La raccolta firme per il Referendum sull’Eutanasia Legale è stata un successo, stando ai numeri: ben 1.239.423 di firme raccolte (851.502 dai banchetti e 387.921 online), e consegnate l’8 ottobre 2021 in Corte di Cassazione a Roma. Un numero inaspettato, sebbene alla fine di agosto erano già state raggiunte oltre 750mila firme.
Sembra quindi tutto in discesa per un testo che potrebbe segnare una svolta in campo legislativo per quanto riguarda il tema del Fine Vita. Ma una volta superata la data ultima per la raccolta delle firme, cioè il 30 settembre 2021, cosa succederà?
Come sappiamo, il Referendum sull’Eutanasia Legale ha richiesto la raccolta di minimo 500mila firme entro il 30 settembre 2021. La cifra è stata ampiamente superata. Significa che l’eutanasia attiva (con la parziale abrogazione dell’art. 579 del codice penale) diventerà effettivamente legale anche in Italia? Non è così.
A spiegarci i dettagli del percorso del testo è stato Matteo Mainardi, coordinatore della campagna Referendum Eutanasia Legale per l’Associazione Luca Coscioni, in una nostra recente intervista. Già perché, dopo il 1° ottobre 2021, ci vorrà del tempo prima che cambi la regolamentazione sul Fine Vita. E ci vorrà una chiamata al voto.
“Dopo il 30 settembre si dovrà attendere il controllo delle firme della Corte di Cassazione – ci ha spiegato al telefono Mainardi -. Una volta controllate le firme e comunicato il numero ufficiale di firme valide, ci dovrà essere il vaglio della Corte Costituzionale che dovrà dire se il quesito referendario è ammissibile o meno. Nel caso in cui verrà dichiarato ammissibile, sarà convocata la scadenza del voto, che dovrebbe tenersi intorno alla primavera 2022“. Infine, come spiega Filomena Gallo sui social, “entro il 15 dicembre avremo l’esito dell’ammissibilità delle firme”. Insomma, i giochi sono ancora aperti.
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Nel Bel Paese l’eutanasia non è regolamentata, ma sono previste la terapia del dolore, la difesa della libertà di cura e terapia, il rifiuto dell’accanimento terapeutico, la dichiarazione anticipata del trattamento (DAT), la sedazione palliativa e continua e la cessazione delle cure dopo diagnosi di morte. Nonostante non sia permesse, l’eutanasia in Italia presenta delle norme penali in base alle tipologie individuate:
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Ultima modifica: 11/10/2021