Opzione Donna 2025: che cos’è, requisiti e come fare domanda

Redazione:

Opzione Donna è stata confermata anche per il 2025 dalla recente Legge di Bilancio, e non ha subìto alcuna sostanziale modifica rispetto all’anno precedente. Come sappiamo, si tratta di una formula di pensione anticipata dedicata esclusivamente alle lavoratrici.

All’interno di questa guida, scopriamo come funziona Opzione Donna, quali sono i requisiti da rispettare e se c’è bisogno di fare una domanda per richiedere la possibilità di accedere alla pensione anticipata.

Come funziona Opzione Donna 2025

Visto che la Manovra 2025 non ha cambiato l’impianto della normativa, Opzione Donna resta così com’è anche quest’anno. Per cui, grazie a questo trattamento possono andare in pensione le lavoratrici che hanno almeno 59 anni d’età e almeno 35 anni di contributi versati. Esistono poi altri requisiti da rispettare:

  • essere invalide almeno al 74%
  • caregivers che da almeno 6 mesi convivono con un parente con disabilità grave, disciplinato dalla Legge 104
  • licenziate o addette di grandi aziende che hanno avviato percorsi di risoluzione per crisi aziendale

A chi spetta Opzione Donna 2025

La Legge di Bilancio per il triennio 2023-2025 ha apportato modifiche strutturali alla normativa riguardante il pensionamento anticipato con “Opzione donna”. Infatti, il comma 292 dell’articolo 1 prevede questa possibilità solo alle lavoratrici:

  • Caregiver che forniscono assistenza al coniuge o a un parente di primo grado convivente con una grave disabilità ai sensi della legge n. 104/1992 (articolo 3, comma 3) per almeno sei mesi al momento della richiesta, oppure a un parente o affine di secondo grado convivente, nel caso in cui i genitori o il coniuge della persona con disabilità grave abbiano superato i 70 anni di età o siano anch’essi affetti da gravi malattie invalidanti o siano deceduti o assenti;
  • Le persone i cui livelli di capacità lavorativa sono stati valutati dalle commissioni competenti per il riconoscimento dell’invalidità civile e risultano essere superiori o uguali al 74%;
  • Individui che sono stati licenziati o sono dipendenti da imprese coinvolte in un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.

L’anzianità contributiva richiesta (35 anni) rimane invariata ma cambia il requisito dell’età. Le lavoratrici che svolgono il ruolo di caregiver e che sono invalide almeno al 74% possono accedere al trattamento pensionistico con i seguenti requisiti di età:

  • 60 anni se non hanno figli;
  • 59 anni se hanno un figlio;
  • 58 anni se hanno almeno due figli.

Questi requisiti di età e contributi si applicano sia alle lavoratrici dipendenti che a quelle autonome, senza distinzioni basate sulle diverse tipologie di gestione.

Come presentare la domanda per Opzione Donna 2025

Per richiedere la pensione anticipata Opzione Donna è possibile utilizzare diversi servizi:

  • bisogna presentare la domanda online al servizio dedicato dell’INPS
  • utilizzare il Contact Center ai numeri 803 164 (gratuito da rete fissa) o 06 164 164 da rete mobile
  • rivolgersi agli enti di patronato e intermediari dell’Istituto, che offrono servizi telematici per la presentazione delle domande.

Quando parte la pensione di Opzione Donna

In merito alla tempistica, le disposizioni esistenti riguardanti i tempi di attesa di Opzione Donna restano invariate:

  • Le dipendenti devono attendere 12 mesi dalla maturazione dei requisiti.
  • Le lavoratrici autonome, che rientrano in una delle gestioni speciali, devono aspettare 18 mesi.

Per quanto riguarda il calcolo dell’anzianità contributiva per le iscritte all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) e alle forme sostitutive, i contributi figurativi legati a malattia, disoccupazione, ASpI, mini-ASpI e NASpI non vengono presi in considerazione.

Come verrà calcolato il contributivo di Opzione Donna nel 2024

Nel calcolo del montante contributivo per il regime Opzione Donna, si adotta un approccio esclusivamente basato sul sistema contributivo, indipendentemente dalla storia dei contributi versati, che possono aver coperto periodi sotto il sistema retributivo o misto. Questo metodo di calcolo solitamente comporta una riduzione dell’assegno pensionistico, che può variare dal 25% al 35% circa dell’importo totale della pensione.

Per determinare l’idoneità, vengono considerati contributi obbligatori, contributi da riscatto o da ricongiunzione, contributi volontari e contributi figurativi, ad esempio quelli per il riscatto degli anni di laurea. Non sono inclusi i contributi figurativi derivanti da periodi di malattia o disoccupazione dei lavoratori dipendenti privati.

In base al principio di cristallizzazione del diritto alla pensione, si può accedere al pensionamento anticipato anche dopo la scadenza del regime opzionale. La bozza del disegno di legge approvata dal Governo potrebbe subire ulteriori modifiche durante il processo parlamentare.

Leggi anche: Legge di Bilancio 2025 e disabilità: cosa prevede la Manovra

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