Il Referendum sull’Eutanasia Legale ha già raggiunto le 500mila firme richieste, a più di un mese di distanza dalla scadenza fissata al 30 settembre 2021. Si tratta di un risultato forse inaspettato, ma che certifica l’esigenza di mettere l’eutanasia al centro del dibattito politico. Ne abbiamo parlato con Matteo Mainardi, coordinatore della campagna Referendum Eutanasia Legale per l’Associazione Luca Coscioni.
Già 500mila firme per il Referendum sull’Eutanasia Legale, ora verso le 750mila. Come vi spiegate questo risultato?
“Questo risultato arriva dopo anni di lavoro sul tema, iniziato nel 2013. Dal deposito della proposta di legge popolare, il dibattito sul Fine Vita è entrato più nelle case degli italiani attraverso il passaparola e i grandi casi che sono venuti alla luce, meno nel dibattito parlamentare. Quando le persone per strada vedono sui tavoli la bandiera del Referendum sull’Eutanasia Legale, riconoscono l’iniziativa e il lavoro dell’Associazione Luca Coscioni realizzato non solo sul Fine Vita, ma attorno alle persone malate o in determinate condizioni. E così vengono a firmare, senza bisogno di troppe spiegazioni.”
Per la raccolta firme hanno pesato di più i social media o i media tradizionali?
“Assolutamente i social media. Questa campagna vede tantissimi giovani tra i tavoli, che sono gli unici che possono essere informati tramite Instagram, YouTube e podcast. La televisione tradizionale ci ha dato veramente pochissimi spazi, iniziano a parlare del Referendum sull’Eutanasia Legale ora che le 500mila firme sono state raggiunte. Il passaparola è stato fondamentale per poter arrivare a questo risultato.”
Questa reticenza da parte dei media tradizionali è dato dal fatto che in Italia dobbiamo ancora superare dei limiti culturali per parlare liberamente di eutanasia?
“C’è questa impressione che sull’eutanasia ci sia un tabù in Italia, ma è nella politica e nella grande informazione, che dà sempre una distinzione netta tra favorevoli e contrari, e li definisce temi eticamente sensibili. Nei nostri tavoli invece vediamo che il tabù sull’eutanasia, sul Fine Vita e sulla morte non c’è nella popolazione. Gli italiani mi sembrano più pronti ad affrontare questi argomenti.”
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Il fatto che le televisioni parlino poco del Referendum sull’Eutanasia Legale è pregiudiziale o ci sono altre motivazioni?
“C’è un grande pregiudizio di fronte al tema. Non so se con questa domanda vuoi introdurre il tema del Vaticano, che è sempre stato usato come scusa per non parlare di eutanasia come di altri argomenti in materia di diritti civili. In realtà abbiamo visto che il mondo cattolico non è così schierato come lo si vuole sempre disegnare, ma anzi è con noi in questa battaglia. Basti pensare che, in molti casi, le strutture di cure palliative e l’assistenza è gestita dal mondo cattolico, e sono quelli che più conoscono queste situazioni e si avvantaggerebbero di una normativa che tutela sia gli operatori sanitari che i loro pazienti.”
Il 30 settembre si chiude la raccolta firme. Quali sono i prossimi step del Referendum sull’Eutanasia Legale?
“Dopo il 30 settembre si dovrà attendere il controllo delle firme della Corte di Cassazione. Una volta controllate le firme e comunicato il numero ufficiale di firme valide, ci dovrà essere il vaglio della Corte Costituzionale che dovrà dire se il quesito referendario è ammissibile o meno. Nel caso in cui verrà dichiarato ammissibile, sarà convocata la scadenza del voto, che dovrebbe tenersi intorno alla primavera 2022.”
L’Eutanasia sta utilizzando un percorso diverso rispetto al ddl Zan e alla legalizzazione della cannabis. Nonostante ciò, ci potrebbero essere degli ostacoli?
“Ci sono due grandi ostacoli. Il primo è il vaglio di ammissibilità della Corte Costituzionale, che dovrà andare a vedere se, abrogando quel pezzo dell’articolo 579 del codice penale, si creerebbe un vuoto legislativo. Il secondo è quello del quorum: in Italia la votazione referendaria è considerata valida con il 50%+1 degli aventi diritto al voto che si sono recati alle urne. Sembra una cosa semplice, ma non lo è. Il Vaticano e la Chiesa potrebbero fare una campagna di astensione, così come accaduto nel 2006 con il Referendum sulla Fecondazione Assistita, facendolo fallire, nonostante poi negli anni ciò che veniva richiesto in quel referendum è diventato legge.”
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Cos’è e dove votare il Referendum sull’Eutanasia Legale?
Il Referendum sull’Eutanasia Legale vuole abrogare parzialmente l’art. 579 del codice penale e introdurre così l’eutanasia attiva. Per aderire alla campagna si può:
- Firmare ai tavoli degli attivisti in giro per l’Italia o pressso gli studi di avvocati e notai aderenti l’iniziativa (qui la lista);
- Negli uffici anagrafici nel proprio Comune di residenza;
- Online (qui il sito per firmare online). Le modalità sono le seguenti:
- Spid, al costo di 0,50 centesimi per firma coperto dal Comitato Referendum Eutanasia Legale;
- con Smart Card, usb o servizio di firma digitale remota, al costo di 0,50 centesimi per firma coperto dal Comitato Referendum Eutanasia Legale;
- con servizio di riconoscimento TrustPro, al costo di 3 euro per l’autenticazione a carico del firmatario.
L’intervista è stata realizzata il 21 agosto 2021. Eventuali aggiornamenti non sono stati tenuti in considerazione.