Paralimpiadi o Paraolimpiadi? Atleta paralimpico o paraolimpico? Il dubbio su come si scrivano o si pronuncino queste parole nasce da un difetto di forma linguistica, che abbiamo in parte ereditato dalla lingua anglosassone. In realtà esiste una forma più idonea rispetto a un’altra, non perché l’altra sia sbagliata, bensì perché una delle due è piuttosto desueta e vetusta.
In questo breve approfondimento scopriamo se sia giusto lasciare la lettera O all’interno di queste parole oppure se siamo di fronte a un vizio di forma di cui possiamo fare tranquillamente a meno.
Si dice Paralimpiadi o Paraolimpiadi?
La società moderna pone grande attenzione al linguaggio e alla modalità di utilizzo di alcune parole, in quanto possono esprimere inclusione e integrazione, nonché identificare una particolare categoria sociale. Ciò riguarda anche la disabilità e ciò che ruota attorno a questo tema, visto che spesso ci si è interrogati su quali termini usare per scrivere e parlare delle persone disabili. Insomma, le parole hanno una valenza profonda, e ciò vale anche nel caso dei Giochi paralimpici. O paraolimpici?
Veniamo subito al dunque. La risposta a questa particolare domanda ci viene data direttamente dall’Accademia della Crusca, la quale spiega che la prima denominazione ufficiale delle Paralimpiadi, cioè Paralympics Game, fu data nel 1984 dal Comitato Olimpico Internazionale. A fronte di questa influenza anglosassone, in Italia si comincia a parlare di Paraolimpiadi, così come di atleta paraolimpico, documentate in forma scritta rispettivamente nel 1992 e nel 2003, sia sui giornali sia oggi nel mondo digitale.
Insomma, scrivere Paraolimpiade o atleta paraolimpico non è scorretto ma, come sottolinea l’Accademia della Crusca, “suggeriamo la pronuncia e la grafia senza la O, molto più frequente delle altre”. Per cui, si dice e si scrive Paralimpiadi e atleta paralimpico. Da abbandonare invece altre forme come Parolimpiade e atleta parolimpico, che sono ormai rare.
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