Quanto ne sappiamo? Esistono trattamenti disponibili per combattere la malattia? Ci sono delle avvertenze? Come varia la cura?
Esiste una cura definitiva alla psoriasi? Quali sono i trattamenti a oggi disponibili? Ci sono delle avvertenze particolari da seguire? Cerchiamo di rispondere a queste e altre domande. Ma prima, ricordiamo che la psoriasi è una malattia rara della pelle cronica, infiammatoria immuno-mediata, recidivante e non contagiosa.
Ad oggi non esiste una cura definitiva e univoca per la psoriasi. Anche perché, questa malattia rara ha diverse forme. Sicuramente, consigliamo di rivolgersi sempre a un medico specializzato per scoprire come curare la malattia in base alla propria cartella clinica.
Le indicazioni del professionista possono variare soprattutto in base alla forma della patologia:
In generale, quindi, troviamo antifiammatori (per un coinvolgimento articolare), retinoidi sistemici (se si resiste ad altri farmaci), immuno-soppressori e immuno-modulatori biologici (medicinali prodotti attraverso la biotecnologia).
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Secondo Humanitas, vi sono 6 considerazioni da fare prima di procedere al trattamento della psoriasi:
In sostanza, la psoriasi potrebbe venir non trattata senza che questa decisione comprometta lo stato di salute del paziente. Tuttavia, lo rammentiamo: l’autodiagnosi non è consigliata, per qualsiasi informazione relativa alla propria condizione clinica bisogna rivolgersi a un medico.
La psoriasi del cuoio capelluto, ma la psoriasi in generale, non ha una cura definitiva. Perciò, ogni aspetto della propria condizione dipende dalla storia clinica, e dunque è necessario rivolgersi a un medico specializzato per un trattamento specifico.
In prima istanza, la psoriasi in testa può essere trattata con pomate e lozioni farmacologiche, oppure con farmaci topici (di solito a base di costicosteroidi o vitamina D). Come per altre tipologie di psoriasi, è comunque consigliato evitare forti situazioni stressanti, dedicarsi all’attività sportiva e prendersi cura della propria igiene personale. Inoltre, è importante inumidire la testa nel caso in cui ci si trovi in ambienti secchi.
Esistono degli shampoo utili la cui azione cheratolitica aiuta a eliminare placche e squame. Di fatto, sono prodotti che ammorbidiscono le manifestazioni della psoriasi, così da poterle eliminare con un pettine a denti stretti. In questo caso, è consigliato pettinare delicatamente i capelli. Infine, risulta utile cambiare spesso la federa del cuscino e le lenzuola del letto.
Lo stress è indicato come una delle cause scatenati e aggravanti della psoriasi. Essa, infatti, può innescare e peggiorare la manifestazione della patologia. Purtroppo lo stress non si può eliminare, ma è possibile cambiare la gestione delle emozioni, saperle controllare così da acquisire più calma.
Sicuramente, l’attività sportiva e fisica è un beneficio importante per alleviare lo stress. Così come la gestione delle proprie emozioni e dei propri stati d’animo. Un’alimentazione sana ed equilibrata risulta un valido aiuto: l’importante è evitare alimenti con effetti infiammatori. Infine, la meditazione può servire allo scopo.
La psoriasi unguale può essere trattata con pedicure e manicure, mentre sono da evitare i pediluvi e i maniluvi. È consigliato, inoltre, tenere le unghie corte ed evitare l’applicazione di unghie finte o gel.
Per curare la psoriasi alle unghie è importante detergere delicatamente mani e piedi con creme prive di tensioattivi aggressivi. In aggiunta, può essere un aiuto esporsi al sole con uno schermo solare adeguato e utilizzare prodotti a base di acido salicilico, zolfo e urea e lenitiviti naturali nelle zone locali della manifestazione della patologia.
Nel caso in cui la malattia peggiori, si può fare ricorso alla terapia sistematica tradizionale e a quella biologica.
Una valida terapia contro la psoriasi guttata è l’esposizione al sole. Inoltre, possono essere utilizzati farmaci corticosteroidei e la naturopatia. Possono entrare in campo anche i preparati topici e la fototerapia UVB o PUVA.
Anche per la psoriasi palmo-plantare è consigliata l’esposizione al sole e la fototerapia UVB, la quale appunto utilizza le frequenze delle onde solari per simulare la luce della nostra stella madre. Sono utilizzati anche unguenti con catrame, solfo coal-tar, calomelano o acido salicilico (spesso combinati con le proprietà emollienti della vasellina). Si trattano di rimedi naturali che, comunque, non sono risolutivi contro la malattia.
In poche parole, possiamo dire che contro la psoriasi inversa sono utili garantire un’igiene quotidiana, mantenere la pelle idratata e favorire la respirazione della pelle evitando abiti stretti e sintetici. Oltretutto, è importante evitare detergenti aggressivi, fumo e alcool, impegnarsi in attività fisica e ridurre lo stress. Nel caso in cui la psoriasi inversa è associata a quella volgare, si ricorre alle terapie sistemiche.
La forma generalizzata della psoriasi pustolosa può richiedere il ricovero ospedaliero e un trattamento a base di farmaci sistemici. Nei casi più gravi, invece, si ricorre alla fototerapia. Per quanto riguarda le manifestazioni locali, invece, ci sono le cure topiche di tipo cortisonico.
Questa forma di psoriasi può essere trattata con farmaci tradizionali (methotrxate, leflunomide e sulfesalazina) e biologici (che bloccano il TNF alfa). In base alla storia clinica del paziente, poi, si può ricorrere a cicli di terapia con farmaci anti-infiammatori non steroidei o inibitori della ciclossigenasi 2, uso di corticosteroidi per le forme aggressive, farmaci biotecnologici per determinate condizioni delle placche e farmaci biosimilari.
Nel corso degli anni l’attenzione per la ricerca di una cura definitiva contro la psoriasi è aumentata. Rastrellando informazioni nel web, al momento, abbiamo trovato due aggiornamenti interessanti.
Nel 2016, ad esempio, si parlato dell’Ixekizumab un anticorpo monoclonale contro le forme moderate e gravi di psoriasi a placche (fondazioneveronesi.it). Durante la fase dei test, l’80% dei 3.736 pazienti arruolati da 21 Paesi hanno avuto un’evidente regressione della malattia in 12 settimane di trattamento.
Più recentemente, invece, il 5 marzo 2020 si è parlato di risankizumab, un medicinale che bloccherebbe la citochina IL-23, e che viene somministrato con 2 iniezioni sottocutanee una volta ogni 3 mesi. Sostanzialmente, si tratta di un farmaco che può aiutare a “tenere sotto controllo le cellule responsabili del processo infiammatorio della psoriasi, con il minimo impatto sul sistema immunitario” (Corriere).
Fonti informazioni: Farmacia Rocco; Biogena-lab; La pelle conta; Cure-naturali; Ederma; Alpretec; Humanitas; Istituto Ortopedico Rizzoli; Fondazione Veronesi; Corriere della Sera.
Ultima modifica: 28/10/2020