La Pensione Opzione Donna è stata inserita nella Legge di Bilancio ed è una opportunità per le lavoratrici italiane. Scopri come funziona
By Rawpixel da envato elements
Opzione Donna è stata confermata anche per il 2025 dalla recente Legge di Bilancio, e non ha subìto alcuna sostanziale modifica rispetto all’anno precedente. Come sappiamo, si tratta di una formula di pensione anticipata dedicata esclusivamente alle lavoratrici.
All’interno di questa guida, scopriamo come funziona Opzione Donna, quali sono i requisiti da rispettare e se c’è bisogno di fare una domanda per richiedere la possibilità di accedere alla pensione anticipata.
Visto che la Manovra 2025 non ha cambiato l’impianto della normativa, Opzione Donna resta così com’è anche quest’anno. Per cui, grazie a questo trattamento possono andare in pensione le lavoratrici che hanno almeno 59 anni d’età e almeno 35 anni di contributi versati. Esistono poi altri requisiti da rispettare:
La Legge di Bilancio per il triennio 2023-2025 ha apportato modifiche strutturali alla normativa riguardante il pensionamento anticipato con “Opzione donna”. Infatti, il comma 292 dell’articolo 1 prevede questa possibilità solo alle lavoratrici:
L’anzianità contributiva richiesta (35 anni) rimane invariata ma cambia il requisito dell’età. Le lavoratrici che svolgono il ruolo di caregiver e che sono invalide almeno al 74% possono accedere al trattamento pensionistico con i seguenti requisiti di età:
Questi requisiti di età e contributi si applicano sia alle lavoratrici dipendenti che a quelle autonome, senza distinzioni basate sulle diverse tipologie di gestione.
Per richiedere la pensione anticipata Opzione Donna è possibile utilizzare diversi servizi:
In merito alla tempistica, le disposizioni esistenti riguardanti i tempi di attesa di Opzione Donna restano invariate:
Per quanto riguarda il calcolo dell’anzianità contributiva per le iscritte all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) e alle forme sostitutive, i contributi figurativi legati a malattia, disoccupazione, ASpI, mini-ASpI e NASpI non vengono presi in considerazione.
Nel calcolo del montante contributivo per il regime Opzione Donna, si adotta un approccio esclusivamente basato sul sistema contributivo, indipendentemente dalla storia dei contributi versati, che possono aver coperto periodi sotto il sistema retributivo o misto. Questo metodo di calcolo solitamente comporta una riduzione dell’assegno pensionistico, che può variare dal 25% al 35% circa dell’importo totale della pensione.
Per determinare l’idoneità, vengono considerati contributi obbligatori, contributi da riscatto o da ricongiunzione, contributi volontari e contributi figurativi, ad esempio quelli per il riscatto degli anni di laurea. Non sono inclusi i contributi figurativi derivanti da periodi di malattia o disoccupazione dei lavoratori dipendenti privati.
In base al principio di cristallizzazione del diritto alla pensione, si può accedere al pensionamento anticipato anche dopo la scadenza del regime opzionale. La bozza del disegno di legge approvata dal Governo potrebbe subire ulteriori modifiche durante il processo parlamentare.
Leggi anche: Legge di Bilancio 2025 e disabilità: cosa prevede la Manovra
Ultima modifica: 08/01/2025