Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 abbiamo ottenuto risultati incredibile, che vanno tutelati e preservati per creare il movimento del futuro
Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 l’Italia ha dimostrato di essere in continua crescita. Per averne certezza, basta osservare il ricco medagliere (69 totali: 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi) con il quale la delegazione azzurra paralimpica torna a casa dal Giappone: una delegazione – vale la pena ricordarlo – a trazione femminile, oltre a essere la più corposa di sempre. Emozioni che possiamo rivivere con alcune foto simbolo della sedicesima edizione estiva delle Paralimpiadi.
Per prima cosa, guardiamo ai numeri. Ben 69 medaglie ottenute nell’edizione dei Giochi più difficile e sofferta della storia, tra rinvii causa Covid, paura dei contagi e allenamenti riclassificati in base alle esigenze. L’Italia si è comunque dimostrata all’altezza delle sfide poste dalla pandemia, riuscendo a sfondare alcuni importanti record del passato.
Un numero eccezionale che certifica ancor di più che lo sport per disabili in Italia è in stabile evoluzione, e necessita di maggiore coinvolgimento da parte dell’opinione pubblica. Stiamo parlando del secondo miglior risultato nella storia delle Paralimpiadi per l’Italia, visto che sono stati superati i medaglieri di Seul 1988 (58 medaglie) e Rio 2016 (39). Resta ancora lontano, seppur di poco, il record di Roma 1960, la prima storica Paralimpiade (che fruttò agli Azzurri 80 medaglie). Se la crescita continuerà di questo passo, a Parigi 2024 è auspicabile un risultato epocale.
“Credo che le donne con disabilità motoria abbiamo lottato per essere in tante. Quando nel 1992 ho partecipato alle Paralimpiadi di Barcellona, i numeri erano molto più stretti. Credo che da Londra 2012 c’è stato un cambiato epocale”. Fu questa l’analisi fatta dalla campionessa paralimpica Patrizia Saccà poco tempo prima dell’inizio dei Giochi estivi, durante una diretta Facebook di Ability Channel e Il Digitale, a seguito di una domanda sulla parità di genere nel movimento paralimpico.
E in effetti i risultati riflettono un’Italia Paralimpica formata da svariate atlete in grado di conquistare l’impossibile. Basterebbe citare Beatrice e la sua impresa da Vio, la quale si è riconfermata la campionessa internazionale della scherma (nonostante qualche mese prima ha rischiato di perdere il braccio e la vita, come lei stessa ha ammesso).
C’è anche la giornata di festa donata da Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contraffatto, un energico trio che ha letteralmente invaso il podio dell’atletica dei 100 metri femminili della categoria T63 (per Ambra pure record del mondo). In aggiunta, sempre dalla squadra di atletica, abbiamo persino il doppio argento di Assunta Legnante (Women’s Discus Throw – F11 e Women’s Shot Put – F12).
E potremmo fare altri riferimenti, come il bronzo di Giada Rossi e Michela Brunelli nel tennis tavolo, stessa tipologia di medaglia conquistata da Sara Morganti nel dressage, così come Maria Andrea Virgilio nel tiro con l’arco. E non sono finite qui.
“Chi andrà alle prossime Paralimpiadi, sarà sicuramente competitivo”. Lo avevo sottolineato il presidente FINP (Federazione Italiana Nuoto Parlimpico) Roberto Valori in una nostra recente intervista. L’Italia del nuoto paralimpico è arrivata alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 con addosso gli occhi di tutti: dopo la conquista dei Campionati del Mondo di Londra e del medagliere Open agli Europei di Funchal, le Azzurre e gli Azzurri erano chiamati a confermarsi i campioni in carica.
E così è stato. La delegazione di nuoto paralimpico ha portato a casa un numero impressionante di medaglie: ben 39, tra cui 11 ori, 16 argenti e 12 bronzi. E anche in questo caso, molte le donne protagoniste, tra cui Arjola Trimi, Giulia Terzi e Carlotta Gilli. Grande impatto lo ha avuto anche il 23enne Stefano Raimondi, capace di ottenere 7 medaglie (un oro, 4 argenti e 2 bronzi).
Non solo gloriose conferme, ma anche sorprese inaspettate e novità assolute. Le Paralimpiadi di Tokyo 2020 hanno certificato che il movimento paralimpico italiano sta assumendo un posto di rilievo nel panorama dello sport internazionale.
E tutto ciò va tutelato, preservato e incoraggiato. Servono aggiornamenti dalla Riforma dello Sport, bisogna diffondere le strutture sportive in tutta Italia, dobbiamo migliorare la cultura allo sport per le persone con disabilità, magari cominciando dalle scuole. Serve ricordare ogni giorno che l’Italia Paralimpica è un orgoglio nazionale da custodire e condividere con le future generazioni.
Ultima modifica: 16/09/2021