Pierangelo Bertoli è stato un cantautore e attivista italiano con disabilità, ricordato per una discografia piena di riferimenti sociali
Pierangelo Bertoli è stato “artigiano della canzone”, come lui stesso amava definirsi. Nacque nel 1942 a Sassuolo, in provincia di Modena, da una famiglia operaia all’interno della quale vive un’infanzia priva di ogni genere di bene superfluo, radio compresa. A dieci mesi è colpito da una grave forma di poliomielite che lo privò dell’uso degli arti inferiori, e dunque fin da piccolo cominciò a muoversi in carrozzina. A causa di un tumore ai polmoni, morì la mattina del 7 ottobre 2002, all’età di 59 anni.
L’infanzia di Pierangelo Bertoli fu da subito complicata dalla comparsa a 10 mesi d’età di una grave forma di poliomielite, che gli causò la perdita della funzionalità degli arti inferiori. Visse comunque una vita regolare, avvicinandosi gradualmente al mondo della musica grazie al fratello Gianni Bertoli, che all’inizio degli anni Sessanta si riuniva nella cantina di casa con il suo gruppo per suonare insieme.
All’epoca Bertoli non possedeva nessuna nozione musicale tecnica, né interpretativa. Solo all’età di 25 anni, in occasione del suo compleanno, alcuni amici decisero di prestargli una vecchia chitarra. Dopo un anno di esercizi da autodidatta, cominciò a comporre le prime canzoni: inizialmente si esibisce di fronte agli amici, con il tempo davanti a platee sempre più vaste, soprattutto in occasione di feste di paese e di partito.
Pierangelo Bertoli amava la sua terra e fu spesso impegnato in iniziative di solidarietà e beneficenza. Le sue canzoni infatti raccontano le sue origini, le ingiustizie del mondo, la guerra e la vita. La sua popolarità e autorevolezza crebbe a tal punto da diventare maestro e mentore di artisti come Luciano Ligabue. Da molti viene riconosciuto come un emblema storico della canzone italiana d’autore.
La sua vita privata è stata caratterizzata da un matrimonio con la moglie Bruna, con la quale ha avuto tre figli: Emiliano, Alberto e Petra (a cui il cantautore aveva dedicato un album col suo nome).
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La discografia del cantautore Pierangelo Bertoli è alquanto singolare, rispetto a un artista mainstream di oggi. Nei primi anni Settanta entra a far parte dell’Unione Comunisti Italiani e con alcuni musicisti militanti del partito forma il Canzoniere Nazionale del Vento Rosso.
Nel 1974 pubblica il suo primo album, “Rosso colore dell’amore“, che contiene dodici brani. Poco tempo dopo il partito si scioglie e con esso il Canzoniere: Bertoli decise quindi di radunare alcuni suoi amici musicisti come Francesco Coccapani, Marco Dieci e Gigi Cervi con i quali realizzò un nuovo disco dal titolo “Roca Blues“.
In seguito firmò un contratto nel 1976 con la CGD (Compagnia Generale del Disco) nel 1976, grazie al quale pubblicò l’album “Eppure soffia“. Con questo disco, Bertoli decise di puntare su temi quali l’impegno sociale, la riscoperta delle radici e del dialetto.
Nel 1979 arriva “A muso duro“, una sorta di manifesto poetico che rappresenta senza dubbio uno degli episodi migliori della carriera di Pierangelo Bertoli e dal quale, oltre alla critica verso discografici e “falsi poeti”, traspare ciò che per Bertoli significa essere un cantautore: un modo per raccontare storie ed essere felici con se stessi.
Nel 1981 scala le classifiche di vendita con un disco in cui, oltre alla famosa “Pescatore” in coppia con Fiorella Mannoia, c’è il brano che dà il titolo all’album “Certi momenti“: una canzone che affronta un tema forte, sostenendo il diritto all’aborto e criticando Chiesa e moralisti.
Nel 1986, per festeggiare i dieci anni di carriera, Pierangelo Bertoli produce il doppio album “Studio & Live“, e nel 1987 in “Canzone d’autore” interpreta alcuni brani di Conte e De André. Due anni più tardi esce “Oracoli“, che contiene un duetto con Fabio Concato.
Nel 1989 Bertoli vince un Telegatto per lo spot televisivo a favore della “Lega per l’emancipazione dell’handicappato“, nel quale interpreta il ruolo di un avventore che non può chiamare la Polizia per segnalare un incidente perché trova delle cabine telefoniche non sono in grado di far passare la sua carrozzina.
Nel 1990 appare nella canzone “Giocatore mondiale” di Elio e le Storie Tese, nonché sigla del programma “Mai dire Mondiali”: la canzone tratta con ironia la questione delle barriere architettoniche. Nello stesso anno elabora l’inno ufficiale dei Giochi FISHA “Canto di vittoria“, che incide anche in inglese.
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L’ultimo album, “301 guerre fa“, composto da inediti e vecchie canzoni arrangiate e riproposte, esce poco prima della scomparsa del cantautore. Altre dieci canzoni, scritte con la collaborazione del figlio Alberto e di Luciano Ligabue, che avrebbero dovuto dar vita al nuovo album del 2003, non sono state mai incise da Bertoli
Pierangelo Bertoli, a causa di un tumore ai polmoni, si spegne presso il policlinico di Modena il 7 ottobre del 2002, ad un mese dal suo sessantesimo compleanno.
Nel 1991 Pierangelo Bertoli si presenta a Sanremo, insieme al gruppo sardo dei Tazenda con il brano “Spunta la Luna dal monte“. Il singolo ottiene molto successo, tanto da dare anche il titolo ad un album di “best” che vincerà il disco di platino. L’anno seguente Bertoli torna a Sanremo con “Italia d’oro“, una denuncia senza filtri che anticipa lo scandalo di Tangentopoli che poco dopo avrebbe inondato l’opinione pubblica. L’album contiene anche la canzone “Giulio“, un’accusa diretta e mirata a Giulio Andreotti.
Apertamente vicino alla sinistra fin da giovane, nel 1992, dopo aver rifiutato un candidatura offertagli da un senatore del PSI (Partito Socialista Italiano), decide di candidarsi alle elezioni politiche per Rifondazione Comunista.
Pierangelo Bertoli è un uomo interessato ed attivo, impegnato socialmente in iniziative di natura benefica e solidale, si batte in favore dell’ abbattimento delle barriere architettoniche e partecipa a numerosi incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’integrazione sociale dei disabili. Il 10 novembre del 2001 cantò per i detenuti del carcere di Sant’Anna a Modena.
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Nella puntata del 2 ottobre 2015 di “Tale e quale show”, Max Giusti fece parlare nuovamente di Pierangelo Bertoli, imitandolo non in maniera dispregiativa, ma esaltando l’incredibile discografia del cantautore, portando sul palco della Rai il brano “A muso duro”. Al momento però online sembra impossibile reperire il video della performance che, secondo alcuni articoli, sembra abbia raccolto ovazioni da parte del pubblico italiano.
Ultima modifica: 31/01/2022