L'Intelligenza Artificiale a servizio del campo medico? Potrebbe diventare realtà. Vediamo cosa succede con la Sclerosi Multipla
In futuro anticiperemo la Sclerosi Multipla grazie all’Intelligenza Artificiale? Forse, ma bisogna procedere per gradi. E uno dei primi scalini l’ha realizzato un team di ricercatori guidati da Giampaolo Brichetto, Coordinatore Ricerca in riabilitazione FISM e Direttore Sanitario del Servizio Riabilitazione AISM Liguria. Come riporta OMAR, lo staff ha posto le basi per un’evoluzione medica e scientifica di ampia rilevanza. Di fatto, è stato messo a punto un algoritmo in grado di prevedere la malattia grazie (anche) all’autovalutazione del paziente.
Grazie ai Patient Reported Outcomes. Questa definizione indica qualsiasi rapporto sullo stato delle condizioni di salute di un paziente che proviene direttamente dallo stesso, senza interpretazioni mediche. Attraverso questi PRO, quindi, si individua l’impatto degli interventi terapeutici su malattia e vita della persona. Anche perché, come spiega Brichetto, i PRO non sono più solo “meri strumenti di valutazione clinica”, ma utensili scientifici che “possono contribuire alla valutazione predittiva“.
E l’algoritmo riuscirebbe a farlo con ottima meticolosità. “Con i dati attuali – indica Brichetto -, il sistema è accurato all’82%, a quattro mesi, nel predire la transizione dalla forma recidivante-remittente a quella progressiva”. In pratica, “l’algoritmo ci dice la probabilità che avvenga il passaggio alla fase progressiva e la probabilità che il paziente ha di rimanere in quella a ricaduta e remissione, identificando alcuni aspetti della malattia più predittivi di altri”.
Il team ha basato lo sviluppo dell’algoritmo sul database PROMOPRO-MS. Si tratta di un progetto mondiale e speciale finanziato dalla Fondazione di AISM che, ad oggi, raccoglie più di 2 mila pazienti. Grazie a queste informazioni, i ricercatori hanno combinato “i dari riferiti dai pazienti con quelli clinici per persone con Sclerosi Multipla seguite dai centri di riabilitazione AISM”.
Tra le varie informazioni, il gruppo di lavoro ha selezionato “oltre 3 mila dati provenienti da più di 800 persone, seguite a partire dalla fine del 2013 e inizi del 2014, raccolti ogni 4 mesi”. In questo modo, “gli indicatori analizzati comprendevano tanto le informazioni autoriportate dai pazienti, quanto i dati biometrici degli stessi e le valutazioni cliniche, riguardanti aspetti diversi della malattia“. Ad esempio, “la mobilità, la fatica, lo stato emotivo, l’incontinenza, i problemi cognitivi”. Insomma, l’Intelligenza Artificiale in questione, basata sull’incrocio di informazioni e dati, sembra avere tutte le carte in regola per predire la Sclerosi Multipla.
Ultima modifica: 16/07/2020