Dopo l’Ape Sociale, anche Opzione Donna è stata rinnovata per il 2024, sebbene inizialmente le intenzioni del Governo per le due misure erano altre, cioè realizzare unico fondo per la flessibilità in uscita. Ciò però sembra ormai un lontano ricordo, e dunque Opzione Donna va verso la proroga nella prossima Legge di Bilancio, con qualche novità.
Che cos’è Opzione Donna e chi ne ha diritto?
Opzione Donna è il pensionamento anticipato riservato alle donne. La misura fu introdotta con la Legge 243/2004 e, all’epoca, prevedeva requisiti di pre-pensionamento per le lavoratrici che avevano maturato 35 anni di contributi e:
- 57 anni di età per le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato;
- 58 anni per le lavoratrici autonome.
Nel corso degli anni l’accesso al beneficio sono cambiati, addirittura innalzando l’età delle lavoratrici che potevano ottenere la pensione anticipata tramite Opzione Donna. Ad esempio la Legge di Bilancio 2023 dispose che, maturati i 35 anni di contributi, le lavoratrici possono andare in pensione con:
- 60 anni d’età senza figli;
- 59 anni d’età se con un figlio;
- 58 anni d’età con almeno 2 figli.
Le categorie di lavoratrici a cui la misura è indirizzata sono:
- caregiver che, da almeno 6 mesi, assistono persone con disabilità conviventi, la cui disabilità rientri nella Legge 104 del 1992;
- persone con disabilità pari o oltre il 74%;
- lavoratrici licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero.
Come cambia Opzione Donna nel 2024?
La misura non subirà molti cambiamenti, ma ne avrà uno che diminuirà la platea delle possibili beneficiarie. Secondo l’ultima bozza della Legge di Bilancio 2024, il requisito anagrafico di accesso a Opzione Donna passerà dai 60 ai 61 anni d’età.
Resta comunque attiva la possibilità di ridurre di un anno il requisito anagrafico per ogni figlio, per un massimo di due anni. Invariati anche i contributi (35 anni), le categorie a cui si rivolge e il limite di maturazione degli stessi (31 dicembre 2023).
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