L'oziofobia è spiegata come la paura di non aver nulla da fare e dover dedicare del tempo al "dolce far niente". Nell'articolo, i dettagli.
Nella società contemporanea, frenesia sembra essere la parola d’ordine: le persone sembrano interessate sempre di più alla quantità e non qualità delle loro vite e degli obiettivi raggiunti. La produttività deve essere all’ordine del giorno e non c’è spazio per il “dolce far niente“. Infatti, il tempo libero viene percepito come ostacolante al rendimento: in questo caso, si parla di oziofobia, che è proprio la paura di non avere nulla da fare.
Il termine oziofobia, coniato per la prima volta dallo psicologo spagnolo Rafael Santandreu, indica la paura di non fare niente e di non avere programmi. Questo fenomeno è comune nella società odierna in quanto le persone cercano di mantenere la maggior parte della loro giornata e vita occupata con diverse attività, progetti o lavoro.
L’abitudine sempre più diffusa è quella di imparare a programmare anche il tempo libero per non uscire dalla nostra zona comfort, per evitare la noia e i momenti inaspettati. Infatti, i soggetti che ne soffrono hanno bisogno di avere tutto sotto controllo.
L’ansia è il principale sintomo. Nello specifico, nelle persone oziofobiche, quando si rendono conto che non hanno programmi e devono affrontare del tempo libero, si verifica una intensa attivazione del sistema nervoso simpatico.
Questo avviene perché sono normalmente influenzati dal pensiero di un’eccessiva produttività ed efficienza, mettono al primo posto i loro risultati e successi a discapito della felicità. Sono soliti parlare facendo riferimento alla quantità e non alla qualità degli obiettivi e dei successi raggiunti.
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Un possibile motivo dell’oziofobia lo si può imputare alla frenesia che caratterizza l’attuale società, nella quale tutto e tutti corrono e scorrono senza fermarsi. Questa condizione fa sì che le persone tendano sempre di più a voler essere costantemente occupate per conseguire efficienza, importanza e sentirsi realizzate. Questa tendenza le spinge a voler sempre di più e a non accontentarsi mai, perseguendo l’abbondanza. Una seconda causa è la paura di non avere il controllo o della mancanza di pianificazione, che potrebbero portare alla noia.
In linea di massima, le persone più soggette a vivere la fobia del tempo libero sono quelle che hanno più responsabilità o compiti quotidiani. Infatti, avendo la maggior parte della giornata occupata da impegni, quando vivono del tempo libero sentono la necessità di prendere il controllo della situazione e cercarne di nuovi.
Tuttavia, questo tipo di fobia può colpire qualsiasi tipo di persona, non è solo legato a dirigenti e manager, poiché può manifestarsi in tutte le aree e livelli.
Di seguito, 8 consigli utili per gestire al meglio l’oziofobia.
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L’oziofobia non è definita come una vera e propria malattia. Si tratta infatti di un disagio che si manifesta con ansia, inquietudine, attacchi di panico, sensi di colpa e frustrazione. Questa condizione è conseguente principalmente ad un’ossessione per il lavoro e si traduce nell’impossibilità di staccarsi dai propri impegni ed obblighi.
L’ubiquità e l’onnipresenza determinata dai social media stanno, sempre di più, diffondendo tra i giovani e non l’illusione che possano portare a termine qualsiasi impegno in qualsiasi momenti, non lasciando spazio al tempo libero, alimentano così la necessità delle persone mantenere il tempo sempre occupato per programmare e progettare le loro attività, necessità che si traduce in stress e malessere.
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Ultima modifica: 29/08/2022