Ospedali Dipinti come Patch Adams. “L’allegria è la miglior cura”, diceva Hunter Doherty Adams. E dunque perché non trasmetterla attraverso opere artistiche? L’idea è venuta a Silvio Irilli, pittore italiano vivacizza i reparti ospedalieri dedicati ai bambini, con e senza disabilità. Famoso, ad esempio, è il lavoro realizzato al Reparto di Radioterapia dell’Ospedale Policlinico Gemelli di Roma, le cui mura sono state ridipinte con i colori e gli animali appartenenti all’ambiente marino.
Il viaggio di Ospedali Dipinti macina ancora oggi chilometri su chilometri, tanto da avere le caratteristiche di un tour italiano: Roma, Torino, Milano, Salerno, Lecce e Pavia sono solo alcune delle città calcate. Adesso toccherà a Messina: l’obiettivo è trasformare i 5 piani della Pediatria del Policlinico Gaetano Martino. Il tutto con l’aiuto del sistema crowdfunding di Eppela. Abbiamo chiamato l’artista per farci raccontare tutti i dettagli.
Come è nata l’idea di Ospedali Dipinti?
“Ospedali Dipinti nasce intorno al 2012, quando il Policlinico Gemelli di Roma mi chiama per decorare un corridoio del Reparto di Oncologia, la sezione di Radioterapia. Abbiamo fatto questo corridoio con il tema dell’acquario. Era una prima versione, provvisoria, che feci in poco tempo. Tuttavia l’idea piacque così tanto che, attraverso un evento teatrale, raccolsero dei fondi per questa installazione.
Successivamente, il riscontro fu talmente immediato e positivo che, per me, fu una grandissima sorpresa. Io l’avevo presa come una decorazione per distrarre i bambini. Non mi aspettavo che diventasse utile sia ai dottori, che potevano accogliere i bambini in maniera più diversa, sia per bambini e genitori.
Questo mi ha acceso una lampadina. Incominciarono ad arrivare richieste anche da altri ospedali. Così creai un progetto dedicato, Ospedali Dipinti, aprii subito il sito e lì è iniziato il tour italiano. La risposta è veramente molto gratificante, alla fine è diventato un progetto che dà un supporto alla medicina. Inoltre, fin da subito, ho voluto che fosse un progetto finanziato con le donazioni, coinvolgendo la gente, senza far spendere un centesimo agli ospedali.”
Ci teniamo a far sottolineare l’effetto benefico di questi dipinti: sembra abbiano una valenza terapeutica.
“Assolutamente sì. I dottori mi hanno raccontato cosa dicono i bambini quando arrivano a casa: ‘Quand’è che torniamo nel sottomarino del Gemelli?’. Questo va oltre ogni previsione, fargli affrontare la terapia come fosse un gioco. In aggiunta, è subentrato anche un altro supporto vicino a quello medico, sempre nel ‘sottomarino’ del Gemelli: quando si devono coricare nel macchinario laser che interviene sulle cellule tumorali, i bambini devono stare immobili, ma fanno molta fatica, spesso i medici li devono addormentare con l’anestesia.
Il professor Valentini, direttore della Radioterapia del Gemelli, mi diceva che Ospedali Dipinti è talmente utile che i dottori non solo conquistano facilmente la fiducia del bambino, ma per ben due volte non è stato necessario addormentare il piccolo paziente con l’anestesia. A me ha fatto venire i brividi. Un risultato così è notevole.”
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L’ultimo progetto è quello di Messina, per il quale la campagna di crowdfunding è rimasta aperta fino al 2 novembre 2019, nonostante l’obiettivo sia stato raggiunto giorni prima. Secondo te, un’idea come la tua sarebbe stata possibile senza tale strumento?
“Assolutamente no. Il crowdfunding si sposa molto bene con questo progetto. Tra l’altro, non essendo una onlus o una fondazione, ho pensato a mettere Ospedali Dipinti a disposizioni di realtà pubbliche e private che vogliano donare un reparto dipinto. Nel caso di Messina, c’è la collaborazione con ABC – Amici dei Bimbi in Corsia, che seguono i bambini nel padiglione di Pediatria. Devo dire che negli anni Eppela è cresciuta tantissimo, ed è un supporto per Ospedali Dipinti anche dal punto di vista della comunicazione: permette di far conoscere di più il progetto.”
In Ospedali Dipinti, quindi, chiami a raccolta l’opinione pubblica. Quant’è importante questa dinamica, nell’enfatizzare che certi dinamiche riguardano tutti?
“È un aspetto che sto conoscendo strada facendo. Ospedali Dipinti è messo a disposizione di tutti. Le associazioni mi dicono che tante persone vogliono far parte del loro mondo. Così vengono a conoscenza di una realtà trasparente. Su queste opere non c’è solo la mia firma, ma c’è la firma di ogni singolo donatore. È il voler esserci, il voler portare il proprio sorriso, abbraccio e coraggio ai pazienti. Cercare di migliorare l’ambiente ospedaliero con la propria partecipazione.
Questa è la parte che mi dà grande soddisfazione, significa che il messaggio arriva in modo pulito e credibile. Anche sui social facciamo numeri importanti, significa che la gente vuole condividere questi messaggi. Si sta formando una grande squadra di persone che vogliono sentirsi coinvolte.”
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Un’altra bella notizia è l’attenzione avuta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Sì, tra l’altro con molta velocità e sorpresa. Quando mandai il catalogo all’attenzione del Presidente, dopo una settimana trovai nella buca delle lettere la risposta del Quirinale, piena di complimenti. Stanno apprezzando il progetto. È una grande iniezione di fiducia, nonostante io non chieda nulla alle istituzioni, perché voglio coinvolgere le persone comuni”.
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L’intervista è stata realizzata nel novembre 2019. Eventuali aggiornamenti non sono stati presi in considerazione