ad esempio, ad Annalisa Minetti, che a 18 anni scopre di essere malata di retinite pigmentosa e degenerazione maculare, condizione che non l’hanno fermata dal divenire cantante affermata e atleta paralimpica, il cui ultimo risultato è il nono posto nel paraciclismo dei Mondiali in Svizzera 2015.
C’è anche Alberto Luigi Simonelli, un’atleta paralimpico di Tiro con l’Arco. La sua malattia, la paraplegia, lo ha ridotto in carrozzina ma non lo ha mai fermato: alle scorse Paralimpiadi di Rio, ha conquistato un argento nella gara individuale di compound. Infine, spazio anche a Fabian Mazzei, atleta paralimpico numero uno in Italia di tennis in carrozzina, una carriera caratterizzata da 56 titoli di campione italiano, 72 vittorie Internazionali tra singoli e doppi, quattro partecipazioni alle Paralimpiadi (da quelle di Sydney 2000 fino ai Giochi Paralimpici di Londra 2012) e a 16 mondiali. Insomma, la lesione midollare non l’ha fermato, come tanti altri atleti, le cui storie sono raggruppate in una sezione apposita di Ability Channel.