Le forze di maggioranza di Governo sembrano aver trovato l’intesa sulla Riforma della Pensione per il 2024, che tanto ha tenuto banco nelle ultime settimane. La volontà espressa dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di muoversi rapidamente verso l’approvazione definitiva è un obiettivo chiaro, e dunque pochi emendamenti, ma qualche concessione sì, come il ritorno di Quota 103. In base all’ultima versione della bozza, scopriamo cosa prevede la Legge di Bilancio 2024 (ancora non approvata) sul tema pensione.
Pensione di vecchiaia 2024
Non cambiano i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia anche nel 2024: come già previsto per quest’anno, fino al 2026 si potrà accedere alla pensione, bisognerà maturare 67 anni d’età e 20 anni di contributi. Nessun cambiamento anche per la pensione di vecchiaia contributiva, ferma a 71 anni di età e 5 anni di contributi. Per chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996, cambia il requisito economico: l’assegno non deve raggiungere le 1,5 volte il valore dell’assegno sociale.
Nonostante iniziali timori di probabile cancellazione, l’Ape sociale è stata rinnovata per un altro anno. Questo strumento consente a determinate categorie lavorative di poter richiedere in anticipo la cessazione dell’attività lavorativa. Il cambiamento più importante della misura riguarda il requisito anagrafico di accesso a essa: si passa dai 63 anni ai 63 anni e 5 mesi.
Quota 103 (e non Quota 104)
Un comunicato stampa del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 2023 aveva introdotto Quota 104, su cui però le forze interne della maggioranza hanno avuto da discutere. Così adesso, al fine di placare gli equilibri politici, è tornata Quota 103 ancora per un anno. La misura permette a chi ha compiuto 62 anni d’età e ha maturato 41 anni di contributi di cessare la propria attività lavorativa anticipatamente.
La novità principale però consiste in un particolare limite: accettare Quota 103 significa accettare:
- essere oggetto di un ricalcolo contributivo;
- tempistiche più lunghe per l’erogazione del primo rateo pensionistico;
- non si potrà ricevere un assegno mensile maggiore di 4 volte il trattamento minimo.
Opzione Donna: come cambia nel 2024
Inizialmente Ape Sociale e Opzione Donna avrebbero dovuto essere sostituisce da un unico fondo per la flessibilità in uscita, ma ciò non è accaduto. A cambiare però sono i requisiti, che diventano più stringenti anche per Opzione Donna.
La platea delle possibili beneficiarie infatti è stata ridotta: il requisito anagrafico per l’accesso alla misura passa dai 60 ai 61 anni d’età, ma resta la possibilità di ridurre di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni. I contributi richiesti saranno sempre di 35 anni, e il limite di maturazione di questa forma di pensione è il 31 dicembre 2023. Le categorie a cui Opzione Donna è indirizzata restano sempre le stesse:
- caregiver che, da almeno 6 mesi, assistono persone con disabilità conviventi, la cui disabilità rientri nella Legge 104 del 1992;
- persone con disabilità pari o oltre il 74%;
- lavoratrici licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero.
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