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Perché l’Australia partecipa all’Eurovision Song Contest?

L'Australia non è un paese europeo, eppure ogni anno è in gara all'Eurovision Song Contest. Come mai? Per una questione di dettagli

Anche quest’anno l’Australia farà parte dell’Eurovision Song Contest, la kermesse musicale che ogni anno consegna il titolo di migliore canzone d’Europa. D’Europa, appunto, non intercontinentale. Eppure da diverso tempo l’Australia prende parte attivamente a questa competizione, è in gara e può addirittura vincere pur non essendo un Paese europeo. Perché?

Come mai l’Australia partecipa all’Eurovision?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo sottolineare che l’Eurovision Song Contest non permette la partecipazione solamente ai paesi geograficamente europei, ma a quelle nazioni facenti parte dell’UER, l’Unione Europea di radiodiffusione. E di questo gruppo fa parte anche l’Australia, visto che l’azienda radiotelevisiva che ne cura la partecipazione, la Special Broadcasting Service, è membro associato dell’UER.

Di fatto è proprio dal 1979 che è iniziata la relazione tra Eurovision e Australia, anno in cui la trasmissione fu condivisa anche nel paese oceanico, senza alcun commento. La risposta del pubblico fu decisamente ottima, tanto che l’esperimento divenne un appuntamento fisso, a cui poi negli anni anni aggiunsero commentatori locali. Inoltre tra il 2000 e il 2014 SBS concesse ai cittadini australiani di votare i cantanti in gara, sebbene però non ebbero alcuna valenza per il risultato finale della competizione.

Tutto ciò accadde perché l’Eurovision Song Contest vanta un grande seguito in Australia. E l’UER ha visto in questa relazione una grande occasione per promuovere la musica europea a livello intercontinentale, permettendo così un profondo e ramificato scambio culturale.

Tuttavia la partecipazione attiva dell’Australia alla competizione canora è recente: nel 2013 l’Australia portò un breve cortometraggio intitolato “Grettings from Australia“, mentre nel 2014 presentò un interval act con il brano “Sea of Flags” di Jessica Mauboy.

Fu però l’Eurovision Song Contest 2015 a segnare il debutto (addirittura già in finale) della nazione australiana con il brano “Tonight again” di Guy Sebastian, selezionato dall’emittente locale Blink TV, classificandosi addirittura al 5° posto. Finora però il piazzamento migliore è stato ottenuto da Dami Im con “Sound of Silence“, che conquistò la medaglia d’argento all’Eurovision 2016.

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Cosa succede se l’Australia vince l’Eurovision Song Contest?

Le regole dell’Eurovision Song Contest sono abbastanza semplici: la nazione che vince, organizza la manifestazione l’anno successivo. Ciò però non vale per l’Australia, la quale, anche in caso di vittoria, non può organizzare la kermesse. Come mai?

Al di là dell’aspetto puramente logistico, in quanto resta comunque una manifestazione europea, con tutti i problemi di fuso orario che comporterebbe per il pubblico, c’è una ragione più tecnica: l’Australia è solo un membro associato dell’UER, non fa parte dell’area di trasmissione europea. Anzi, in caso di vittoria, dovrà organizzare l’evento in collaborazione con un paese europeo.

Quali sono i risultati dell’Australia all’Eurovision Song Contest?

Come detto precedentemente, il miglior risultato ottenuto dall’Australia all’Eurovision è il secondo posto del 2016, firmato Dami Im con “Sound of Silence”. Successivamente non ha saputo replicare tale piazzamento, centrando principalmente la Top Ten:

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AnnoArtistaCanzonePosizionamento
2015Guy SebastianTonight Again
2016Dami ImSound of Silence
2017Isaiah Don’tCome Easy
2018Jessica MauboyWe Got Love20º
2019Kate Miller-Heidke Zero Gravity
2020MontaigneDon’t Break MeEdizione cancellata a causa della pandemia da Covid
2021MontaigneTechnicolourNon qualificata alla finale
2022Sheldon RileyNot the Same15º
2023VoyagerPromise
2024Electric FieldsOne Bloodin corso

Ultima modifica: 07/05/2024

Angelo Andrea Vegliante

Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.