Il Referendum in favore dell’Eutanasia Legale in Italia ha raccolto più di un milione e 230mila firme. La battaglia dell’Associazione Luca Coscioni, partita il 17 giugno scorso, è riuscita in un’impresa inizialmente insperata, cioè quella di ottenere così tante firme prima della deadline imposta, il 30 settembre 2021.
Il coordinatore della campagna per l’associazione sopracitata Matteo Mainardi ha spiegato ad Ability Channel che “questo risultato arriva dopo anni di lavoro sul tema, iniziato nel 2013. Il dibattito sul Fine Vita è entrato più nelle case degli italiani attraverso il passaparola e i grandi casi che sono venuti alla luce, meno nel dibattito parlamentare”. Scopriamo tutti i dettagli di questa proposta e cosa potrebbe succedere nel prossimo futuro.
Il quesito del Referendum sull’Eutanasia legale in Italia
Come si può leggere sul sito ufficiale del comitato promotore, la domanda del Referendum per l’Eutanasia legale recita: “Volete voi che sia abrogato l’art. 579 del codice penale (omicidio del consenziente) approvato con regio decreto 19 ottobre 1930, n. 1398, comma 1 limitatamente alle seguenti parole «la reclusione da sei a quindici anni.»; comma 2 integralmente; comma 3 limitatamente alle seguenti parole «Si applicano»?”.
Sostanzialmente si tratta di un referendum parzialmente abrogativo dell’art. 579 del codice penale, che nel caso in cui venisse approvato, cambierebbe la norma nel seguente modo: “Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni. Non si applicano le aggravanti indicate nell’articolo 61. Si applicano le disposizioni relative all’omicidio [575-577] se il fatto è commesso:
- Contro una persona minore degli anni diciotto;
- Contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti;
- Contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno [613 2].”
Nel dettaglio, dunque, il testo consentirebbe l’eutanasia attiva “nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti” in una recente sentenza della Consulta che ha riguardato Mina Welby e Marco Cappato.
Cosa bisogna fare per firmare il Referendum sull’Eutanasia legale in Italia
Per aderire alla campagna dell’Associazione Luca Coscioni sono state messe in campo 4 soluzioni:
- Sottoscrivere i moduli presenti sui tavoli degli attivisti in giro per l’Italia: non è necessario firmare nel proprio Comune o nella propria Regione di residenza;
- Firmare presso gli studi di avvocati e notai aderenti l’iniziativa;
- A partire da metà luglio, andare negli uffici anagrafici nel proprio Comune di residenza: in alcuni casi riceveranno solo su appuntamento;
- Dal 12 agosto 2021 è stato possibile anche firmare online, attraverso Spid, Smart Card e TrustPro.
Hanno potuto partecipare all’iniziativa solo i maggiorenni, i quali dovevano presentare un documento d’identità in corso di validità accompagnato da fototessera.
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Referendum eutanasia legale: qual è la situazione in Italia?
Nel Bel Paese l’eutanasia non è regolamentata. Al momento la legge italiana permette l’accesso a diverse soluzioni che non devono indurre la morte del paziente. Abbiamo:
- la terapia del dolore, che consiste nella somministrazione di farmaci analgesici per alleviare il dolore del paziente. Non procurano la morte;
- la difesa della libertà di cura e terapia: in base agli articoli 13 e 32 della Costituzione Italiana, nessuna persona può costretta a un trattamento sanitario;
- il rifiuto dell’accanimento terapeutico: il medico può interrompere o rifiutare trattamenti gravosi per il malato;
- la dichiarazione anticipata del trattamento (DAT), noto anche come testamento biologico;
- la sedazione palliativa e continua: addormenta i pazienti per aiutarli a non soffrire, non provocandone la morte;
- la cessazione delle cure dopo diagnosi di morte, soprattutto in caso di morte cerebrale.
Quali sono le conseguenze penali dell’eutanasia?
Sebbene l’eutanasia in Italia non sia legiferata per l’uso, esistono delle norme penali che entrano in gioco nel momento in cui si ritiene venga applicata. In base alle forme esistenti, la normativa italiana prevede che:
- l’eutanasia attiva sia assimilabile all’omicidio volontario. Tuttavia, se si dimostra il consenso del malato (eutanasia attiva volontaria), si parla di omicidio del consenziente;
- l’eutanasia passiva possa essere intesa come reato di omicidio volontario, anche se è piuttosto difficoltoso attribuire la colpa del fatto;
- il suicidio assistito sia equiparato all’istigazione o all’aiuto al suicidio, sebbene nel 2017 il Tribunale di Milano ha deliberato che non si può ostacolare la volontà di un malato di recarsi all’estero per farne richiesta.
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