Il Padova del rugby in carrozzina si è laureata Campione d’Italia per la terza volta consecutiva e ha vinto la prima edizione della Coppa Italia. Due successi che confermano ancora di più l’ottimo modello sportivo espresso dal team veneto, che ora punta a riconfermarsi anche nella prossima stagione. Per conoscere più da vicino cos’ha permesso questi storici risultati, abbiamo intervistato il coach del Padova Rugby, Franco Tessari.
Coach, indubbiamente questo è stato l’anno del Padova nel rugby in carrozzina.
“Sicuramente. Abbiamo confermato quello che già si sapeva. È la squadra con più qualità e quella che si è formata per prima. Ha mantenuto gli atleti locali della zona Est Veneto, che rappresentano anche l’ossatura della Nazionale. Quindi, di fatto, poteva essere anche prevedibile. Ci si aspettava magari una crescita maggiore nelle altre squadre, che sono cresciute numericamente ma non come qualità di gioco. Diciamo che il pronostico era già a nostro favore. Abbiamo consolidato ciò che abbiamo fatto negli ultimi anni.”
A livello tecnico e di spogliatoio, quali sono le qualità che hanno inciso in Campionato e in Coppa?
“È una squadra che gioca abbastanza a memoria, si conoscono da 7 anni. Abbiamo qualità fisica, chiaramente ognuno per la propria classificazione, come il capitano Davide Giozet e Nicolò Toscano. E poi, le qualità d’intelligenza di Paolo Sacerdoti. Metti insieme quei 3/4 che sono, nella loro classificazione, i punti di riferimento in Italia ed è chiaro che riesci a fare una squadra di qualità. Non ci si allena tantissimo, però ognuno si allena a casa, trova altri spazi in privato, fa magari anche altri sport. Si completa la preparazione lavorando anche in altri ambiti. Lo spogliatoio è molto unito, i ragazzi spesso vanno in ferie assieme o fanno attività extrasportive in cui si trovano assieme. Un gruppo ben amalgamato.”
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Quanto sarebbe importante per il Padova, ma anche per tutto il movimento paralimpico, consolidare il rugby in carrozzina?
“Non è facile. Il nostro è uno sport per disabilità gravi, è molto difficile trovare gli atleti su cui lavorare. Poi richiede abbastanza soldi, perché il costo medio di una carrozzina è molto alto e i ragazzi si devono muovere sempre assistiti o seguiti. Poi non abbiamo una diffusione molto capillare per la ricerca per gli atleti. Purtroppo, si fa molta difficoltà anche attraverso i referenti regionali FISPES a cercare dove potersi poggiare. Siamo stato a Catania da poco, c’è un gruppetto, non è male, ma anche lì c’è molto da lavorare, nonostante siano 3 anni che hanno un’attività. Pensa, siamo arrivati lì e molti si allenavano con le ruote sgonfie. Sembra una stupidaggine, ma serve una certa sensibilità.”
Ho letto che il 17 dicembre 2019 si farà festa grande per i traguardi ottenuti. In che senso?
“Faremo la solita cena noi del Padova Rugby, invitando gli sponsor tecnici, gli amici del Comune che ci aiutano tantissimo e i rappresentanti locali del CIP. Tutti amici. Andremo nel solito posto dove facciamo i nostri terzi tempi e faremo festa. Si mangia e si beve, senza eccedere.”
Il prossimo anno l’obiettivo minimo è riconfermarsi nel movimento del rugby in carrozzina.
“Sì, penso che ci sarà anche l’introduzione della Supercoppa Italiana. Giocheremo con la seconda della Coppa Italia, ancora non è ben definito il regolamento. Come Padova bisognerà comunque lavorare sulla riconferma. Io, però, che ho una responsabilità più generale da direttore tecnico in Nazionale, spero di poter lavorare sui tecnici delle altre società. Magari chiedendo aiuto a tecnici stranieri per formare meglio i nostri allenatori, molto giovani e poco esperti di questo sport.”
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