Patrizia Saccà, classe 1957, oltre ad essere stata un’atleta paralimpica del tennis tavolo (28 anni di carriera con 18 titoli italiani vinti; 12 ai campionati europei; 5 mondiali quasi sempre podio; bronzo a Barcellona ’92 team; centinaia di tornei internazionali…) è una donna paragonabile ad un fiume in piena, più rivoluzionaria che ribelle. I ribelli non amano la disciplina, i rivoluzionari vogliono contribuire a cambiare le regole e a rispettarle.
Da rivoluzionaria e pioniera ha scelto come sport il tennis tavolo proprio perché le permetteva di gareggiare con atlete senza disabilità dimenticando di essere seduta.
In seguito ad un incidente, da adolescente, si è rotta la spina dorsale diventando paraplegica; andava a cavallo, sognava di essere un amazzone e il suo sogno alla fine si è realizzato: invece del cavallo ha cavalcato lo sport, “sempre”.
Così come ha iniziato la sua carriera l’ha poi conclusa nel 2013, ai Word Master Games Torino con tre medaglie 2 ori e 1 argento, gareggiando contro atlete senza disabilità.
Anche se ora è una donna matura, è e sarà, sempre un’atleta.
Pratica yoga quotidianamente; 1/2 volte a settimana nuota in piscina; macina almeno 2/3 km a piedi, pardon su ruote, ogni giorno; si alimenta in modo adeguato, senza volere il dono dell’immortalità e senza troppa rigidità.
“Cerco l’equilibrio come nella Asana del Guerriero (posizione yoga che allena forza e mobilità, stabilità e movimento n.d.r.) e cerco di insegnarlo ad atlete/i di tutte le età.”
Oggi è allenatrice di tennis tavolo; insegna yoga (sono 2 le persone al mondo in sedia a rotelle a farlo) ed è autrice del libro “Yoga a raggi liberi”.
Allo yoga si è avvicinata durante la sua carriera da atleta e ci racconta che: “Imparare a rispettare gli avversari, essere umili nelle vittorie e grati nelle sconfitte sono gli elementi base dello sport, ma praticando lo yoga assumono una valenza maggiore, più profonda. Lo yoga insegna a rispettare il corpo, a trovare la quiete e ormai sono tanti gli atleti olimpici e non, che lo praticano”.
Il suo libro Yoga a Raggi Liberi è un invito a praticare yoga con il corpo e l’età che si abita. Ideando il “Saluto al Sole* da seduti” sottolinea come lo yoga “insegni che non ci sono differenze. Yoga significa unione e se corpo, mente e spirito sono uniti mentre pratichi sport, cosa succede? Che diventi acqua nuotando, freccia tirando con l’arco e variazioni di effetti nella pallina del tennis tavolo… proprio come il nostro logo paralimpico”.
Con grande impegno porta la pratica dello yoga nei luoghi dove collabora: la Casa dei Risvegli di Bologna; tra i pazienti affetti da sclerosi multipla in AISM; agli atleti paralimpici e normodotati sia per sedute individuali che in gruppo; da Aprile 2020 in piena pandemia, sulla piattaforma di Ottostudio dove ha contribuito a creare la prima realtà digitale di yoga e disabilità e infine con l’Unione Induista per yoga senza barriere.
Insomma un ampio raggio d’azione dove persone, con disabilità e non, sono unite allo scopo di imparare a respirare e muovere al meglio il corpo.
La validità dei suoi insegnamenti è dimostrata dai suoi allievi, come Allegra Magenta, atleta paralimpica di scherma e tennis tavolo, diventata Testimonial di Yoga a Raggi Liberi. Paraplegica e amputata ad un braccio, pratica dal primo giorno che è nato il Saluto al Sole da seduti, ha imparato ad ascoltare la mente e il corpo ottenendo così benefici nelle gare e nella vita quotidiana.
Per ultimo, non per importanza ma solo perché da poco conquistato, da vera rivoluzionaria Patrizia Saccà (grazie al CSEN) ha ottenuto il riconoscimento del suo metodo, così da poterlo insegnare ad altri istruttori yoga. Un sogno questo avveratosi affinché lo yoga entri nel mondo della disabilità motoria.
Concludiamo questo articolo, che non racconta nella totalità la vita di Patrizia, ma solo una parte, riportando la frase scritta da Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, per la prefazione del libro Yoga a raggi liberi: “Quando l’identità e la forza del nostro essere nascono da dentro, ciascuno di noi può raggiungere qualsiasi traguardo di vita, accendere il proprio sole e fare luce su tutti quelli che non ci riescono ancora.”
*Il saluto al sole Surya Namaskar è una sequenza dello yoga che coinvolge tutto il corpo. Non include posizioni troppo complicate e il suo scopo, oltre ad omaggiare il sole fonte di vita ed energia, è quello di risvegliare il nostro corpo “facendo sorgere la mente”.
Leggi anche: Yoga a Raggi Liberi – Patrizia Saccà